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Fiat, Mirafiori fuori da Confindustria, anche la vigilanza è fuori.....
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Fiat, Mirafiori fuori da Confindustria

La presidente Marcegaglia annuncia che la newco voluta da Marchionne uscirà dall'associazione per rientrarvi quando sarà pronto un contratto ad hoc per il settore. Per la Fiom è la fine del ccnl. Intanto nuovi incentivi per il Lingotto, in Brasile

di rassegna.it


"Lavoriamo per fare un contratto specifico per l'auto". Lo ha dichiarato oggi dagli Stati Uniti dopo l'incontro con l'ad del Lingotto, Sergio Marchionne, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.

"Tecnicamente facciamo un contratto dell'auto come vuole Fiat, non ci sembra difficile", ha detto Marcegaglia, precisando però che finché questo contratto su misura non ci sarà "la Newco di Mirafiori tra Fiat e Chrysler sarà fuori da Confindustria".

Prima Marchionne aveva ribadito il suo diktat: "Senza un accordo sullo stabilimento di Mirafiori l'investimento non si fa. Ci sono tantissimi siti produttivi, la Fiat è un grande gruppo con 240mila dipendenti di cui meno di un terzo in Italia". E aveva aggiunto che la mancata intesa con i sindacati "sarebbe un grandissimo dispiacere".

Ma da Torino dove si sono svolte le assemblee dei lavoratori sembrano arrivare segnali negativi: "Dopo due giorni di assemblee, che purtroppo non sono state congiunte non per nostra volontà - ha dichiarato Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom nazionale - è chiaro che i lavoratori non vogliono che si ripeta l'accordo di Pomigliano e che la nuova società esca dal contratto nazionale".

"La Fiat detta le condizioni a Confindustria e vuole definitivamente smantellare il contratto nazionale", ha dichiarato all'Agi Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, dopo l'incontro tra Marchionne e Marcegaglia a New York.

"Dagli Stati Uniti - dice Landini - si apprende che si vuole definitivamente smantellare il contratto nazionale di lavoro. Le capriole del presidente della Confindustria servono nei fatti a coprire la volonta' della Fiat di far diventare gli stabilimenti del gruppo in Italia quelli in cui si delocalizzano produzioni e si cancellano diritti. In nessun altro paese d'Europa - rincara la dose - sta avvenendo che una singola impresa detta le condizioni al governo e alle associazioni industriali senza il consenso delle organizzazioni sindacali e delle lavoratrici e dei lavoratori interessati".

Ancora più dura la presa di posizione di Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato Centrale della Fiom: "Quello della signora Marcegaglia è un atto di sudditanza tale che dovrebbe fare indignare non solo i sindacati e i lavoratori, ma anche gli industriali. Ha deciso di sciogliere la Confindustria. In ogni caso - aggiunge Cremaschi - per noi comincia la guerra totale a Marchionne".

Diversa la posizione espressa dalla Fim Cisl, con il segretario nazionale Bruno Vitali. "Siamo pronti a gestire una fase che preveda l'uscita temporanea da Confindustria - spiega Vitali - purché poi ci sia un rientro nel sistema. L'importante - aggiunge - è esserci, non stare fuori e non contare niente".

Intanto, un'altra notizia che vede Fiat protagonista arriva dal Brasile dove l'azienda torinese ha aquisito la nuova fabbrica che sorgerà in Pernambuco e produrrà auto popolari. Per questo l'azienda riceverà incentivi fiscali previsti per la regione Nordest dal governo di Luiz Inacio Lula da Silva. Lo ha annunciato un portavoce della Fiat Automoveis smentendo la notizia data dal quotidiano economico Valor secondo cui il nuovo impianto sarebbe della Chrysler.

www.rassegna.it

Data invio: 10/12/2010 23:22
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Re: Fiat, Mirafiori fuori da Confindustria, anche la vigilanza è fuori.....
Allievo
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23/5/2010 18:51
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Cercate di seguire quello che succede alla fiat, potrete vedere molte attinenze a quello che dovremmo contrastare nella nostra categoria nel futuro prossimo.

