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Signori...è così ci siamo...è stata effettuata recentemente da alcune ore una proposta di legge che vedrà l'impiegamento di Guardie Giurate di IVP impiegati a difendere le navi mercantili nazionali Italiane nelle acque dove risiede un rischio o meglio una minaccia di un possibile attacco da parte di milizie.
Che dire....Penso che questa sia un ottima cosa..la considerazione verso il nostro settore tende a crescere..Non ci importa se lo stato lo fa o non per i propri interessi,ma di sicuro le GPG con questa proposta acquisteranno maggiore autorevolezza d'impiego.Ecco tutto qui:
Autorizzazione all’imbarco e all’utilizzo di armi, da parte di guardie private, ...a bordo del naviglio nazionale, in navigazione in acque a rischio pirateria.Visualizza altro CAMERA DEI DEPUTATI
... XVI LEGISLATURA
PROPOSTA DI LEGGE
D’INIZIATIVA DEL DEPUTATO
POLLEDRI
Autorizzazione all’imbarco e all’utilizzo di armi, da parte di guardie private, a bordo del naviglio nazionale, in navigazione in acque a rischio pirateria.
Onorevoli colleghi! - Il fenomeno della pirateria marittima è in significativo aumento in diverse aree geografiche di notevole importanza per i traffici marittimi nazionali ed internazionali, tra le quali spicca la vasta regione adiacente alla Somalia. Un recente reportage dell’Economist ha evidenziato come durante il solo 2010 nelle acque prospicienti quel Paese si siano registrati ben 219 attacchi, contro i 35 censiti nel 2005. La pirateria marittima ha rilevanti conseguenze umane e economiche che concernono anche l’Italia.
Proprio per questo motivo è parso indispensabile adottare misure e provvedimenti per affrontare in modo più efficace questa minaccia che grava sopra i nostri marittimi, le loro famiglie e le nostre imprese di navigazione. Un primo intervento è stato compiuto con le disposizioni dell’articolo 5 del Decreto Legge n.107 del 12 luglio 2011, convertito in Legge n. 130 del 2 agosto 2011, che hanno previsto l’imbarco sui mercantili in transito per il Golfo di Aden di appositi Nuclei Militari di Protezione, squadre delle Forze Armate dislocate a Gibuti e quindi ospitati sulle navi, e dischiuso la via all’impiego anche di guardie giurate dipendenti dalle società di sicurezza privata. Tale assetto costituisce certamente un passo in avanti, che pare tuttavia ancora insufficiente ad assicurare adeguata protezione alla totalità del naviglio mercantile a rischio.
Di qui, la necessità di predisporre norme nuove, più agevolmente applicabili a tutte le nostre unità, e non soltanto ad alcune, nonché in grado di offrire uno strumento di autodifesa realmente efficace, che possa garantire quei diritti inviolabili che la pirateria lede con l’uso della violenza.
La presente Proposta di Legge nasce precisamente con questo obiettivo, che ritiene di perseguire ampliando la facoltà degli armatori di ricorrere, senza oneri per lo Stato, alle guardie private, nel pieno rispetto dei principi fondamentali del nostro ordinamento, tra i quali si richiamano di seguito:
a) l’autodifesa, intesa come espressione del diritto di tutelare l’integrità della propria vita e della propria libertà;
b) la tutela della proprietà privata, intesa come emanazione del diritto di godere dei frutti del proprio lavoro, di quanto è il prodotto o il risultato dell’uso dei beni legittimamente posseduti;
c) la difesa della libera iniziativa commerciale, intesa come mezzo per soddisfare le esigenze e le aspirazioni naturali dell’uomo;
d) la sussidiarietà, in base alla quale debbono essere demandate al settore privato tutte quelle attività di utilità pubblica che quest’ultimo possa svolgere in maniera più efficace dell’apparato statale, al quale resterebbero comunque compiti di organizzazione e vigilanza.
Il provvedimento che sottoponiamo all’attenzione del Parlamento consta materialmente di otto articoli che definiscono, rispettivamente, gli ambiti di applicazione della Legge, le modalità di imbarco, detenzione ed uso delle armi a bordo dei mercantili esposti alla minaccia della pirateria, i requisiti richiesti alle guardie private da imbarcare e l’imputazione delle responsabilità concernenti l’attivazione delle squadre preposte all’autodifesa delle navi.
L’iniziativa è urgente: si ricorda che al momento in cui la presente iniziativa legislativa viene depositata una nave italiana risulta ancora in mano ai pirati somali, insieme a cinque marinai, da ben nove mesi privati della loro libertà personale e trattenuti sotto minaccia di morte, al solo fine di estorcere un riscatto. Alla sofferenza di queste persone si somma ovviamente quella dei marittimi già stati sequestrati in passato, delle loro famiglie e degli armatori, che certamente non hanno subito solamente un danno economico da questo genere di crimine. Su queste basi, si raccomanda la sollecita approvazione del provvedimento.
Autorizzazione all’imbarco e all’utilizzo di armi, da parte di guardie private, a bordo del naviglio nazionale, in navigazione in acque a rischio pirateria
Art. 1
Ambito di applicazione
1. Ferme restando le disposizioni concernenti l’impiego di guardie giurate, di cui all’articolo 5 comma 4 del Decreto Legge n.107 del 12 luglio 2011 convertito in Legge n. 130 del 2 agosto 2011, tutte le navi, come definite dal Decreto 963/2011 del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, battenti bandiera italiana, possono imbarcare a bordo senza oneri per lo Stato squadre di sicurezza composte da guardie private appartenenti a società di security.
