Esperto 
Iscritto il: 18/1/2013 18:03
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Ed ora mettiamo i piedi in terra. Aimè, l’eccesso di difesa non è certo un artificio nelle nostra aule di tribunale, proprio in un Paese - il nostro - dove la difesa legittima assume smisuratamente i contorni della giustizia privata. Veniamo al sodo.
Il calibro. Nessuno vieta di difendersi con un’arma di grosso calibro, ma decidere un calibro ritenuto dal giudice eccessivamente sproporzionato può materializzarsi l’idea di volere uccidere l’aggressore e non di fermarlo, soprattutto se a disposizione hai altra arma, meno potente, ma efficace, come nella difesa abitativa.
Lo sparo. Altra questione correntissima, è il numero dei colpi andati a segno. Scaricare addosso un intero caricatore ad un assalitore anche se pericoloso, ci mette immediatamente spalle al muro per la giustizia italiana. Non solo, ma anche andare a segno con un secondo colpo mortale, la dove risulterà che il primo era non mortale, ma sufficiente a fermare l’aggressione, ci farà diventare da vittima, carnefice. E da qui scaturisce un grosso problema operativo: il doppio colpo. In tutti i reparti operativi del mondo (Italia esclusa) insegnano a doppiare il colpo per assicurare un ottimale potere d’arresto (doublette). Qui da noi son problemi.
In pratica, l’efficacia per la vittima è ovviamente proporzionale al danno per il carnefice. Ma per la legge risulta importante tenere in considerazione solo il secondo punto. Ecco che allora tra le altre sono vietate munizioni espansive…
Data invio: 17/8/2013 15:34
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