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In ricordo dei colleghi deceduti e uccisi in servizio
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Inviato da kio73 il 11/6/2010 22:06:00 (201 letture) |
Brindisi – Non omicidio colposo, ma volontario o preterintenzionale per la morte di Marco Tedesco, 28 anni, brindisino, raggiunto al petto da un frammento di pallottola sparata da un vigilantes nel tentativo di impedire la fuga del ladro e del suo complice dopo il colpo in una stazione di servizio sulla Superstrada per Lecce. Il Tribunale ha ordinato al pubblico ministero titolare del fascicolo di procedere con una nuova qualificazione dell’ipotesi di reato contestata alla guardia giurata Crocefisso Martina, 45 anni, di Torchiarolo, finito a giudizio per la spaccata terminata in tragedia avvenuta il 24 gennaio 2007 nella “Q 8”, allo svincolo per Campi Salentina. La decisione è stata assunta nel primo pomeriggio di ieri dal giudice monocratico della sezione staccata del Tribunale di Lecce dinanzi al quale è iniziato il processo, dopo che il gup ha accettato la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal sostituto procuratore all’esito delle indagini preliminari. Il giudice si è espresso con ordinanza accogliendo le eccezioni sollevate dai legali di fiducia dei familiari della vittima che si sono costituiti parte civile chiedendo un risarcimento dei danni per una somma simbolica di un milione di euro: secondo l’avvocato Giuseppe Lanzalone, alla luce della ricostruzione dei fatti, ci sono gli estremi per contestare non già l’omicidio colposo, ma la fattispecie più grave di quello volontario. Nell’impostazione sostenuta di concerto con i colleghi Daniela D’Amuri e Loredana Massari, Lanzalone ha fatto riferimento ai risultati della perizia balistica e quelli dell’esame autoptico svolto sul cadavere del ragazzo, in base ai quali emergerebbe che la condotta posta in essere dal vigilantes quella mattina sia stata caratterizzata dalla volontarietà. Non certo da un’azione di tipo colposo, frutto di negligenza, imperizia o imprudenza. Men che meno da eccesso colposo in legittima difesa. Leggi l'articolo completo sull'edizione di Senzacolonne oggi in edicola
Ultimo aggiornamento ( Venerdì 11 Giugno 2010 18:28 )
www.senzacolonne.it
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Inviato da kio73 il 11/6/2010 0:57:44 (69 letture) |
TG LAB FISASCAT I contenuti della nuova edizione settimanale del Tg Lab della Fisascat
Roma - Manovra correttiva dei conti pubblici, vigilanza pubblica, rilancio del turismo e degli sviluppi del negoziato per il rinnovo del contratto nazionale Industria Turistica, sono alcuni degli argomenti proposti.
Dalle ore 12.30 di domani sarà on line la nuova edizione del TG LAB, il notiziario settimanale del terziario, turismo e servizi della Fisascat Cisl, consultabile sulle pagine web della federazione [ http://www.fisascat.it ]www.fisascat.it. In primo piano la manovra correttiva dei conti pubblici: dall'assemblea nazionale dei delegati e dei quadri Cisl riunitasi a Roma nei giorni scorsi vi proporremo un estratto dell'intervento del leader Raffaele Bonanni ed il commento di Pierangelo Raineri, segretario generale della Fisascat Cisl. Parleremo poi di Vigilanza Privata e delle difficoltà registrate nel negoziato per il rinnovo contrattuale che interessa oltre 50.000 lavoratori del settore. E ancora, dalla 60a assemblea di Federalberghi, vi proporremo le riflessioni e le proposte del Presidente Bernabò Bocca per il rilancio del Turismo, settore che complessivamente occupa nel nostro Paese circa 1.200.000 lavoratori. A seguire il commento del ministro Michela Vittoria Brambilla sulle azioni del dicastero per la promozione dell'immagine dell'Italia nel mondo e sul rifinanziamento del progetto Buoni Vacanze. Nelle notizie brevi ci occuperemo degli sviluppi del negoziato per il rinnovo del contratto nazionale Industria Turistica che interessa circa 35.000 lavoratori delle grandi catene alberghiere, dei singoli alberghi, tour operator ed agenzie di viaggio. A seguire parleremo delle perplessità della Fisascat sugli effetti della manovra anticrisi a carico del settore farmaceutico, della chiusura della vertenza dei 28 lavoratori del villaggio Valtur di Stanto Stefano nell'arcipelago della maddalena e, per concludere, di Abruzzo Engineering e dell’ultimo incontro con la società partecipata dalla regione, dalla provincia dell'Aquila e da Finmeccanica, in presenza del Governatore d'Abruzzo Gianni Chiodi, per la risoluzione della vertenza dei 198 lavoratori occupati. Nel Focus settimanale parleremo delle nuove prestazioni erogate da Est, il fondo di assistenza sanitaria integrativa per i dipendenti del terziario, turismo e servizi: ad illustrare il paniere ed il ruolo del welfare contrattuale il presidente del fondo Simonpaolo Buongiardino.