2. Le squadre, di seguito definite security team, sono equipaggiate di armi non automatiche, per la difesa dell’equipaggio e del carico della nave su cui sono imbarcate da atti di pirateria.
Art. 2
Società di security
1. Le società di security contraenti debbono essere iscritte alla Camera di Commercio, garantire che il personale impiegato soddisfi i requisiti di cui all’art. 5 ed essere assicurati rispetto ad eventuali danni arrecati a terzi.
2. Le società di security debbono individuare ed indicare alla compagnia armatrice un responsabile del security team che risponde dell’attività del team a bordo della nave.
3. Il team di security non potrà mai essere composto da meno di tre persone, in possesso dei requisiti di cui all’articolo 3.
4. L’impiego di altre dotazioni di security, che non rientrino nella classificazione di armi è permesso e costituisce oggetto di intesa tra la società di security e la compagnia di navigazione.
5. La società di security deve consegnare alla Compagnia di navigazione un documento riportante le regole e le modalità d’ingaggio e le misure passive che verranno applicate in caso di attacco di pirateria. In tale documento riservato dovrà essere evidenziato che:
a) per quanto riguarda la gestione operativa della nave è il Comandante che, secondo il suo giudizio professionale, ha l’autorità di agire ed impartire gli ordini necessari per la salvaguardia della vita umana, per la sicurezza della nave, per la protezione dell'ambiente e della sicurezza, siano essi in accordo o meno con le procedure ed istruzioni fornite dalla Compagnia, dal noleggiatore o da terzi;
b) le armi saranno impiegate solo per l’autodifesa;
c) sarà rispettata in ogni caso la dignità umana degli attaccanti, che in caso di cattura saranno consegnati alle autorità competenti individuate dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto.
Art. 3
Requisiti Guardie private
Per assolvere i compiti di antipirateria di cui all’articolo 1 della presente Legge, le società di security impiegano guardie private, che devono vantare i seguenti requisiti:
a) non meno di tre anni di esperienza militare o in un corpo di polizia dello stato.
b) la frequenza di un corso di 36 ore presso un centro di Formazione in Maritime security autorizzato dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto che contempli l’insegnamento delle seguenti discipline: Elementi di costruzione navale, Normativa internazionale, comunitaria e nazionale di maritime security. Ship Security Assessment e Ship Security Plan, Tecniche operative di pirateria, Misure passive antipirateria, Gestione attacco di pirateria, Tecniche di tiro.
c) il possesso del porto d’armi.
Art. 4
Doveri della Compagnia di navigazione
La compagnia di navigazione deve garantire l’applicazione di tutte le misure relative alla sicurezza della navigazione per i componenti del security team.
Art. 5
Detenzione armi
Le armi di cui all’articolo 1 della presente Legge debbono essere detenute a bordo nel Locale deposito munizioni, così come individuato dall’articolo 4 del Decreto 963/2001 del Comando Generale delle Capitanerie di Porto.
Art. 6
Acquisto e detenzione armi e munizionamento
1. L’acquisto delle armi e del relativo munizionamento deve avvenire da parte dell’Armatore o del Rappresentante Legale, il quale riceve dalla Capitaneria di Porto d’iscrizione l’autorizzazione, quale armatore di nave soggetta a questa normativa e possibilmente impiegata in viaggi in aree ad alto rischio pirateria.
2. Ottenuta l’autorizzazione, l’Armatore o il Legale Rappresentante può acquistare le armi ed il munizionamento e dovrà denunciare tale acquisto alla Capitaneria di Porto d’iscrizione, che provvede a darne notizia alla Questura competente per territorio. La denuncia deve contenere i dati identificativi delle armi, che non possono superare il numero di otto tra armi corte e lunghe, e del munizionamento, che non deve superare nel totale il numero di 1.600. A seguito della denuncia l’Armatore o il Legale Rappresentante può trasferire le armi a bordo.
3. Una volta a bordo le armi sono gestite sotto la diretta responsabilità del Comandante che rilascia ricevuta delle armi presenti a bordo e del loro munizionamento. Una copia di questo documento è trasmesso alla Capitaneria di Porto presso la quale è stata fatta la denuncia delle armi.
Art. 7
Impiego delle armi
1. Le armi ed il munizionamento sono assegnati personalmente dal Comandante della nave ad ogni singola guardia giurata della squadra di sicurezza imbarcata, di seguito security team, al momento in cui salgono a bordo.
2. Le armi ed il munizionamento sono restituiti personalmente dai componenti del security team al Comandante della nave, al momento dello sbarco.
3. Il Comandante della nave ha l’obbligo di registrare la presa in carico delle armi e del munizionamento, indicando il nominativo dell’assegnatario, la matricola dell’arma o delle armi e la quantità e tipologia del munizionamento. Su tale registro, il Comandante annota, altresì, le motivazione della mancata consegna delle armi o del munizionamento. Copia delle pagine del registro contenente questi dati è trasmessa dal Comandante alla Capitaneria di Porto d’iscrizione, tramite il Company Security Officer, allo sbarco del security team.
4. Le armi di cui all’articolo 6 possono essere impiegate nelle acque internazionali a rischio pirateria, come individuate da dal Decreto Legge n. 107/07, da personale civile italiano diverso dall’equipaggio, appartenente a società italiane di sicurezza.
5. L’impiego operativo delle armi da parte del security team può avvenire solo previa autorizzazione del Comandante che, sentito il responsabile del security team, autorizza l’apertura del fuoco al solo scopo di difendere l’equipaggio, la nave ed il carico.
Art. 8
Entrata in vigore
La presente Legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
Esprimete i vostri pareri.E' fondamentale sapere come noi tutti la pensiamo.Grazie
Data invio: 21/12/2011 12:31
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