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La rapina milionaria era inventata: guardie giurate in stato di fermo |
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5/8/2016 23:57 Da Piemonte
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di Valentina Reggiani
Probabilmente lo avevano studiato da un po’ il colpo milionario, quello che speravano avrebbe cambiato le loro vite. E sicuramente non si può parlare di professionisti del crimine: zero o quasi precedenti alle spalle e tanti dettagli a cui proprio non avevano pensato, evidentemente. Come le telecamere piazzate sull’autostrada A22 che li hanno ripresi mentre viaggiavano in tutta tranquillità. Non c’è stato alcun assalto. Nessuno è stato minacciato con fucili a canne mozze e non c’è alcun bandito in libertà. Si erano inventate tutto le due guardie giurate che hanno denunciato di essere state tenute in ostaggio e rapinate da un commando di rapinatori dell’Est Europa a mezzanotte di mercoledì, sulla Brennero, poco dopo l’uscita di Carpi (questo avevano raccontato). Gli uomini della squadra mobile di Salvatore Blasco, con i colleghi di Bologna, Parma e Reggio Emilia hanno impiegato meno di 48 ore per chiudere il cerchio ed emettere due fermi nei confronti delle presunte vittime dell’assalto a mano armata. I due, un napoletano di 35 anni ed un crotonese di 57, entrambi residenti in Germania, sono stati sottoposti ad interrogatorio ieri mattina e restano in carcere, hanno confessato. Recuperata l’intera refurtiva: era nascosta in un garage, a Reggio Emilia. Parliamo di orologi, gioielli e contanti per oltre dieci milioni di euro e ieri i proprietari, che avevano commissionato il trasporto, tra aziende e privati hanno ringraziato la polizia. Oltre ai due fermi per simulazione di reato e appropriazione indebita c’è un terzo indagato perchè l’intero colpo si basava su una sorta di gestione familiare. Figura chiave nella vicenda, infatti, il nipote del crotonese: un 44enne residente a Reggio Emilia, di professione idraulico che si è occupato di svuotare il blindato e nascondere il bottino in un garage di una ignara amica, in via Goito a Reggio. È stato lui a confessare per primo, dinanzi agli agenti della mobile che avevano fatto irruzione nella sua abitazione. «Il mio compito era quello di nascondere il bottino – ha dichiarato – il colpo era stato organizzato dieci giorni fa ed io, in cambio del ‘favore’ allo zio, mi sarei tenuto una fetta del bottino, centomila euro». Per il momento il reggiano risulta solo indagato: si è mostrato collaborativo con le forze dell’ordine ed è crollato dopo poche domande, accanto alla moglie, ignara di tutto e alla figlioletta. Il fermo è scattato venerdì notte: non c’era tempo da perdere perchè le due guardie stavano per fuggire in Germania. A capire come la rapina fosse solo una messinscena gli agenti ci hanno messo pochissimo: il racconto dei due vigilantes faceva acqua. L’intuito investigativo e le indagini tecniche, con intercettazioni ambientali hanno fatto il resto. Ma, soprattutto, dai filmati di videosorveglianza dei varchi autostradali è spuntata si l’immagine di un mezzo, un furgone che certo non apparteneva ai rapinatori armati. Alla guida, infatti, c’era proprio il nipote della guardia. https://www.google.com/amp/s/www.ilres ... to-di-fermo-1.4866740/amp
Data invio: 3/11/2019 8:33
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