Data invio: 11/12/2010 4:53
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Re: Fiat, Mirafiori fuori da Confindustria, anche la vigilanza è fuori.....
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Giusto MAUMMAU, leggi cosa scrive Luciano Gallino, uno tra i sociologi italiani più autorevoli che lavora dentro e fuori l'accademia su tematiche che riguardano la sociologia dei processi economici e del lavoro, di tecnologia, di formazione e, più in generale, di teoria sociale. È considerato uno dei maggiori esperti italiani del rapporto tra nuove tecnologie e formazione, nonché delle trasformazioni del mercato del lavoro.



Luciano Gallino : «Presto la Newco si allargherà ad altri settori»

di Fabio Sebastiani

Che quadro si prospetta a questo punto dopo la rottura consumata dall'Ad di Fiat Sergio Marchionne?

Le previsioni sono difficili naturalmente. La natura dello strappo, però, è più identificabile. Mi pare che Marchionne intenda importare in Italia la situazione delle relazioni industriali che ci sono ormai da tanto tempo negli Stati Uniti. Il quadro delle leggi americane su libertà di associazione sindacale sindacale, diritti del lavoro e normativa salariale è molto meno sviluppato rispetto a quello europeo, e italiano in particolare. Questa legislazione permette alle imprese di condurre relazioni e avere comportamenti che in Europa non sarebbero possibili. Più che infrangere la legge, si cambia radicalmente.

Arriveremo a un sindacato come negli Usa?

Negli Usa i sindacati sono stati costretti a subire e gravi fino agli anni settanta e ottanta. Allora un lavoratore su tre era sindacalizzato, oggi uno su dieci. Questo è dovuto al fatto di una legislazione che ha sempre picchiato forte sui sindacati. E anche quando la legge avrebbe permesso di tutelare un po' di più in realtà è stata sempre interpretata in modo molto restrittivo. Essendo Marchionne un nordamericano più che un itailano, la sua cultura è quella.

Importiamo in Italia un modello che ha funzionato là con quel tipo di economia...

Quel modello americano con la perdita di potere dei sindacati è costata carissima ai lavoratori americani. I salari americani in termini reali sono fermi a 35 anni fa. Con la crisi la disoccupazione americana tocca il 10% ufficiale e il15% se si allarga il cerchio agli scoraggiati e agli occasionali. Adesso anche gli americani stanno pagando durissimi costi per questo modello. Nonstante le centinaia di miliardi pompate nell'economia la disoccupazione non accenna a diminuire.

Quante probabilità di riuscire ha l'operazione?

In Europa si sta facendo parecchio per diffonderlo. Si sono dati molto da fare per descrivere il sindacato come un ferro vecchio.

Prenderà piede il "modello Fiat"?

Nonostante si sia parlato di periodo di transizione, non si tratta per niente di un provvedimento di mera facciata. Si tratta di un provvedimento che porterà a breve termine alla distruzione del contratto nazionale. Quello che i governi di destra e centrodestra stanno cercando di fare da anni. C'è l'americanizzazione delle relazioni industriali. Se la cosa prende piede è questo che accadrà.E' anche uno schiaffo alla civiltà sia del diritto italiano che a quello europeo.

Con quale dinamica?

A cominciare dalla Fiat niente è prodotto per intero dalla fabbrica che poi ci mette il suo marchio. La prima ricaduta, quindi, sarà su tutta la singola filiera produttiva. E' praticamente impossibile che non si riproducano pratiche antisindacali su tutta la filiera. Non ci saranno più scioperi, malattie, assenze che tengano. Questo vale anche per tutti gli altri settori.

Negli anni 50 il movimento dei lavoratori veniva dalla frammentazione, oggi si torna lì...

C'è una differenza fondamentale, mentre negli anni '50 e '60 l'economia cresceva al ritmo del 3% e 4%. Oggi cresciamo al ritmo dell'1%, con una disoccupazione che è più del doppio rispetto a prima. Il sindacato aveva una forza che ha perso.

