La denigrazione che evidenzi tra le sfaccettature dei “luoghi comuni” che intendi, sono tutt’altro che frutti riprodotti in maniera automatica e sostanzialmente senza cognizione di causa, essendo solo la migliore ipotesi finora formulata che può spiegare i fatti fino ad adesso osservati.
Luogo comune come antitesi del metodo scientifico.
Le prove che numeri sono alla fin-fine queste delle vere e proprie ovvietà divenute obsolete. In conclusione il rapporto tra luoghi comuni e verità è tutt'altro che banale e scontato.
Per te, il “succo” della questione sarebbe che la forza del sindacato sono i lavoratori.
Vero. Ma ciò è ormai divenuta mera propaganda (luogo comune) di un “sindacato corrotto e malato” che non tutela neppure più gli iscritti e organizza alla bisogna scioperi di facciata destinati al solito “flop” quindi di comodo per il datore rincarando la dose delle colpe su dipendenti, invece così voluti, elaborati e ottenuti fin dall’assunzione come i medesimi che li rappresentano e da cui, oltre tutto, scaturiscono, impantanando la categoria sempre allo stesso modo!
Volendo, alla meno peggio, credere che rappresentanti di categoria e sindacalisti professionisti cui i primi si rifanno, sono dei semplici sprovveduti, ma volendo più verosimilmente rivolgermi a quei pochissimissimi che fanno sindacato per l’interesse della categoria, allora è il caso che si cominci a guardare oltre il proprio naso e capire che il meccanismo è più grave della “non partecipazione” dei lavoratori. Anzi, questo “effetto finale” è semplicemente causato di una ben più complessa e acuta macchinazione!
Il punto di partenza sono i burattinai assolutamente possibilitati, che innescano nell’ombra un meccanismo perverso a suon di leggi, circolari e normative spesso filtrate da prefetti, questori e aziende che ripropongono in altre chiavi ordinanze inadeguate alle guardie. Un Ordinamento di Ordinanze volatili, divise e suddivise. Regolamenti del momento sempre pronti a sbilanciare il tentativo di raggiungere un possibile equilibrio. Vecchi e potenti. Ma attenzione, tutti promettono ma nessuno dà... la risposta è elementare: tantissimi politici hanno le mani nel nostro settore. Secondo voi aumentano la paga delle Guardie?
Potrei continuare e alzare il tiro, facendo emergere come i politici sono semplici camerieri del potere economico, ma andiamo troppo oltre, e sforiamo nella politica.
Bello il sindacato apolitico. Ma dal momento che sindacati e partiti mirano a medesimi obiettivi delle classi lavoratrici, spesso i sindacati ed i partiti dei lavoratori si trovano in posizioni molto vicine o coincidenti, con le logiche conseguenze a seconda della tendenza.
Quindi, andiamo per ordine, cercando di non andare oltre il dovuto.
Gli ivp sono una esigenza irrinunciabile in una società democratica, ma assolutamente surclassati dagli enti statali che li regolano.
Il modo più facile di "controllare" a loro “prò” la situazione è quella di lasciare carta bianca sulla professionalità dei servizi agli ivp che ovviamente, resosi conto di quanto accade, si regolano di conseguenza con mere finalità di business, coltivando un certo humus di dipendenti, quindi poi alcuni rappresentanti di categoria, immancabilmente guidati da sindacalisti professionisti che vanno a braccetto coi burocrati sopra; clienti che corrispondono a determinate deprecabili esigenze, sicuramente non professionali, basate sul risparmio, sull’orlo della legalità e spesso oltre. Una virulenta situazione che non fa altro che portare ad una concorrenza sleale, causa di vita breve per le aziende serie ovviamente a maggiori spese e costi, che sono costrette a liquidare le guardie, per questi scorretti motivi e non certo per mancanza di lavoro: proprio in un periodo come questo, dove il bisogno di vigilanza raggiunge toni allarmanti.
