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Armi e Balistica nr 45 in edicola |
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4/1/2007 19:21 Da VERONA
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La politica dell'equivoco
In più di un’occasione si è sostenuto che la difesa dei cittadini è compito esclusivo delle forze dello Stato, che dunque il cittadino deve rinunciare a difendersi e che in caso di aggressione dovrebbe limitarsi ad attendere fiducioso l’arrivo dei Carabinieri o della Polizia. Riteniamo utile, per una serena comprensione dell'argomento, rivedere brevemente alcuni concetti essenziali. La sicurezza dei cittadini è certamente compito dello stato, vale a dire che le istituzioni debbono effettivamente garantire che la vita del paese si svolga in maniera ordinata e nel rispetto generalizzato delle leggi e delle convenzioni. Lo Stato deve farsi carico delle azioni di controllo e di prevenzione della delinquenza, deve assicurare l’ordine pubblico e deve intervenire prontamente laddove si creino situazioni di pericolo per la gente. Fra i compiti di ispezione dello stato rientra anche l’attività di controllo sulle armi in possesso dei cittadini, soprattutto su quelle clandestine detenute illegalmente. Chiarito il concetto di sicurezza, è ora bene ricordare quello di difesa. Già la definizione lessicale (“diritto della persona a salvaguardare la propria incolumità contro un aggressore, facendo anche ricorso alla forza”) ci fa capire che, mentre la sicurezza è un concetto generale attuabile soprattutto mediante l’azione pubblica di controllo e prevenzione, la difesa è un diritto individuale – previsto nel nostro ordinamento all'art. 52 del codice penale – che come tale è inalienabile. Nessuno può impedire a un’altra persona di difendersi e se una persona è costretta a difendersi, deve farlo con gli strumenti più efficaci possibili. Certo, se la forza pubblica è in grado di difendere prontamente un cittadino impedendo che si consumi un’aggressione ai suoi danni, tanto meglio. Ma se la forza pubblica non arriva in tempo o non arriva affatto perché materialmente è impossibilitata a farlo? Se per difendere la vita o i beni propri non c’è altra risorsa dell’autodifesa, cosa si deve fare? È palese che in questi casi ci si deve difendere da soli. E poi, se un cittadino è stato aggredito e ne subisce conseguenze fisiche o morali, è forse chiamato a risponderne lo stato che non è accorso a garantirgli la difesa? Chi sostiene che la difesa è compito esclusivo dello stato fa un ragionamento che porterebbe a conseguenze veramente preoccupanti, perché equivoca fra sicurezza e difesa. Paolo Tagini http://www.armiebalistica.com
Data invio: 29/9/2015 6:06
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