Il Tg Lab è presente anche su youtube e su facebook nel canale Fisascat Cisl.
di Redazione
www.riviera24.it
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Inviato da ADMIN il 10/6/2010 22:08:48 (193 letture) |
GUARDIA GIURATA UCCISE LADRO: PER IL GIUDICE È OMICIDIO Il giudice Sernia ha chiesto che sia accusato di omicidio volontario Crocefisso Martina, la guardia giurata di Torchiarolo che il nel 2007 uccise con uno sparo giovane che aveva messo a segno un furto
LECCE - Dopo aver respinto il patteggiamento a due anni di reclusione, il giudice monocratico di Campi Salentina Stefano Sernia ha emesso un’ordinanza di quattro pagine con la quale chiede al pubblico ministero Maria Cristina Rizzo di modificare il capo di imputazione da omicidio colposo in omicidio volontario. Reato che ricade nella competenza della Corte d’Assise. Nel provvedimento il giudice Sernia scrive che non è credibile quanto dichiarato da Martina in sede di interrogatorio, quando si difese dicendo di aver sparato in aria. Per raggiungere ed uccidere Marco Tedesco, 28enne di Brindisi, quel colpo doveva essere sparato ad altezza d’uomo. Queste le premesse che hanno indotto Sernia a chiedere che venisse modificata l’accusa.
Tedesco, quella mattina di tre anni fa, mise a segno un furto insieme ad altri tre complici nella stazione di servizio Q8 sulla strada statale 616 tra Lecce e Brindisi. I quattro, a bordo di una Y10 ed una Fiat Panda, sfondarono con le auto l’ingresso del bar e portarono via alcune stecche di sigarette e del denaro contante. Scattò poi l’inseguimento da parte degli agenti dell’istituto di vigilanza privata "La Vigile" di Trepuzzi. Alcune guardie giurate esplosero alcuni colpi di pistola verso le auto in fuga: il conducente della Y10 riuscì a far perdere le sue tracce, mentre la Panda venne bloccata dai carabinieri del Norm di Lecce all’altezza di Torchiarolo.
Purtroppo accanto al guidatore c’era Tedesco, ormai senza vita. Martina è difeso dall’avvocato Antonio Savoia. I genitori ed i fratelli della vittima si sono costituiti parte civile con gli avvocati Giuseppe Lanzalone, Daniela D’Amuri e Loredana Massari.
http://www.lecceprima.it
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Inviato da Marco Fusco il 10/6/2010 12:58:05 (45 letture) |
Il Sindacato dei Vigilantes ringrazia le Forze dell'ordine.
Frosinone (Frosinone), 10/06/2010 (informazione.it - comunicati stampa) Operazione combinata grazie alla fattiva collaborazione tra i due Istituti di Vigilanza Privata Metropol e Controlpol. L’Operazione è scattata nella notte tra mercoledì e giovedì, quando l’Operatore della sala operativa della Metropol, telefonicamente avvisava la sala operativa della Controlpol, che, erano stati sentiti dei rumori all’interno dell’ex Alcatel, quindi, con il sospetto di malviventi in loco. La sala operativa della Controlpol, metteva subito in atto la procedura del pronto intervento, inviando sul posto una propria pattuglia e contemporaneamente avvisava il 112 che anch’esso inviava sul posto una pattuglia. Nel frattempo veniva anche avvisato il proprietario dello stabile, il quale si portava sul posto, intanto, il 112 inviava sul posto anche una pattuglia del 113, e, dopo aver effettuato un accurato controllo veniva constato il tentato furto. Il S.N.G.G., ringrazia le forze dell’ordine per la cooperazione e collaborazione con gli istituti di vigilanza privata.