La risultanza è un formidabile muro di gomma per chi esige la professionalità. E lo stato può sempre sedersi sugli allori pronto ad ogni richiesta del cittadino a decantare la grande differenza tra statale e privato....
Non a caso, quindi, comportamenti inqualificabili trovano terreno fertile e alleati in altre situazioni.
Il meccanismo alla base consiste nella sopravvivenza non casuale di certe situazioni che non permettono al nostro “Status sociale” di crescere nelle giuste proporzioni.
Conclusione: è una situazione malsana creata ad hoc dai vertici statali!
Ora, dopo circa un secolo di bistrattamento del settore, dico a chi lo rappresenta e pretende di esserne difensore:
Errare humanum est
perseverare autem diabolicum
Caro
ianuario, tra le competenze necessarie per svolgere il ruolo sindacale vi sono anche quelle relazionali! La forza non deriva solamente dal potere assegnato dal contratto e dalle leggi ma anche dalla capacità di creare consenso intorno alle sue proposte e azioni e una ampia condivisione degli obiettivi. Chi tra il sindacato si ferma a “un quarto di strada” concludendo che se i lavoratori non partecipano il sindacato è inefficiente, senza guardare perché i dipendenti sono fantasmi, è corrotto oppure è meglio cambi mestiere!
Bisogna affrontare la questione a monte e non a valle! I lavoratori che non scioperano è un problema a valle! A monte c’è il perché di questo dilemma! Poteri forti. Di mezzo ci sono le aziende “moey oriented” e un sindacato marcio!
Con una classe di Guardie a rappresentare un settore
unico nella disunione (per l’unicità propria della “branca decretata” che permette ai poteri forti - burocrati e imprenditori - di attuare un piano di disadattamento ad hoc), non si va proprio da nessuna parte: non si riesce a obbligare chi amministra la materia a ordinamenti specifici, ne a controlli adeguati; ne diviene possibile imporre a datori capitalisti regole e contratti calibrati; ma neppure la categoria può pretendere di essere rappresentata da certe delegazioni sindacali che, in tutto questo contesto si inseriscono a pennello, costituite da dipendenti che trovano più convenevole assecondare le aziende piuttosto che iniziare una lotta schierati dalla parte di lavoratori, che certo non garantiscono un gruppo forte, di fiducia e compatto, per i motivi sopraesposti. Va da se che regole e contratti non trovano mai il soddisfacente risultato sperato da chi di vigilanza ne capisce qualcosa.
E il cerchio si chiude.
Ma non sto dicendo di arrendersi, anzi, dico che bisogna “aggiustare il tiro”! Basta con le solite scuse che il sindacato non può perché i lavoratori non appoggiano: è tutto voluto e misurato! È una catena forte!
Ma una catena è forte quanto lo è il suo anello più debole: le Guardie!
Le Guardie sono il “mezzo”, il “fulcro”, l’”ombelico del mondo” di tutta questa faccenda.
Tutto questo è stato reso possibile da una tecnica socio-politica quale metodo e archetipo di approccio che viene applicato praticamente in ogni ambito umano (e non solo, anche nell'ambito animale e dell'intelligenza artificiale), ogni qualvolta non si costruisca la soluzione di un problema in un singolo gesto, ma si lavori distintamente su diverse parti di essa fino a giungere alla sua completezza mettendo insieme il tutto:
DIVIDE ET IMPERA
La “lotta prima” del sindacato è quella di UNIFORMARE la categoria, oggi divisa e suddivisa da irresponsabilità, non professione sulla soglia dell’illecito e spesso oltre.
Le guardie sono divise, suddivise e ridivise e divise ancora da postazioni di comodo, composte da mansioni e orari svenduti in cambio di cieca disponibilità e assoluta remissione, un sistema che oltre tutto indottrina e inquadra ogni singolo lavoratore a vivere per il lavoro e non viceversa, come dovrebbe. Un ordine ottenuto con sistema del bastone e della carota.