In che modello economico ci stiamo imbarcando?

I livelli della produttività italiana sono fermi da quindici anni. Essendo fermi salari e produttività questo mette il sindacato davanti alla famosa battuta della Thatcher "non ci sono alternative". Teniamo conto che la nostra struttura industriale manifatturiera ha, oltre a Fiat, la sola Finmeccanica. Abbiamo un certo peso in campo siderurgico e manifatturiero, mentre la grande chimica è scomparsa. Poi ci sono Eni e Telecom. Nelle prime 500 aziende mondiali ci sono 25 francesi e altrettanti tedesche, le italiane sono appena 5, e le manifatturiere due. La divisione internazionale del lavoro assegna all'Italia un ruolo più che subordinato. L'assenza di qualsiasi politica economica è stata esiziale. Ricordiamo a cosa è accaduto in Germania quando si parlò dell'acquisizione di Opel. Da noi viene servito brodino caldo.
FONTE: LIBERAZIONE, 11/12/2010

www.controlacrisi.org

Data invio: 12/12/2010 0:11
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Re: Fiat, Mirafiori fuori da Confindustria, anche la vigilanza è fuori.....
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Più che un ritorno agli anni '50 e '60, i nostri industriale vorrebbere tornare ai tempi di prima della rivoluzione industriale del '800, dove ogni lavoratore doveva lavorare 12 ore al giorno per una misera paga. E' questa la mia impressione.

Data invio: 12/12/2010 10:33
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Il fine giustifica i mezzi.

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Re: Fiat, Mirafiori fuori da Confindustria, anche la vigilanza è fuori.....
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Più che altro, stanno utilizzando una crisi che tocca solo la nostra classe sociale, per levarci oltre al potere d'acquisto anche i diritti sociali e del lavoro.
E' interessante constatare come le loro ricette anticrisi, non vengano mai supportate da alcuna teoria economica di un certo livello, avendo lo scopo di plasmare un altro rapporto di forza a favore della classe dirigente e non l'affrontare la crisi.
Faccio notare ad esempio che la crisi del '29 è stata superata sulla falsariga della teoria di keynes,* per cui durante la crisi non bisogna guardare al debito pubblico, ma alzarlo tramite l'intervento dello Stato allo scopo di creare posti di lavoro anche inutili, ad esempio pagando uno per fare buche ed un altro per riempirle,praticamente immettendo liquidità nel mercato e facendola circolare, in questo secolo non è avvenuto nulla che abbia confutato tale teoria,anzi il tentativo di agire in maniera diversa le ha rafforzate. Mentre molti nobel per l'economia hanno teorizzato teorie del benessere,disoccupazione zero, società solidale...(escludendo Friedman**, ma della sua teoria vediamo i risultati che sono stati ottenuti dalla Thatcher),mentre molti stati si sono mossi in direzione opposta basandosi sulle idee di alcuni burocrati, senza ritornare indietro quando il fallimento della propria politica economica(fallimento rapportato alla crisi e non all'aumento delle diseguaglianze) era evidente.
Non è bastato nemmeno constatare che in Europa l'unico paese che riesce ad affrontare la crisi sia la Germania, dove sono stati applicati contratti di solidarietà e non sono stati intaccati i diritti dell'uomo.
Ora, l'unica cosa che possiamo fare è il renderci conto che il sistema che ci stanno proponendo non è quello che possiamo considerare utile per noi e per le generazioni future, e iniziare a propagandare i propri dubbi su questo sistema economico.

*come vedete le soluzioni proposte ora sono meno posti di lavoro e diminuzione del debito pubblico, con l'ovvia conseguenza di un maggiore perdurare della crisi, con un effetto di stagnazione o peggio di recessione.

**da notare che anche le teorie di Friedman, (liberalista convinto e definito anti keynes dato che aveva previsto nelle teorie di quest'ultimo delle incongruenze poi verificatesi(stagflazione), e di conseguenza invalidandone parte della sua teoria) sono state seguite parzialmente e nelle parti comode al governo inglese, di conseguenza non potevano dare i risultati da lui pronosticati.