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Inviato da ADMIN il 10/6/2010 12:53:48 (270 letture) |
Vigilanza privata, rinnovo contratto in salita per 50mila addetti ultimo aggiornamento: 10 giugno, ore 09:32 Dell'Orefice (Fisascat): "Negoziato da riportare ai temi concreti del rinnovo contrattuale Roma, 10 giu. (Labitalia) - Trattativa in salita per il rinnovo del contratto dei 50.000 lavoratori del settore della vigilanza privata. Secondo la Fisascat Cisl, nel corso dell'ultimo incontro per il rinnovo del contratto nazionale della vigilanza privata c'è stato "un atteggiamento dilatorio e di chiusura dell'orario di lavoro e sulla flessibilità oraria, materie, per i sindacati, da demandare a livello territoriale dove si ravvisi la necessità di avviare un confronto in tal senso". Resta invece sospesa la questione della regolamentazione contrattuale dei servizi di vigilanza non armata, per la Fisascat argomento da ricondurre possibilmente alla unicità del contratto nazionale del settore. "La posizione delle associazioni datoriali relativamente alla destrutturazione della normativa contrattuale sull'orario di lavoro nasce da un principio non condivisibile – ha commentato il segretario nazionale della Fisascat Vincenzo Dell'Orefice - La competitività degli istituti di vigilanza e del settore per la Fisascat si realizza con una maggiore e migliore qualità della vita e del lavoro delle guardie particolari giurate". "Le associazioni datoriali abbandonino l'atteggiamento di chiusura e tornino a misurarsi sul merito delle questioni – ha aggiunto il segretario generale della Fisascat Pierangelo Raineri – E' giunto il momento di riprendere seriamente il confronto su un contratto nazionale di lavoro scaduto da oltre 17 mesi e riportare il negoziato ad una sintesi unica per gli operatori della vigilanza armata e della vigilanza non armata come avviene nel resto dell'Unione Europea". Per superare la fase di blocco negoziale e per raggiungere i livelli di chiarezza auspicati, le federazioni sindacali hanno avanzato la richiesta di svolgere il prossimo incontro di trattativa in presenza dei segretari generali della Fisascat Cisl, della Filcams Cgil e della Uiltucs Uil in data da definire. http://www.adnkronos.com
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Inviato da kio73 il 9/6/2010 23:55:57 (84 letture) |
A quanto pare le telecamere piazzate all’interno e all’esterno del locale pubblico riprendevano ciò che accadeva all’insaputa dei clienti. Un comportamento che è vietato. Può costare fino a seimila euro una violazione della normativa sulla privacy relativa all’inosservanza delle disposizioni in materia di videosorveglianza.
È quanto la polizia postale ha contestato nei giorni scorsi al titolare di un bar del centro di Diano Marina.
Stando al verbale, il proprietario - che ovviamente aveva la sola intenzione di garantire sicurezza al suo locale e prevenire azioni di malviventi - non ha esposto, come prevedono le norme, i regolari cartelli (con l’altrettanto regolamentare simbolo ben in vista) di avviso alla clientela sull’effettuazione di riprese per la videosorveglianza.
A quanto pare le telecamere piazzate all’interno e all’esterno del locale pubblico riprendevano ciò che accadeva all’insaputa dei clienti. Un comportamento che è vietato. Chi viene ripreso da sistemi audiovisivi deve sapere che la sua immagine in quel momento entra in un archivio soggetto alle norme del trattamento dei dati personali.
Applicando quanto prevedono le sanzioni previste dal garante il totale dell’infrazione è lievitato, raggiungendo appunto la cifra esorbitante di seimila euro.
Con grande stupore il proprietario ha accolto la contestazione, non senza obiettare per via dell’importo.
«Le disposizioni sono chiare e i provvedimenti per chi le viola sono severi - ha spiegato l’ispettore capo della polizia postale Ivan Bracco - Tra l’altro è una materia non nuova, che tutela la riservatezza di dati e immagini personali che la stessa Comunità Europea riconosce con una specifica direttiva (la 95/46 n.d.r.) ben precisa e risalente a quindici anni fa. Difficile non conoscerla».
Il blitz della Polposte presso il locale pubblico di Diano Marina è scattato a quanto pare su una segnalazione inoltrata agli uffici della polizia d Imperia. Ma non è escluso che altri controlli finiscano per riguardare altri esercizi commerciali
Gli agenti intervenuti l’altra mattina, così come un cliente avrebbe sollecitato, non hanno trovato regolarmente esposti e ben visibili i cartelli che avvisano delle riprese attraverso un sistema di videosorveglianza. Da qui la contestazione e la sanzione piuttosto salata.
