Sono i più giovani, gli studenti, a trasgredire le regole anti covid. Non indossano la mascherina e si scambiano drink ed effusioni

ascherine quasi inesistenti, assembramenti diffusi, e in genere il rispetto delle misure anti covid annacquato nei bicchieri come un drink con troppo ghiaccio: nonostante i richiami del Prefetto e delle autorità dopo lo scorso weekend, il sabato sera triestino (26/09/2020) si dimentica che i contagi da coronavirus crescono e fa come se nulla fosse successo.
In piazza Venzia, a due passi da via Torino, i cinque vigilantes pagati dai locali per evitare che la gente si raggruppi fuori dalle pertinenze dei bar, non possono nulla: del resto, ad attirare i ragazzini fuori da qualche pub c'è addirittura un dj set, il caos è inevitabile.
E' la fascia tra i 14 e i 20 anni la più indisciplinata: gli stessi ragazzi che a scuola non possono prestarsi un temperino, ballano, stanno vicini, si scambiano drink e sigarette.
Le guardie giurate collaborano con le forze dell'ordine. Ma la loro presenza, per ammissione del prefetto Valenti, è preventiva e non repressiva. Intervengono solo in caso di bisogno, specie per evitare le risse tra minorenni in stato di alterazione che avvengono ogni sabato.
Dopo mezzanotte, la Polizia Locale ha multato tre locali, non per il mancato rispetto delle regole anti covid bensì per la musica alta, su segnalazione dei residenti.
431 le persone controllate ieri, nessuna multa: eppure, anche nelle altre zone del divertimento triestino, da Ponterosso dove ci sono i soliti stand enogastronomici a Cavana, di mascherine se ne vedono poche, e ai tavoli all'aperto le distanze tra gli avventori non sono mantenute quasi mai.
Due le eccezioni: piazzetta Barbacan e piazza Verdi, dove l'età media è più alta e anche un concerto fila liscio, con i vigilantes che ricordano a tutti di coprirsi naso e bocca.

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