Data invio: 12/12/2010 21:37
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Re: Fiat, Mirafiori fuori da Confindustria, anche la vigilanza è fuori.....
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sono sempre i soliti padroni che vogliono schiavizzare l'operaio si torna indietro di 100 anni!!!

a a questo qua li si e detto che la fiat deve restituire tutti i soldi dati sino adesso da noi ITALIANI????

comunque noi lavoratori non dovremmo piu' comprare auto fiat visto che il signor marchionne sputa nel piatto dove hanno mangiato tutti i sciuri AGNELLI!!!

Data invio: 22/12/2010 23:22
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Re: Fiat, Mirafiori fuori da Confindustria, anche la vigilanza è fuori.....
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Anubys, maummau, ombra42 hanno centrato il problema, partono dalla fiat dove c'è la realtà sindacale più forte e, battuta quella, distruggere le altre sarà una passeggiata.
Sta a noi impedire tutto questo, iniziando a sensibilizzare i colleghi sulla necessità di iniziative, manifestazioni, e dello sciopero per bloccare tutto!!!

Leggete qua, il CCNL verrà praticamente cancellato in fiat, il padrone potrà disporre a suo piacere dei lavoratori con un contrattino scritto dai migliori avvocati e dove il lavoratore sarà al pari di un macchinario, lavorare in silenzio e quando sarà usurato verra buttato via, se protesterà o funzionerà male sarà sostituito senza "giusta causa" malgrado i turni e il lavoro sempre più massacrante!

Impediamo che tutto questo arrivi da noi!

-Torino
Mirafiori, accordo separato Fiat
Fiom: "È una vergogna"

Azienda e sindacati, senza la Cgil, firmano l'intesa per lo stabilimento torinese, che produrrà Suv Chrysler e Alfa Romeo. Marchionne: ora il nuovo contratto dell'auto. Chi non firma è fuori dalla rappresentanza sindacale

di rassegna.it
Accordo separato a Mirafiori (foto di Azfar Hakim, da flickr) (immagini di autore: Azfar Hakim, da flickr)
Accordo separato anche a Mirafiori. Fiat e sindacati firmano l’intesa per lo stabilimento senza la Fiom, che parla di “accordo della vergogna” (così Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom). Ora l’accordo sarà sottoposto al voto dei lavoratori. Anche se per il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, "un referendum in queste
condizioni è illegittimo, perché si chiede ai lavoratori di rinunciare ai diritti, siamo oltre il ricatto".

Fismic, Fim Cisl, Uil e Ugl accettano la richiesta di Sergio Marchionne, ad Fiat, di un contratto su misura per la newco di Mirafiori. Fuori da Confindustria, nessun riferimento al contratto nazionale, dice com’è noto il manager italo-canadese. Un progetto che, oltre al governo unilaterale dell’organizzazione del lavoro, consentirà l’emarginazione di chi non si adegua ai desiderata aziendali, ovvero la Fiom. Puntando a ridefinirne, in peggio, la rappresentanza in fabbrica dopo averne ridotto il peso nei tavoli di contrattazione. Vengono infatti a cadere anche gli accordi sulle Rsu, sulle rappresentanze sindacali appunto. Per andare dove, si vedrà; ma intanto l’eclisse dell’attuale sistema di rappresentanza, con i vincoli che ne derivano, è assicurata.

Ed è rimasto inascoltato l’ultimo appello fatto dalla Cgil nazionale perché si tenesse conto delle proposte della Fiom. Che, quando nel 2012 nascerà la newco di Mirafiori, resterà fuori dalla rappresentanza sindacale, permessa solo alle sigle che hanno firmato l'accordo.

In cambio delle nuove condizioni lavorative e contrattuali, a Torino arrivano gli investimenti della joint venture Fiat-Chrysler: oltre un miliardo di euro per produrre 280 mila Suv Chrysler e Alfa Romeo l’anno.