Ora il proprietario potrà, rivolgendosi direttamente al Garante, far valere le proprie ragioni e chiedere di esaminare il provvedimento adottato dalla Polposte. sarà il garante stesso a pronunciarsi se l’importo contestato è commisurato all’infrazione commessa. «Non si tratta di una procedura penale: nessun certificato di pendenze viene compromesso da un’infrazione alla normativa della privacy. Le sanzioni previste però sono di importi piuttosto elevati» spiegano i legali esperti in materia. Quasi certamente il caso è destinato a sollevare non poche eccezioni. se da una parte infatti la necessità di proteggersi in molti casi è necessaria, dall’altra ogni privato cittadino ha il diritto di proteggere la propria vita privata.
Sistemi di videosorveglianza oggi ormai sono adottati ovunque presso gli esercizi commerciali, boutique, negozi di frutta e verdura, botteghe artigiane e rivendite di tabacchi e valori bollati.
http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com
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Inviato da kio73 il 9/6/2010 23:44:23 (27 letture) |
CELLINO SAN MARCO (BR) – Rubano slot machine e macchinette cambia soldi dalla stazione di servizio Menga Petroli ubicata sulla strada provinciale che collega San Pietro Vernotico a Cellino San Marco, si impossessano delle monete e delle banconote presenti al loro interno e poi lasciano le macchinette semidistrutte in aperta campagna. Ora li cercano i carabinieri. Si tratta di tre banditi a bordo di un’auto station wagon di colore scuro. Il furto, che ha arrecato un danno di circa 2mila e cinquecento euro, è stato messo a segno nella notte tra giovedì e venerdì scorsi. All’alba di ieri una pattuglia della guardia di finanza di San Pietro Vernotico, durante un giro di perlustrazione delle campagne sanpietrane ha trovato, in contrada Pana, i resti delle macchinette. La stazione di servizio presa di mira dai malviventi è dotata di sistema di video sorveglianza collegato con un istituto di vigilanza di San Pietro Vernotico. I carabinieri di Cellino San Marco hanno acquisito i fotogrammi e sono sulle tracce dei banditi. Potrebbe trattarsi della stessa banda che nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio scorso, ha preso d’assalto il distributore di benzina Camer sulla strada provinciale che collega San Pietro a campo di Mare. Il modus operandi è lo stesso.
Tre individui incappucciati bordo di un’auto si sono avvicinati alla porta di ingresso del bar che si affaccia sull’area dove ci sono le pompe della benzina, hanno spaccato il vetro, si sono intrufolati all’interno del locale e hanno tirato fuori due slot machine e una macchinetta cambia soldi, facendole passare per il buco ricavato nella vetrata. Le hanno caricate nell’auto e si sono dileguati in direzione San Pietro Vernotico. Ad accorgersi del furto è stato lo stesso proprietario la mattina successiva al colpo. Sembrerebbe che il sistema di allarme di cui è dotato l’impianto non è entrato in funzione. "Leggi l'articolo completo sull'edizione di Senzacolonne oggi in edicola"
www.senzacolonne.it
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Inviato da kio73 il 9/6/2010 23:24:26 (36 letture) |
Arrestati per furto in centro commerciale
Rimini - RN Lunedi' sera in un centro commerciale riminese sono stati fermati tre giovani rumeni. Sono stati visti da un vigilante mentre stavano rubando diversi articoli di cosmesi nascondendoli all'interno di una borsa tracolla. Dopo aver fatto regolarmente la fila per pagare solo due bibite, i tre oltrepassavano la cassa senza che nessun dispositivo acustico entrasse in azione. Sono stati quindi bloccati dalla sicurezza. La borsa che conteneva la merce rubata era stata schermata con della carta stagnola, per eludere il controllo antitacheggio. Sono stati arrestati per furto aggravato in concorso.
www.altarimini.it
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Inviato da kio73 il 9/6/2010 23:17:32 (33 letture) |
NARDO' - Nella notte tra sabato e domenica si rischia grosso sulla ex 174.
Intorno all'una di notte, infatti, un grosso albero, spezzatosi, ha invaso la corsia della SP 359 (la lunga e densamente attraversata Nardò-Avetrana), con gli automobilisti di passaggio in quel momento hanno rischiato grosso perché in tanti hanno rischiato di finire contro l'albero, circostanza facilitata dal fatto che quella strada è priva di illuminazione.
