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Non si possono rimuovere dal servizio i militari a causa dell’assunzione isolata ed occasionale di sostanze stupefacenti. Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha così accolto il ricorso di un finanziere contro il Ministero dell’Economia ed il Comando Generale della Guardia di Finanza che aveva disposto la destituzione del ricorrente dal Corpo della Guardia di Finanza poiché aveva fatto uso di sostanze stupefacenti all’interno di un locale, arrecando con il suo comportamento non soltanto un grave danno all'immagine ed al prestigio del Corpo, ma anche pregiudizio all'interesse pubblico. Secondo i giudici amministrativi il ricorso è fondato in quanto l’assunzione isolata ed episodica di droga non giustifica l’applicazione di una sanzione così grave come quella dell’allontanamento dal Corpo della Guardia di Finanza, sebbene il consumo di sostanze stupefacenti si ponga in contrasto con i doveri di correttezza e di lealtà che i militari assumono prestando giuramento ed influisca negativamente sulla formazione personale, oltre naturalmente a danneggiare il prestigio del Corpo di appartenenza. Infatti l’incompatibilità con la permanenza nella Guardia di finanza è determinata soltanto da un uso abituale e costante di droga idoneo ad alterare l’equilibrio psico - fisico della persona e a ridurre quelle doti intellettuali e morali che sono richieste a coloro che appartengono ai corpi di polizia anche militari. Nel caso in esame il ricorrente, come evidenziato dagli accertamenti sanitari a cui si era sottoposto, aveva fatto uso di sostanze stupefacenti in una unica occasione, pertanto il singolo ed unico episodio di assunzione di droga, di per sé solo, non era sufficiente per adottare il provvedimento della destituzione dal servizio. (02 luglio 2007) Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione seconda, sentenza n. 5568/2007 IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL LAZIO
-SEZIONE II -
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso n. X del 2006 proposto da A, rappresentato e difeso dall’Avv.to Abbamonte Andrea ed elettivamente domiciliato in Roma, nello studio del medesimo, via degli Avignonesi n.5;
CONTRO
Ministero dell’Economia e delle Finanze, in persona del Ministro pro - tempore, Comando Generale della Guardia di Finanza in persona del legale rappresentante pro - tempore, Comando Regionale Guardia di Finanza Emilia e Romagna in persona del Comandante pro tempore, tutti rappresentati e difesi dall’Avvocatura Generale dello Stato presso la cui sede in Roma, Via dei Portoghesi n.12, sono elettivamente domiciliati;
PER L’ANNULLAMENTO
del provvedimento del Comando Generale della Guardia di Finanza dell'8.9.2006 con il quale è stata disposta la destituzione dal servizio del ricorrente; della comunicazione telegrafica del 12.9.2006 di comunicazione del provvedimento di cui sopra; dell'atto di contestazione degli addebiti del 9.3.2006;
Visto il ricorso con la relativa documentazione;
Visto l’atto di costituzione in giudizio dell’intimata amministrazione;
Viste le memorie prodotte dalle parti a sostegno delle rispettive difese;
Visti gli atti tutti della causa;
Relatore alla camera di consiglio del 9.5.2007 il dottor Roberto Capuzzi;
Ritenuto in fatto ed in diritto quanto segue:
FATTO
Il ricorrente, già finanziere in servizio alle dipendenze della compagnia della G.d.F. di M., espone quanto segue.
Il ricorrente è stato sottoposto a procedimento disciplinare avviato con contestazione degli addebiti in data 9.3.2006 per essere risultato positivo all'uso di cocaina in sede di accertamenti effettuati presso l'Azienda ospedaliera universitaria di Modena.
Si evidenziava nel provvedimento di destituzione, che tale uso era incompatibile con le finalità istituzionali del Corpo di appartenenza nonché con la rivestita qualifica di Agente di PG e denotava carenza di qualità morali, disciplinari e di carattere nel ricorrente, in contrasto con i doveri di correttezza e lealtà assunti con il giuramento prestato; che il ricorrente aveva in tal modo arrecato grave nocumento all'immagine ed al prestigio del Corpo nonché pregiudizio all'interesse pubblico.
Era avvenuto, secondo la ricostruzione del ricorrente, che in data 15.1.2006 lo stesso si trovava in discoteca quando una ragazza incontrata casualmente gli porgeva una polvere bianca che, a dire della ragazza, era una speciale penicillina da utilizzare per tamponare una fuoruscita di sangue dal naso causata dalla rottura di un capillare.