L’intesa – secondo le informazioni date dai sindacalisti della Fismic dopo la firma - prevede “il pieno utilizzo degli impianti su sei giorni lavorativi; il lavoro a turni avvicendati che mantiene l’orario individuale a 40 ore settimanali; una crescita del reddito annuo individuale di circa 3.700 euro per la maggiore incidenza delle maggiorazioni di turno; il mantenimento della pausa per la mensa nel turno fino a che la joint venture non andrà a regime (quindi solo fino al 2012); interventi volti a colpire gli assenteisti; la compensazione di oltre 32 euro mensili per l’abolizione della pausa di 10 minuti".

L'azienda, quando la newco andrà a regime nel 2012, chiederà 18 turni di lavoro nell’impianto (da 17, a fronte di una maggiorazione salariale). L’accordo prevede inoltre 120 ore di straordinario all’anno obbligatorie, cancella le pause previste sulle linee di montaggio, porta a fine turno la pausa mensa, per utilizzare così la mezz’ora di mensa anche con straordinari per recuperi produttivi ogni qual volta l’azienda ne avrà bisogno.

La Fiat punta inoltre a portare le assenze dal lavoro dall'8% attuale al 3%.

‘‘La firma nella delegazione ristretta è una firma con vergogna di un accordo senza precedenti che limita la libertà di associazione sindacale. Serve una risposta di tutto il mondo del lavoro’’. Lo dice Giorgio Airaudo. “Ciò che viene proposto per Mirafiori è peggio di ciò che è stato imposto a Pomigliano”. Così il responsabile dell’auto della Fiom, Giorgio Airaudo che aggiunge: “la Fiat vuole semplificare la presenza sindacale nei suoi stabilimenti, una ‘one company’ e una ‘one trade union’ ma visto che non lo può fare rende impotenti e innocui alcuni sindacati e cerca di ‘espellere’ chi dissente”. “Si vuole usare la newco - prosegue - per uscire dal contratto nazionale e dal sistema di regole e rappresentanze confederali. Viene messa sotto esame la Confindustria e gli accordi interconfederali, altra cosa, dunque - conclude - alle limitazioni e alle mediazioni presuntamente imposte alla Fiat”.

“Per quanto ci riguarda, faremo partire gli investimenti previsti nel minor tempo possibile”: è quanto afferma Marchionne in una nota. “Mirafiori - aggiunge – inizia oggi una nuova fase della sua vita”. “Adesso bisogna lavorare per realizzare il contratto collettivo specifico per la joint venture che consentirà il passaggio dei lavoratori alla nuova società Fiat-Chrysler”.

23/12/2010 19:52

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Data invio: 23/12/2010 22:20
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Re: Fiat, Mirafiori fuori da Confindustria, anche la vigilanza è fuori.....
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FIAT: il no della FIOM CGIL al piano per Mirafiori
Per la CGIL, quello che ha portato all'accordo separato per lo stabilimento torinese, è un “sistema autoritario” che esclude il confronto con l'azienda. FIOM CGIL, per la prima volta si cancella l'esistenza del contratto nazionale e si ledono i diritti dei lavoratori, impedendo ad un'organizzazione di avere rappresentanze

Un accordo “indifendibile e vergognoso”, quello che vede, dopo Pomigliano, il no della FIOM CGIL al piano per lo stabilimento FIAT di Mirafiori. E' stato firmato ieri (23 dicembre) a Torino l'ennesimo accordo separato tra azienda e sindacati, senza il consenso della categoria dei metalmeccanici della CGIL. Il piano presentato dall'azienda automobilistica prevedeva modifiche su turni, assenze, pause e straordinari. Inoltre, non solo le due newco che nascono a Mirafiori e Pomigliano saranno fuori da Confindustria, e quindi dagli accordi sottoscritti per i metalmeccanici tra le rappresentanze sindacali e quelle degli industriali, ma di fatto vi sarà una totale esclusione, al loro interno, delle rappresentanze aziendali (RSA) della FIOM in quanto non firmataria del contratto collettivo.