Inoltre le auto arrivavano in forte velocità. Una pattuglia della Sveviapol con a bordo una guardia giurata che in quel momento passava da lì, con l'aiuto di alcuni passanti ha evitato il peggio cercando, per quanto possibile, di segnalare alle auto che arrivavano da ambedue i fronti di rallentare, compito assai pericoloso e difficile in quel tratto di strada, non disponendo dei necessari strumenti di segnalazione luminosa o visiva. Sul posto sono intervenuti successivamente i vigili del fuoco del comando di Veglie avvisati dalla stessa guardia giurata che, prontamente, hanno sgombrato la carreggiata permettendo il riprendere della normale viabilità.
www.portadimare.it
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Inviato da kio73 il 9/6/2010 22:54:26 (28 letture) |
“Non ci penso neanche”: è il commento a bruciapelo di Luigi Beccari, il papà di Carlo, la guardia giurata uccisa da Marino Occhipinti il 19 febbraio 1988 durante l’assalto a un furgone davanti alla Coop di Casalecchio di Reno (Bologna).
Così l’anziano genitore (ha 74 anni e fa fatica a camminare mentre la moglie, malata di Alzheimer, è in una casa di cura del Bolognese) ha commentato le scuse chieste ai bolognesi dall’ ex poliziotto della Uno bianca condannato all’ergastolo proprio per l’omicidio della guardia giurata.
“Io non perdono nessuno – ha ribadito Beccari – Lui può fare quello che vuole, ma ha ucciso mio figlio quando aveva 26 anni. Se ne accorge solo ora?”. E ha aggiunto: “Ha sbagliato e ora deve pagare. E’ troppo tardi e troppo facile chiudere la stalla quando hanno rubato i cavalli…”.
www.blitzquotidiano.it
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Inviato da kio73 il 11/6/2010 1:00:17 (75 letture) |
Furto salva tempo
Denunciato cinquantenne per furto aggravato Una spesa veloce e “scontata”. Ieri sera, intorno alle 20, O.G., un cinquantenne di origine rumena, residente a Ferrara, aveva terminato di fare la spesa presso il centro commerciale Ipercoop “Il castello”.
Si era presentato alle casse con il “salvatempo”, l’apparecchio elettronico utile a registrare i prodotti acquistati – smarcandoli di volta in volta al momento del prelievo dagli scaffali -, per guadagnare tempo. 10,71 euro, questo il conto che aveva presentato. A fronte, però, di una spesa effettiva di 129 euro. Lo scarto tra il valore della merce che teneva nel carrello e il valore riportato sullo scontrino, ha però immediatamente insospettito gli uomini della vigilanza privata, che hanno fermato l’uomo: al supermercato di via Negri è quindi intervenuta anche una volante della Mobile. Al personale delle forze dell’ordine, il cinquantenne si è giustificato, dichiarando di non essersi accorto dell’errore commesso dall’apparecchio. I poliziotti hanno avviato le indagini e per lui è scattata una denuncia per furto aggravato.
www.estense.com
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Inviato da kio73 il 10/6/2010 23:14:53 (47 letture) |
Arrestati, sono già stati giudicati per direttissima
Alle ore cinque di questa mattina, D.S. italiano 41 e R.C. italiana di anni 27 , residenti in provincia, entrambi con numerosi precedenti sono stati sorpresi all’interno di un padiglione dell’Ospedale di Circolo dalla Guardia Giurata in servizio, giustificando la loro presenza in quanto in cerca di un rifugio per la notte.
I due venivano allontanati dal suddetto Vigilante che poco dopo li sorprendeva, dopo aver forzato due porte e fatto ingresso all’interno di un padiglione a sottrarre un computer portatile e un video proiettore, i due presi sul fatto si dileguavano nei pressi dell’area esterna all’Ospedale, approfittando dell’oscurità.
Nel frattempo la Guardia Giurata, dava l’allarme al 113, dove venivano rintracciati dalle volanti in viale Borri nei pressi di un distributore di carburante.
Al termine degli accertamenti entrambi sono stati arrestati per furto aggravato; D.S., che ha reagito con violenza agli agenti, è stato anche arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Sono già stato processati erp direttissima, con condanne lievi, lui è stato assolto per il reato di resistenza.
