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Il ragazzo di via Padova. Vita avventurosa di Jess il bandito |
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4/1/2007 19:21 Da VERONA
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Il ragazzo di via Padova. Vita avventurosa di Jess il bandito
By Armida Tondo / JessE’ uscito qualche giorno fa il libro, a firma di Arnaldo Gesmundo e Matteo Speroni, che raccontano la storia della mala milanese dalla voce di un protagonista indiscusso di questa stagione. Un viaggio nella memoria nera di una città, indispensabile per capire il suo presente. La prefazione del libro, scritta da Antonio Di Bella, noto giornalista, in poche righe arricchisce e impreziosisce il libro: “La lettura di questo libro credo sia bella e utile non solo per i “nostalgici” come me. Chi è più giovane scoprirà una Milano diversa, la Milano uscita dal fascismo, con tutte le sue ferite, la Milano povera e disperata del dopoguerra. Così lontana dalla Milano degli anni di piombo degli anni settanta o della Milano da bere degli anni ottanta”. Arnaldo Gesmundo, classe 1930, milanese di via Padova, è stato uno dei sette componenti del commando di rapinatori che il 27 febbraio 1958 a Milano assaltò un furgone portavalori in via Osoppo, un colpo passato alla storia come “la rapina del secolo”. Può essere considerato senza alcun dubbio il degno epigono italiano di Willie Sutton, il rapinatore di Brooklyn reso famoso da Pieno Giorno, il fortunato romanzo di J.R. Moehringer. Arnaldo, soprannominato dalla stampa, Jess il bandito, non ha vissuto solo quell’esperienza, la sua esistenza è impregnata di avventura e storia, 50 anni di cronaca italiana e di “etica criminale”. Jess si racconta in questa biografia, scritta a quattro mani con Matteo Speroni, autore milanese da sempre attento alle storie provenienti dai quartieri più periferici e vivi della città, che ha anche arricchito il testo con considerazioni e approfondimenti storico sociali. Arnaldo, oggi un tranquillo pensionato, ricostruisce la sua vita come metafora di una generazione perduta, dalla Milano popolare degli anni bui del fascismo all’immediato secondo dopoguerra, con via Padova come paradigma sociale di quell’epoca e della città in continuo mutamento. La vita di strada, l’antica mala milanese, la violenza cruda della guerra, dal rito iniziatico della fuga giovanile a Marsiglia, altro luogo simbolo, alla voglia di rivalsa dei primi furti, fino agli spettacolari assalti alle fortezze del danaro, banche e furgoni portavalori, la sua specialità. Una parte dell’opera ripercorre le terribili vicende di cui fu diretto protagonista nelle carceri di tutta Italia dagli anni del boom economico fino alle rivolte carcerarie degli anni ‘70, con analisi approfondite e mai banali, degne di un criminologo, senza fare sconti a nessuno, né a se stesso, tanto meno ai lettori. Un libro questo, che porta a conoscenza dei lettori una periodo della storia di Milano, come scrive Di Bella: “Una Milano diversa, la Milano uscita dal fascismo, con tutte le sue ferite, la Milano povera e disperata del dopoguerra. Così lontana dalla Milano degli anni di piombo degli anni settanta o della Milano da bere degli anni ottanta”. http://www.italnews.info/2014/03/30/i ... urosa-di-jess-il-bandito/ Allega: ![]()
Data invio: 1/4/2014 20:51
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