È necessario che siano tutelati quei lavoratori in prova o a contratto determinato, ora sulla soglia dello schiavismo. Tutti i dipendenti siano turnati (giorno e notte; portinerie e pattuglie; piantonamenti e scorte; eccetera). Siano impossibilitati gli straordinari folli e una scorretta amministrazione di riposi e ferie dovuti a un deficit di personale sempre tarato in difetto. Non sia permesso di ordinare turni ripetuti irrispettosi del dovuto riposo e con stacchi impossibili. Vietare turni doppi o semplicemente settori doppi. Ordinare la vergogna attuale de servizio a bigliettazione, degli orologi elettronici e dei vari altri sistemi di controllo tipo gps. Le dotazioni siano nelle regole e gli equipaggi pure. Impiegare una dovuta reperibilità per contratto che ora è imposta in modo irregolare, vietando lo straordinario dell’ultimo minuto per mansioni in allarme non calibrate. Corsi ed aggiornamenti (visite mediche comprese) retribuiti nell’orario di lavoro e non gratuiti in quello del dipendente.
Queste e molte altre sono problematiche nazionali quotidiane che dividono e suddividono ogni singolo dipendente dalla categoria rendendo ogni lavoratore dipendente a se stante e soprattutto tenuto per le palle dal datore!
Queste e molte altre sono problematiche nazionali quotidiane che per essere risolte non necessitano del consenso dei dipendenti perché sono già regolamentate: basta che i sindacalisti non siano svenduti e non facciano parte di quelle Guardie tenute per le palle, svendute in postazioni di comodo, cioè che non si nascondano dietro le solite scuse di facciata pretendendo una impossibile partecipazione, consapevoli che mai accadrà, e invece si tirino su le maniche, facciano lavorare gli avvocati di ogni singola segreteria, diano via a massicce vertenze, denunce, querele e quanto altro possa finire oltre che sul tavolo dei magistrati anche sulle scrivanie dei giornalisti locali e scandalistici e satirici…
Queste e molte altre sono problematiche nazionali quotidiane che non richiedono nuove proposte, nuovi ordinamenti… basta fare applicare le leggi già vigenti!!!! Basta che i rappresentanti muovano il c.ulo e soprattutto lo mettano per aria in primis! E non aspettino che qualcuno altro lo sventoli al loro posto!
Impossibilitando le aziende di bistrattare le Guardie, queste ultime si ritroveranno a vivere medesime problematiche quotidiane, come una paga misera e servizi pure scomodi (sindacalisti compresi…), vanificando quel “divide et impera” e anche quel metodo “del bastone e della carota”.
In una parola si UNIFICHERÀ la categoria nelle questioni.
Solo allora i lavoratori saranno pronti e uniti a risolvere medesimi argomenti: solo allora il sindacato potrà mediare pestando i pugni sulla tavolo delle trattative.
Come vedi
ianuario, l’unione della categoria è possibile non spaparanzando discorsi di rito (luoghi comuni) sulla solita forza del sindacato con l’appoggio di guardie tenute fin da subito per le palle, ma tirandosi su le maniche e guadagnandosi questa unità con strategie di contro ad altre che vogliono il contrario! Le Guardie sono la materia su cui imprenditori e burocrati hanno saputo (loro si!) lavorare coinvolgendo, aimè, pure il sindacato.
Quindi, nella migliore delle ipotesi, pretendere che rappresentanti di sigle importanti si adoperino diversamente, è utopia, visto che devono comunque fare riferimento a professionisti delle segreterie che ben si accordano con quei certi burocrati e imprenditori.
Servono nuovi leader che sappiano cominciare dal basso e puntino a propagarsi come la peste a suon di sentenze uniformando il settore con inequivocabili precedenti.
Quanti di buona volontà sono stati stoppati sul nascere da sindacalisti di professione perché non “si può” andare a cozzare con certi poteri forti, quindi costretti a lasciare….
Impresa difficile ma non certo ardua: dipende dai leader….
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