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Premessa. Questione Vigilanza privata, guardiania e portierato
Se da una parte a fronte del moltiplicarsi di oggettive esigenze di sicurezza, è aumentata l’incertezza del confine che definisce la vigilanza privata rispetto ad altre attività similari, con la conseguenza del verificarsi di frequenti sconfinamenti da parte di imprese individuali e società multiservizi che pongono in essere una concorrenza sleale nei confronti degli istituti di vigilanza privata,
di contro gli istituti di vigilanza privata svolgono spesso servizi attinenti alla sicurezza in senso lato, molte volte assai diversi tra loro ma estranei all’attività propria degli istituti di vigilanza.
In altri casi, gli istituti di vigilanza, in violazione del principio della territorialità della validità dell’autorizzazione, operano una concorrenza sleale nei confronti degli istituti di vigilanza di altre province.
Al fine di porre dei punti fermi, è necessario richiamare alcuni criteri di massima elaborati dalla giurisprudenza sulla base dei principi e delle poche regole dettate in materia.
Differenze sostanziali tra i servizi
1. L’attività di guardiania e portierato svolti da società “global service”, “di servizi integrati” regolarmente iscritte alla Camera di Commercio, che hanno nell’oggetto sociale “la fornitura del servizio di vigilanza e custodia di stabili rustici ed urbani”, ed agiscono senza i vincoli normativi cui sono soggetti gli istituti di vigilanza, si differenzia da quella di vigilanza privata sostanzialmente in relazione al tipo di servizio richiesto al “portiere”, che non attiene esclusivamente alla generica sorveglianza dell’immobile cui lo stesso è adibito ma è anche collegato allo svolgimento delle attività che nello "stabile" si compiono.
2. Diversamente il servizio delle guardie particolari giurate (guardie armate) si attiene esclusivamente alla prevenzione e repressione delle attività predatorie e, quindi, di difesa del diritto di proprietà e per questo è soggetta a regime dell’autorizzazione di polizia.
3. Anche le guardie giurate (guardie disarmate), svolgono queste ultime mansioni ma l’attività professionale di sorveglianza disarmata è limitata alla sola segnalazione all’Autorità di Polizia di eventi suscettibili di causare danno o pericolo a beni privati, è soggetta a regime autorizzatorio in ragione della continuità delle relazioni che la medesima comporta con le Forze dell’Ordine.
Quindi mimmo299 saprà da solo inquadrarsi nelle giuste proporzioni. Di fatto, la “vigilanza” proposta in apertura in questa discussione, cioè la presenza di un addetto in un cantiere della TAV praticamente immerso nella campagna sperduta, è possibile nelle regole in tutti i tre punti sopra esposti. Basta che le mansioni affidate ai guardiani, rispettino i ruoli di competenza evidenziati.
Risposta alla domanda
Mi pare di capire che la questione ruoti attorno al problema che un fondo pubblico è stato delimitato con “delle semplici barriere arancioni”. Credo sia fatto riferimento alla Rete Estrusa arancio. Le Reti Plastiche per la Delimitazione dei Cantieri sono il corretto complemento alle recinzioni mobili o a quelle preesistenti al fine di definire correttamente l’area di cantiere, sia urbano che stradale, come richiesto dalla normativa vigente (D. L. 493/96).
Per questo è necessario che il luogo di attività sia delimitato totalmente in altezza adeguata ad impedire il passaggio.
Quando il cantiere interessa la strada deve rispettare anche le indicazioni del Codice della Strada.
In entrambe i casi i limiti del cantiere devono essere muniti di tabelle e mezzi di illuminazione, lampeggianti e rifrangenti a seconda delle esigenze.
Queste barriere che hanno sicuramente l’evidente scopo di limitare (quando conducono) o di vietare (quando senza sbocco) il passaggio, essendo generalmente tutte o in parte amovibili dagli addetti per giustificati motivi di praticità durante i lavori, la comunque NON casuale violazione dei limiti chiaramente imposti, comporta la violazione di proprietà privata, ammesso pure che per questo tali fisse demarcazioni non siano forzate commettendo allora in aggiunta, il reato di danneggiamento dell’area di cantiere.
