Utente Vip 
Iscritto il: 8/5/2008 0:19
Gruppo:
Utenti registrati Utente Vip Moderatore Armi e Dotazioni.
Messaggi : 926
|
FM65: "...il porto d'armi che abbiamo come GPG non appartiene a noi ma bensì all'istituto di vigilanza che viene girato a nostro nome e basta quando finisci di fare la GPG devi riconsegnare il tutto..."
Quanto affermi non è corretto, infatti la licenza di porto di pistola e rivoltella o arma lunga per uso difesa personale è titolo di polizia appartenente alla categoria delle "autorizzazioni a termine", e per quanto espressamente previsto, queste non sono ne trasmissibili ne delegabili ma esclusivamenti personali. Esse iniziano e terminano a produrre effetti legali, con il solo soggetto, "oggetto" della stessa. La menzione dell'I.V.P. all'interno della personale licenza di porto d'armi per difesa personale conseguente all'emissione del decreto di nomina a g.p.g. del prefetto, è semplicemente l'oggetto dell'esercizio della stessa funzione di gpg con il quale l'i.v.p. esercita a sua volta la funzione "autorizzata" da apposita licenza prefettizia. Con quel titolo di polizia, a seguito del decreto di nomina, il soggetto "comandato" dall'i.v.p., è autorizzato ad esercitare la funzione di g.p.g., presso i beni mobili ed immobili su cui l'istituto a sua volta autorizzato, esercita l'attività di vigilanza su espresso "incarico" del privato, in forma scritta. Sintetizzando ancor di più, la gpg è autorizzata a svolgere servizio armato per mezzo del "SUO" porto d'armi, "SOLO" presso i beni mobili ed immobili dell'I.V.P. Questo è l'unico motivo per cui l'I.V.P. viene menzionato all'interno del porto d'armi, che nulla importa ai fini della "proprietà" effettiva del titolo di polizia. La menzione di cui sopra, può essere sostituita, nei casi di gestione diretta del servizio di vigilanza ad opera dello stesso titolare del bene mobile o immobile. In questo caso la g.p.g., nominata con decreto prefettizio su proposta del privato/i proprietario/i del bene/i oggetto della richiesta (anzichè dell'i.v.p.), ottiene la licenza di porto d'armi, con la trascrizione all'interno dello stesso della/e proprietà o attività da vigilare (anche in questo caso nulla a che vedere con la "proprietà" del titolo autorizzatorio a portare armi per difesa personale. Del resto la stessa definizione contenuta nella licenza di "difesa personale", quale motivo fondante della concessione, è sinonimo della titolarità del diritto esercitato. Non appena l'attività in questione cessa, vengono espressamente meno i motivi che hanno consentito il rilascio della licenza di porto d'armi (motivi che possono finire per situazioni completamente diverse, ma con lo stesso risultato, anche per le concessioni ai privati cittadini non g.p.g.), e il titolo viene "revocato", non all'I.V.P., ma al singolo intestatario del porto d'armi. Ancora, il porto d'armi non va "consegnato" obbligatoriamente all'I.V.P., ma alla prefettura che l'ha rilasciato. Con la consegna all'I.V.P., si delega lo stesso ad esercitare la consegna di cui sopra. Il titolo, produce effetti anche dopo le dimissioni dall'i.v.p., per il periodo intercorrente dalla consegna nei termini dello stesso alla prefettura, al provvidemento eventuale (se non si ri-esercita la professione) di revoca dello stesso organo. E' invece corretto asserire, che licenza di porto d'armi per uso difesa personale ed esercizio della professione di gpg sono espressamenti correlati come i motivi di grave pregiudizio alla propria personale incolumità, alla concessione della stessa licenza per il privato non gpg.
Data invio: 9/8/2009 11:31
|