“Per la prima volta si cancella l'esistenza del contratto nazionale e si ledono i diritti dei lavoratori, impendendo ad un'organizzazione, tra l'altro la più rappresentativa del comparto e non solo della FIAT, di avere uomini e rappresentanze”, questo è il duro commento del Segretario Generale FIOM CGIL, Maurizio Landini.

I contenuti dell'accordo peggiorano quanto fatto a Pomigliano, spiega il leader dela FIOM “si riducono le garanzie per i lavoratori e si conferma che non si vogliono pagare i primi giorni di malattia, con sanzioni che possono arrivare fino al licenziamento per i lavoratori che dovessero decidere di scioperare”. Ma “gravi” modifiche sono state apportate anche per quanto riguarda i turni, le pause e gli straordinari, “come FIOM – prosegue il dirigente sindacale - abbiamo sempre detto che siamo disposti a discutere prima di scioperare, ma abbiamo sempre avuto a che fare con una controparte che vuole solo un sindacato corporativo e aziendalista, superando l'idea del sindacato confederale”.

Il leader della FIOM sottolinea come “così facendo, si lede la libertà di ogni singolo lavoratore di aderire all'organizzazione sindacale che meglio lo può rappresentare”. Insomma, avverte Landini, “siamo al ricatto” poiché, conclude “un referendum in queste condizioni è illegittimo perchè si chiede ai lavoratori di rinunciare ai propri diritti”. Infatti, a gennaio, l'accordo sarà sottoposto al voto dei lavoratori.

“Un sistema autoritario che punta a escludere chiunque voglia discutere, contrattare e confrontarsi sulle posizioni dell'azienda”, quello che secondo il Segretario Confederale, Vincenzo Scudiere della CGIL ha portato all'accordo separato per Mirafiori, che costituisce spiega, “uno dei più gravi attacchi alle relazioni sindacali italiane”.

Certamente, per la CGIL, si tratta di un accordo “complicato e difficile” che si è innestato in un permanente equivoco determinato dall'amministratore delegato della FIAT che, sottolinea Scudiere, “invece di spiegare il piano industriale, ha voluto determinare una rottura, prima con Pomigliano e ora con Mirafiori, decidendo di agire in modo unilaterale”. Il dirigente sindacale conclude reclamando “scelte chiare” ed esprimendo la necessità di un nuovo confronto “per capire quali scelte intende fare la stessa Confindustria e le imprese nel loro complesso”. Capire cioè, dice Scudiere, “se si intende proseguire il confronto avviato con il tavolo sulla crescita o sposare la linea dell'amministratore delegato FIAT”.

www.cgil.it

-Quando toccherà a noi venderemo cara la pelle, è dimostrato dall'ultimo sciopero dove c'è stata una adesione intorno al 70-80%.
Adesso dobbiamo fare pressione sui rappresentanti sindacali, sulle segreterie e sensibilizzare i colleghi sulla necessità di uno sciopero anche prolungato, perchè se passa da noi questo scempio è la fine per le nostre vite e quelle delle nostre famiglie!!!

Data invio: 27/12/2010 23:08
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Re: Fiat, Mirafiori fuori da Confindustria, anche la vigilanza è fuori.....
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«È un nuovo ricatto, come a Pomigliano»