La refurtiva è stata immediatamente restituita all’Ospedale.
www3.varesenews.it
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Inviato da ADMIN il 10/6/2010 17:34:44 (178 letture) |
Nocera, tentano colpo al caveau: 7 arresti Ci sono due vigilantes e un poliziotto Nella notte il tentativo di rapina a un istituto dove erano custoditi sedici milioni di euro
SALERNO - Durante la notte hanno tentato una rapina milionaria al caveau dell istituto «Ipervigile» di via Ricci a Nocera inferiore, ma sono stati colti in flagranza e arrestati. Sono sette in tutto gli uomini arrestati e tra loro ci sono anche due guardie in servizio presso l'istituto, due ex guardie della stessa struttura e un poliziotto di Grosseto in forza a Roma, nella squadra delle Fiamme oro. Gli altri componenti della banda sono un pregiudicato e un incensurato. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, nella notte intorno all'una e trenta due auto con a bordo quattro persone avrebbero bloccato la vettura di un vigilantes fermo dinanzi alla struttura di via Ricci. Sotto la minaccia delle armi gli avrebbero intimato di entrare con una scusa banale. Il collega però avrebbe dato l'allarme mettendo in fuga i quattro. Nel frattempo due moto sopraggiunte con a bordo altri complici avrebbero immediatamente virato tentando la fuga. In poche ore i sei uomini sono stati bloccati dai carabinieri che hanno ritrovato anche passamontagna e pistole. Fermato anche il poliziotto sul cui ruolo nella banda si sta ancora indagando. Il commando andava a colpo sicuro: nel caveau erano custoditi circa 16 milioni di euro: i vigilantes sono sospettati di aver fatto da basisti. Al momento gli arrestati sono tutti presso la caserma dei carabinieri dove li sta interrogando il pm Russo, alla presenza degli avvocati difensori.
Rosa Coppola
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/
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Inviato da ADMIN il 10/6/2010 12:54:38 (139 letture) |
Tentano rapina a caveau istituto vigilanza Nocera: 6 arresti Vigilante se ne accorge, spara e dà l'allarme ai carabinieri (ANSA) - SALERNO, 10 GIU - Sei malviventi sono stati arrestati dai carabinieri nel Salernitano dopo avere tentato di rapinare 16 mln euro da un istituto di vigilanza.
Il fatto e' accaduto alla 'Ipervigile' di Nocera Inferiore (Salerno) dove il 'commando' ha fatto irruzione minacciando i vigilantes di guardia. A sventare il piano un vigilante che alla vista dei malviventi ha esploso alcuni colpi di pistola in aria e dato l'allarme ai carabinieri del comando di Salerno, accorsi sul posto con circa 100 uomini e un elicottero. (ANSA).
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Inviato da kio73 il 10/6/2010 5:27:09 (57 letture) |
Reggio, sabotata l'auto del procuratore generale Il magistrato: mi sento accerchiato ma non mollo, il nuovo corso della Corte d'appello dà fastidio alla 'ndrangheta
Tonio Licordari Reggio CALABRIA «Non mi ritengo più al sicuro, mi sento un uomo accerchiato». Il procuratore generale della Corte d'appello di Reggio Salvatore Di Landro non vorrebbe pensare negativo, «ma tutte le circostanze – dice – mi portano a non essere una persona tranquilla», da quando la 'ndrangheta ha fatto esplodere davanti al portone del suo Ufficio, nella notte tra il 2 e 3 gennaio, un bomba di chiaro stampo intimidatorio. L'ultimo caso è venuto fuori ieri: in un articolo del "Sole-24 ore" dal titolo "Reggio blindata per 45 processi" si legge che nei giorni scorsi la macchina del dott. Di Landro sarebbe stata sabotata tanto che mentre era in movimento ha perso la ruota anteriore sinistra. Il Procuratore generale non era a bordo, ma per fortuna l'autista procedeva a ritmo lento, altrimenti poteva scapparci anche la tragedia. È lo stesso dott. Di Landro a raccontare i particolari alla "Gazzetta". La macchina blindata, una "Lancia K" 3000, era giunta qualche giorno prima da Roma, già revisionata, «tanto che – dice il procuratore generale – abbiamo fatto viaggi di lunga distanza in Sicilia verso Catania e verso Palermo, toccando velocità elevate. L'altra mattina, io ero a bordo, abbiamo avvertito un certo rumore che proveniva dalla parte sinistra anteriore dell'auto, ma non ci siamo preoccupati più di tanto. Mi sono fatto lasciare a casa ed ho detto all'autista