Mentre si applicava tale sostanza il ricorrente veniva fermato e portato fuori dalla sorveglianza del locale.
Il successivo 25.11.2006 il ricorrente era convocato a rapporto dal Comandante della Compagnia di Modena che lo accusava di uso di sostanze stupefacenti.
L'esame cui il ricorrente veniva subito sottoposto evidenziava l'utilizzo da parte dello stesso di cocaina mentre il successivo screening cui il ricorrente era pure sottoposto in data 30.1.2006 dava esito negativo.
Un ulteriore controllo medico presso l'istituto di Medicina Legale dell'Università degli studi di Modena in data 6.2.2006 dava ancora esito negativo.
Il ricorrente veniva sottoposto a procedimento disciplinare che si concludeva con il provvedimento del Comando Generale della Guardia di Finanza dell'8.9.2006 con il quale veniva disposta la destituzione del ricorrente.
Le censure dedotte sono di violazione degli artt. 120 del DPR n. 3 del 1957.
Infatti tra la chiusura dell'inchiesta del 5.5.2006 e l'emanazione del provvedimento impugnato sono decorsi 126 giorni: pertanto il procedimento disciplinare si sarebbe estinto per la prolungata inattività della PA.
Violazione dell'art. 3 della legge n. 241 del 1990 [1]; del giusto procedimento; difetto di istruttoria, contraddittorietà, difetto del presupposto, difetto di motivazione.
I due test relativi all'esame delle urine cui il ricorrente si sottoponeva davano esiti diametralmente opposti. Il ricorrente rappresentava quanto sopra alla commissione di disciplina che non prendeva in considerazione le difese del ricorrente dando per scontato che il ricorrente avesse fatto uso di sostanze stupefacenti.
Trattandosi al più di una isolata ed occasionale assunzione di una sostanza stupefacente in assenza di ulteriori, significativi elementi di valutazione idonei a comprovare che il soggetto era dedito all'uso di droghe, il Comando non poteva concludere con l'assenza di valori morali tanto da legittimare la irrogazione di una sanzione disciplinare.
Violazione di legge. Violazione e falsa applicazione degli artt. 89 bis della legge 685 del 1975e degli artt.107 e 108 del DPR n.309 del 1990 [2]. Eccesso di potere. Sviamento.
Pur volendo per assurdo ritenere che il ricorrente abbia fatto uso di droghe, la PA avrebbe dovuto adoperarsi per favorire il recupero del ricorrente e non colpirlo con la sanzione disciplinare irrogata.
Conclude il ricorrente chiedendo l'annullamento degli atti impugnati.
Si è costituita l'Amministrazione intimata depositando una ampia memoria difensiva a confutazione delle tesi sostenute nel ricorso.
In vista dell'udienza di trattazione il ricorrente ha depositato una ulteriore memorie difensiva.
La causa è stata trattenuta dal Collegio per la decisione all’udienza del 9 maggio 2007.
DIRITTO
1. Il ricorso è meritevole di accoglimento nei termini che saranno precisati.
2. Il ricorrente è stato sottoposto ad inchiesta formale disciplinare avviata in data 9.3.2006 con la seguente contestazione degli addebiti:
"a) essere risultato positivo all'uso di metabolica cocaina in sede di accertamenti effettuati presso l'Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico di Modena in data 25.1.2006;
b) l'accertato uso di sostanze stupefacenti incompatibile con le finalità istituzionali del Corpo di appartenenza nonché con la rivestita qualifica di Agente di PG e PT denota carenza di qualità morali, disciplinari e di carattere ed è palesemente contrario ai doveri di correttezza e lealtà assunti con il giuramento prestato; l'avere in tal modo arrecato grave nocumento all'immagine ed al prestigio del corpo nonché pregiudizio all'interesse pubblico".
Il procedimento disciplinare si concludeva con il provvedimento del Comando Generale della Guardia di Finanza dell'8/9/2006 con il quale è stata disposta la destituzione dal servizio del ricorrente oggetto della presente impugnativa.