Antonio Sciotto - il manifesto

LANDINI (FIOM) Il voto sarà illegittimo
«È la firma della vergogna». Non si trattiene il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, a pochi minuti dalla chiusura dell'accordo a Mirafiori. Un altro senza i metalmeccanici della Cgil. «Non potevamo firmare - spiega - perché si cancella in una volta sola il contratto nazionale, lo Statuto dei lavoratori, le leggi che tutelano il lavoro. E vengono peggiorate le condizioni degli operai alle linee. È come Pomigliano, ma per alcuni versi un'intesa peggiore».
Cosa c'è di nuovo rispetto a Pomigliano? Perché parlate di attacco allo Statuto?
C'è un allegato all'accordo, il cui contenuto noi riteniamo gravissimo. Dice che solo chi è firmatario di questo accordo ha diritto alla rappresentanza sindacale. Cancellano il diritto dei lavoratori a eleggere liberamente le proprie Rsu, si torna indietro quasi alle Rsa nominate dall'alto, se non peggio. E qui sta l'attacco alla legge 300, lo Statuto dei lavoratori, che garantisce, come la Costituzione, il diritto e la possibilità di esercitare pienamente i diritti sindacali.
Praticamente è una norma scritta per far fuori voi, che non avete firmato. È un danno anche per le altre sigle?
Certo, oggi è scritta contro di noi, ma vorrei far riflettere tutti sulla portata storica di questa norma, soprattutto se passa nella fabbrica simbolo della Fiat. Praticamente si sta cambiando la natura delle organizzazioni confederali e delle relazioni industriali italiane, passando da un sindacato che rappresenta i lavoratori, a uno corporativo e aziendale, che fa da gendarme.
Peggiorano anche le condizioni di lavoro? Come?
Su quel piano siamo a una riedizione di Pomigliano, con qualche modifica. Pause ridotte, 120 ore di straordinario invece delle 40 da contratto, la possibilità per l'azienda di ordinare quando vuole le 10 ore sulla linea di montaggio, o di non retribuire le prime due giornate di malattia. Poi ci sono clausole e sanzioni contro i lavoratori che scioperano.
Gli altri sindacati dicono che le nuove condizioni vengono compensate da 3700 euro in più in busta ogni anno, che in tempi di crisi sono indubbiamente soldi.
Ma portare quei soldi a giustificazione, come se fossero una novità di questo accordo, è un assurdo. Sono esattamente i soldi acquisiti in tutti gli ultimi anni di contrattazione aziendale, come maggiorazioni del lavoro notturno, del sabato o della domenica. Dunque è chiaro se se aumentano i turni vengono fuori: su quello non c'è nulla di nuovo.
Con l'intesa la Fiat è uscita dal contratto nazionale?
Questo accordo diventerebbe l'unico contratto collettivo per Mirafiori, dunque sì. È il primo livello, non si fa riferimento ad altro. Vorrei capire come la vede Confindustria, con la Fiat che sta uscendo via via dall'associazione: Emma Marcegaglia non mi pareva convintissima della cosa fino solo a pochi giorni fa. Ma soprattutto, così saltano tutte le regole: è come se nella città di Torino si decidesse d'improvviso di non applicare più la Costituzione italiana.
A vostro parere si andrà nella stessa direzione a Melfi? E magari poi a Cassino?
A questo punto non escludo nulla. Voglio solo ricordare che qualcuno parlava di Pomigliano come «caso unico». E ora vediamo dove siamo.
Ma adesso voi cosa farete? Parteciperete al voto annunciato da Cisl e Uil, e che piace anche a Marchionne? Quello in cui chiede il consenso di almeno il 51%?
Qualsiasi referendum in queste condizioni, con il ricatto tra lavoro, investimenti e diritti, è illegittimo: lo diciamo ora, come lo abbiamo detto a Pomigliano. E anche se otterrà la maggioranza, non basterà a farci cambiare idea sull'accordo: tornando all'esempio di Torino, è come se si tenesse solo lì un referendum per farla uscire dall'Italia.
La Fiom chiede alla Cgil di indire lo sciopero generale. Ora immagino che la richiesta si farà più pressante.
Sicuramente si aggiunge un elemento non di poco conto: l'addio al contratto nazionale e allo Statuto dei lavoratori nel maggiore gruppo italiano. C'è la protesta degli studenti, il Collegato lavoro. Sulla Fiat, comunque, la Fiom aveva già deciso una giornata di mobilitazione per gennaio: dopo quest'accordo, è necessario fare di nuovo il punto.
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-Quando toccherà a noi venderemo cara la pelle, è dimostrato dall'ultimo sciopero dove c'è stata una adesione intorno al 70-80%.
Adesso dobbiamo fare pressione sui rappresentanti sindacali, sulle segreterie e sensibilizzare i colleghi sulla necessità di uno sciopero anche prolungato, perchè se passa da noi questo scempio è la fine per le nostre vite e quelle delle nostre famiglie!!!

