Meritiamo rispetto

Messa da parte l'ilarità con cui sono state accolte le norme relative alle armi contenute nel decreto Antiterrorismo – in tono più serio e autorevole ce ne parla invece nelle pagine seguenti il nostro Biagio Mazzeo – sono circolate voci alquanto preoccupanti circa eventuali misure che il governo intenderebbe adottare. Tanto che è nato a Roma il Comitato Direttiva 477 (lo si trova su Facebook), al quale questa rivista ha aderito; si tratta di una lodevole manifestazione spontanea di operatori del settore, ma anche di semplici cittadini, giustamente indignati dall'assoluta mancanza di rispetto che le autorità palesano nei nostri confronti.
Prendiamo il caso degli appassionati di armi, e con questa dizione comprendiamo i tiratori, i collezionisti e i cacciatori: esiste una categoria di cittadini italiani più controllata? Crediamo proprio di no. Per il semplice fatto che una persona onesta detiene legalmente delle armi può subire un controllo nella propria dimora da parte dell'autorità e l'autorizzazione del magistrato non è nemmeno necessaria. Se l'autorità commette un abuso, anche non grave, può il detentore di armi fare valere i propri diritti? Difficilmente, perché l'autorità ha il coltello dalla parte del manico e un potere discrezionale molto forte nei suoi confronti. E allora?
Veniamo agli aspetti economici del settore armi: si stima che produca lo 0,5 per cento dell'intero Pil italiano, ma se aggiungiamo l'indotto crediamo sia molto di più. Siamo ormai i più qualificati produttori al mondo di armi sportive, cosa di cui ci si potrebbe vantare e invece la cosa viene regolarmente taciuta dai media che contano. Si parla, spesso a vanvera, di made in Italy, ma quello che producono le aziende del nostro settore è veramente frutto del nostro ingegno e della nostra capacità imprenditoriale: un fiore all'occhiello che, di questo passo, potrebbe davvero appassire.

Paolo Tagini

http://www.armiebalistica.com/

Allega:

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A pagina 6 si parla di guardie giurate : i rischi del mestiere.