3. La Sezione ritiene fondato ed assorbente il terzo profilo dedotto.
Al riguardo si sottolinea che il giudice amministrativo ritiene, di regola, legittima la sanzione della perdita del grado per rimozione, irrogata ad un appartenente al Corpo della Guardia di Finanza che abbia fatto uso di sostanze stupefacenti atteso che tale uso altera l'equilibrio psichico, inficia l'esemplarità della condotta, si pone in contrasto con i doveri attinenti allo stato del militare ed al grado rivestito, influisce negativamente sulla formazione del militare e lede il prestigio del Corpo (cfr. Cons. Stato, IV, 12.4.2001 n.2259).
Si è tuttavia, da tempo, affermato un condivisibile indirizzo giurisprudenziale, fatto proprio dalla Sezione in innumerevoli sentenze confermate per lo più dal giudice di appello, il quale individua il vizio degradante che impedisce la permanenza nelle forze di polizia anche di tipo militare, in una condizione del soggetto che attiene ad uno stato patologico del fisico e delle psiche, al quale non è riconducibile un episodio isolato del tutto occasionale ed irripetibile di assunzione di sostanze stupefacenti (Cons. Stato, IV, 27.10.2001 n.1393; da ultimo si veda per una sintesi delle varie posizioni, Cons. Stato IV, 339 del 2006).
Se, invero, la mancanza di affidamento sulle doti morali e caratteriali del militare ben può fondarsi sul provato abuso di sostanze stupefacenti, anche se circoscritto nel tempo, ciò non deve, però risolversi in un unico, singolare episodio di assunzione che non abbia lasciato alcuna traccia organica e non abbia avuto alcuna ripercussione o collegamento con il servizio, né direttamente, né indirettamente, così da non integrare il livello minimo di disvalore che deve, comunque, connotare il fatto anche da un punto di vista funzionale (cfr. Cons Stato, IV, 3.7.2000 n.3647).
Così è stato rilevato che "..l'accertamento di un singolo caso di assunzione di sostanze stupefacenti, se non collegato a altri fatti o episodi analoghi, a frequentazioni inappropriate ed a condizioni di dipendenza o a stati psicologici particolari, ovvero se non connesso ad episodi clamorosi, ad anomalie comportamentali o a scarso rendimento nel servizio, non risulta idoneo a far venire meno le qualità intellettuali e morali necessarie alla permanenza nel Corpo della Guardia di Finanza (TAR Lazio, Sez. II sentenza n.7089 del 19.7.2004).
Nel caso di specie l'Amministrazione non ha considerato che l'episodio che ha generato l'avvio del procedimento disciplinare de quo in effetti è stato il primo ed unico caso in cui il A ha fatto uso di sostanze stupefacenti così come si evince dai ripetuti accertamenti sanitari ed esami diagnostici cui il ricorrente è stato sottoposto i quali hanno dato esito negativo confermando la mera episodicità dell'assunzione di droga che non ha minato lo stato di salute del ricorrente.
Ed invero dopo l'analisi effettuata in data 27 gennaio 2006, il ricorrente il 6.2.2006 si è sottoposto ad un ulteriore esame tossicologico presso l'Istituto di medicina Legale dell'Università degli Studi di Modena che aveva esito negativo.
Ed ancora in data 5.6.2006 il ricorrente si è altresì sottoposto al c.d. esame del capello presso il Policlinico della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Bologna ed anche tale esame ha avuto esito negativo.
Da quanto sopra ne discende la illegittimità del provvedimento di destituzione impugnato dal momento che lo stesso è stato disposto sulla base di un episodio che, di per sé solo, non è idoneo a fondare l'adozione del grave provvedimento espulsivo in danno di un appartenente al Corpo della Guardia di Finanza.
In conclusione, per i suesposti motivi il ricorso è fondato e per l'effetto il provvedimento di destituzione del ricorrente dal servizio deve essere annullato.
Spese ed onorari tuttavia possono essere compensati.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione II, definitivamente pronunciando sul ricorso come in epigrafe, lo ACCOGLIE e per l'effetto annulla l'atto impugnato.
Compensa spese ed onorari.
Ordina che la presente decisione sia eseguita dall'Autorità amministrativa.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio del 9.5.2007 dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, sezione seconda, con l’intervento dei signori giudici:
Dr. Roberto CAPUZZI Presidente rel.
Dr. Silvetro Maria RUSSO Consigliere
Dr. Giuseppe SAPONE Consigliere
Presidente estensore
Depositata in Segreteria il 20 giugno 2007
Data invio: 15/7/2007 4:11
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