Data invio: 28/12/2010 23:02
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Re: Fiat, Mirafiori fuori da Confindustria, anche la vigilanza è fuori.....
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FIAT: LANDINI, SCIOPERO IL 28/1 CONTRO L'ATTACCO A DIRITTI E DEMOCRAZIA

Roma, 29 dic. (Adnkronos)- Sciopero il 28 gennaio prossimi dei metalmeccanici della Cgil contro l«'attacco senza precedenti ai diritti e alla democrazia». È questa la risposta della Fiom annunciata dal segretario generale Maurizio Landini, in un'intervista al Tg3.«Non è vero- ha detto Landini- che per investire in Italia bisogna negare i diritti dei lavoratori. La Fiat non è entrata nel merito di quello che serve veramente a cominciare dall'innovazione. Noi non vogliamo lasciare soli i lavoratori di Pomigliano e di Mirafiori. La Fiom non si cancella con le minacce e la Fiat sta sbagliando perchè senza il consenso non si governano le imprese». «Fim e Uilm stanno diventando sindacati aziendali, sarebbe utile che si fermassero perchè stanno cancellando con le loro mani la loro storia e il loro futuro», ha proseguito Landini per il quale questi accordi sono anche «un pugno in faccia a Confidustria e Federmeccanica. Secondo Landini, poi, il referendum su Mirafiori è «illegittimo perchè mette in discussione i diritti inalienabili dei lavoratori. Non è un fatto di routine quello che sta accadendo a Mirafiori e Pomigliano. Si tratta di un accordo fatto sulla testa dei lavoratori, che non si sono potuti esprimere liberamente, ed è una violazione dei principi costituzionali di diritto del lavoro». Landini invita «tutti i metalmeccanici a manifestare con lo sciopero di otto ore il prossimo 28 gennaio attraverso manifestazioni regionali. Invitiamo tutti ad essere vicini ai lavoratori della Fiat di Pomigliano e Mirafiori. Faremo iniziative per una raccolta di firme per mantenere il contratto dei metalmeccanici così com'è, senza deroghe. Organizzeremo in tutte le città, a partire da Torino, iniziative di mobilitazione e chiederemo di essere ascoltati nelle assemblee elettive». «Stiamo difendendo -prosegue- le libertà sindacali e i diritti dei lavoratori da un attacco di una gravità tale che non ha precedenti nella storia di questo paese. Inoltre il 3 e il 4 febbraio si terranno le assemblee dei lavoratori metalmeccanici per decidere le iniziative opportune per riconquistare un contratto collettivo nazionale».
- «Lo sciopero è anche contro Federmeccanica -prosegue Landini- perchè noi puntiamo a difendere quel contratto perchè se una grande azienda italiana decide di sovvertire le regole, c'è il rischio che altri possano seguirla. La Fiat sta cancellando il lavoro in questo paese, sostituendolo solo con l'impresa. I lavoratori così diventano 'schiavì, ricattati e senza diritti. Quello che sta facendo la Fiat in Italia è contro gli interessi del nostro paese». E infine Landini si dice «preoccupato per i famosi 20 miliardi di investimenti della Fiat di cui non si è discusso. Non c'è un piano industriale discusso con sindacati o con il governo. Pomigliano e Mirafiori valgono 1,8 miliardi e gli altri? E dove sono i nuovi modelli della Fiat? In realtà aspettiamo molte risposte che la Fiat ancora non ci ha dato».
www.controlacrisi.org



-Quando toccherà a noi venderemo cara la pelle, è dimostrato dall'ultimo sciopero dove c'è stata una adesione intorno al 70-80%.
Adesso dobbiamo fare pressione sui rappresentanti sindacali, sulle segreterie e sensibilizzare i colleghi sulla necessità di uno sciopero anche prolungato, perchè se passa da noi questo scempio è la fine per le nostre vite e quelle delle nostre famiglie!!!

Data invio: 29/12/2010 22:47
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