Chiunque penetrati violando le barriere del cantiere o scavalcando le stesse senza rispettare i divieti (che dovrebbero essere presenti all’ingresso e se si tratta di un’area vasta posti in qualsiasi possibile varco e cadenzati nel perimetro), se individuati, nei loro confronti scatterà, con ogni probabilità, un procedimento penale al vaglio delle Autorità inquirenti, in quanto responsabili della violazione del cantiere, infatti chiuso al pubblico per il completamento dei lavori di realizzazione e dove potrebbero essere ancora incompleti per l’esecuzione, dei collaudi previsti dalla legge.
Certo che il responsabile della sicurezza, e i responsabili dell’impresa devono delimitare la zona interessata impedendo facile accesso in rispetto delle minime misure di sicurezza in rapporto ai rischi e non da meno su segnalazione motivata del custode, eventualmente avendo cura di rafforzare le misure di protezione dell’area ancora chiusa al pubblico.
Concludo con alcune regole di interesse, anche se la violazione di un cantiere comporta particolari attenzioni distinte di volta in volta, caso per caso, dai giudici competenti.
Codice Penale Libro II / Titolo XIII Reati contro il patrimonio Art. 637 Ingresso abusivo nel fondo altrui Chiunque senza necessita' entra nel fondo altrui recinto da fosso, da siepe viva o da un altro stabile riparo e' punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a Euro 103,29.
Oltre 1.80, credo che scatti la normativa di FONDO CHIUSO
Codice Penale Art. 614 Violazione di domicilio Chiunque si introduce nell'abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essi, contro la volonta' espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi s'introduce clandestinamente o con inganno, e' punito con la reclusione fino a tre anni. Alla stessa pena soggiace chi si trattiene nei detti luoghi contro l'espressa volonta' di chi ha diritto di escluderlo, ovvero vi si trattiene clandestinamente o con inganno. Il delitto e' punibile a querela della persona offesa. La pena e' da uno a cinque anni, e si procede d'ufficio, se il fatto e' commesso con violenza sulle cose, o alle persone, ovvero se il colpevole e' palesemente armato.
Conclusioni
a. Rassicurati che le disposizioni inerenti le modalità di recinzione e sicurezza del cantiere siano regolari; ricordo che vestiario, protezioni e modalità devono corrispondere nelle regole previste (626) per chiunque operi nelle aree di cantiere, guardia o guardiano che sia, compresi; e che le zone di lavoro anche per questi ultimi, devono corrispondere altresì alle medesime regole, garantendo, per esempio, luce nei luoghi di passaggio e luce di emergenza nei casi di black-out. Sempre; soprattutto nei cantieri, per chiunque operi e non solo per i dipendenti della ditta che si lavora in appalto.
b. La sicurezza nel lavoro di tua pertinenza, deve essere trattata prima, dopo e durante dal RSPP e dagli RLS dell’azienda per cui dipendi (e a tutti questi devi fare riferimento), in concomitanza del RSPP dell’azienda per cui l’ivp o la service, è in appalto.
c. Dovresti già avere o chiedi preventivamente al Responsabile ivp o service per cui lavori, consegne specifiche e scritte sul tuo operare con relative modalità di comportamento per ogni possibile disservizio o “fuori programma”, colmando qualsiasi possibile lacuna di intervento coi responsabili addetti. La materia, il tuo responsabile deve trattarla con pari merito cliente, per poi fornirti comunicazione scritta (Ordine di servizio o Consegne).
d. Verifica che ogni ordine sia pertinente al tuo incarico (vedi sopra punti 1, 2 e 3), altrimenti chiarisci.
Spero di essere stato utile.
Data invio: 8/1/2010 0:01
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