di far controllare l'auto ma prima che arrivasse al Cedir la ruota si è sganciata. Quando è andato a verificare cosa era successo, l'autista ha notato che c'era un solo bullone». Sull'episodio (inquietante sotto certi aspetti) c'è un'indagine in corso dei Carabinieri per conto della Procura della Repubblica. Il dott. Di Landro non fa considerazioni, in attesa dell'esito delle indagini e delle relative perizie. Però sembra chiaro che da Roma l'auto era partita pienamente funzionante, altrimenti a quelle velocità la ruota si sarebbe sganciata. Il sospetto che non sia trattato di un caso fortuito ma che la ruota sarebbe stato manomessa, allentando magari i bulloni, è legittimo. Di Landro condivide questa considerazione e aspetta. Il 7 marzo scorso il dott. Di Landro aveva inviato al Ministero di Giustizia, al Consiglio superiore della Magistratura e al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione una relazione che gli era stata richiesta sui precedenti e sugli sviluppi dell'attentato dinamitardo del 2 gennaio. «Una relazione – dice il dott. Di Landro – che doveva restare segreta e che invece è diventata di dominio pubblico. Pensate che una copia è tornata alla nostra Procura generale attraverso un cittadino parte civile in un processo». Che cosa contiene questa relazione? Secondo il procuratore generale l'esplosione della bomba ha un preciso riferimento: il processo d'appello per l'omicidio della guardia giurata Gigi Rende la mattina del primo agosto 2007. «In ballo c'erano sei ergastoli», ricorda Di Landro. Si era parlato, subito dopo l'intimidazione, di un possibile movente legato anche all'attività della Procura generale relativa ai beni confiscati alla 'ndrangheta. Di Landro lo esclude: «Questa attività è stata da sempre portata avanti dal'Ufficio da sempre e mai essa aveva suscitato particolari reazioni». Secondo la valutazione fatta da Di Landro tutto comincia quando egli decide di cambiare il sostituto procuratore generale, dott. Franco Neri, con l'avvocato generale dello Stato, Francesco Scuderi, nel processo d'appello nei confronti dei presunti assassini di Gigi Rende. «Ho agito così – dice – per motivi di opportunità, essendo stato il dott. Neri in diverse circostanze difeso da un avvocato che nel processo Rende assisteva un imputato». Una scelta questa che Di Landro definisce ancora «come il segnale di un nuovo corso nella Procura generale. Infatti non mi sono limitato all'osservazione dei fatti, ma ho dimostrato in quella circostanza una linea di grande fermezza. Il segnale era chiaro». La vicenda che precede l'attentato si carica di altri episodi. Racconta Di Landro: «Un avvocato di parte civile impegnato nel processo Rende coglie voci vaganti da "radio carcere", secondo le quali potrebbe essere destinatario di una bomba. Chiaramente chi doveva agire per intimorire, avrebbe potuto pensare poi anziché, "avvisare" un avvocato di parte civile che sarebbe stato più efficace dare re un segnale alla Procura generale. Le avvisaglie del nuovo corso, nella logica della 'ndrangheta, non potevano che provocare reazioni scomposte: in appello non c'è più la valvola di sfogo dei "patteggiamenti" ormai aboliti, inoltre da quando sono arrivato io si è instaurato un clima di severità e di controllo a tal punto che un procuratore generale può decidere di sostituire un pm addirittura nel corso del processo!». Dai ragionamenti del dott. Di Landro l'attentato del due gennaio si può ipotizzare come una bomba annunciata? Il magistrato osserva: «So soltanto che io prima di allora, pur avendo preso parte a processi di grande 'ndrangheta e ad aver svolto indagini assai delicate, non avevo mai avuto segnali di minacce. Una cosa è certa, l'attentato è stato eseguito con grande professionalità, come si evince dal sommario esame del video». E la probabile manomissione della macchina rientra in questa strategia di tensione nei confronti del dott. Di Landro e del suo Ufficio? Il procuratore non si pronuncia sul caso recente in attesa di conoscere l'esito delle indagini, però si guarda intorno e fissa gli scenari, ricordando anche le minacce al dott. Giuseppe Pignatone e ai suoi giovani pm Lombardo e Di Bernardo e afferma che esiste, da parte della 'ndrangheta, una vera strategia aggressiva nei confronti della Magistratura. Dice: «Le ragioni di tale strategia appaiono sempre più evidenti: si reagisce ad una una non più tollerabile pressione della Magistratura, anche in vista di scenari futuri relativi alle grandi opere, quale per esempio il Ponte sullo Stretto. Ma questo è solo un esempio. Le grandi opere si debbono fare perché questa terra ha bisogno di interventi infrastrutturali importanti. Né la mafia può bloccare i processi di sviluppo. Osservo che deve suscitare preoccupazione la sequenza degli attacchi della 'ndrangheta alle istituzioni giudiziarie. Tutto ciò rappresenta un ulteriore riscontro dell'esistenza di una strategia tendente a colpire che si frappone col doveroso impegno ai disegni criminali dei club». Uno sfogo a tutto cuore quello del dott. Di Landro che sente forte la solidarietà delle istituzioni e della società civile. E soprattutto è forte ed efficace il collegamento che esiste tra la Procura guidata dal dott. Pignatone e la Procura generale: «Non ci lasciamo intimorire, lavoriamo in perfetta sintonia. Le indagini della Procura sono crescenti, stanno bonificando il territorio. Nei prossimi mesi questi indagini arriveranno in appello». Si parla di circa 45 processi. L'Ufficio è attrezzato? Il ministro Alfano ha mantenuto la promessa? Di Landro conclude: «Durante il periodo dell'attentato c'erano in attività solo tre sostituti procuratori generali. Adesso, con l'arrivo di Mario Andrigo e Danilo Riva, sono in sette, ma uno, il dott. Neri, sta per essere trasferito (lo ha deciso il Csm proprio in seguito alle vicende di incompatibilità indicate dal dott. Di Landro ndr). E saremo in sei più il sottoscritto e l'avvocato generale dello Stato Scuderi. Non siamo in tanti, ma bastiamo per continuare la nostra missione in favore della Giustizia. Una cosa è certa: non ci lasceremo intimidire». Ed è convinto di questo anche il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, che ieri sera, da Bruxelles, ha inteso esprimere la solidarietà dell'intera regione al dott. Di Landro, «magistrato – ci ha detto – impegnato a combattere la mafia con discrezione e coraggio. Noi gli saremo di vicini con una certezza: uno come lui non si lascerà mai certamente intimidire. È una garanzia per tutti». In sintesi La macchina.L'auto blindata era giunta da Roma regolarmente revisionata. Nei giorni scorsi, a Reggio, durante il tragitto dalla casa del magistrato al Cedir, la "Lancia K" ha perso la ruota anteriore sinistra. Il procuratore Di Landro non era a bordo. L'autista ha notato che mancavano tre bulloni. L'indagine dovrà stabilire se c'è stato, come pare, un tentativo di sabotaggio. L'attentato.Nella notte tra il 2 e 3 gennaio una bomba è stata fatta esplodere davanti al portone della Procura generale diretta da qualche mese. È così scoppiato un caso nazionale che ha portato a Reggio le più alte cariche dello Stato e una seduta del Consiglio dei ministri. La relazione.Il procuratore Di Landro ha fatto un dettagliato rapporto, nel quale si sostiene che le vicende collegate al "processo Rende" rappresentano il segnale del nuovo corso che dà fastidio alla 'ndrangheta. www.gazzettadelsud.it
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Inviato da kio73 il 9/6/2010 23:48:23 (41 letture) |
Tenta di rubare in uno stabilimento balneare, arrestato
Il giovane, un 22enne di Genova, è stato colto sul fatto la scorsa notte dai carabinieri di Santa Margherita Ligure. Con lui c'era un minorenne, denunciato a piede libero.
Un 22enne di Genova è stato arrestato la scorsa notte dai carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Santa Margherita Ligure, perché sorpreso in flagranza di reato mentre cercava di commettere un furto all'interno di uno stabilimento balneare di Recco. Il giovane è stato notato da una guardia giurata, la quale ha avvertito i carabinieri, che arrivati sul posto hanno fatto scattare le manette ai polsi del 22enne. Con lui c'era un altro ragazzo, minorenne, che è stato denunciato a piede libero.
Redazione Radio Aldebaran - www.radioaldebaran.it
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Inviato da kio73 il 9/6/2010 23:26:42 (144 letture) |
Ricorso al Tar
Vigilantes sperano nel reintegro
Trattengono ancora il respiro i 400 lavoratori dell'istituto di vigilanza International Security Service di Nola. L'udienza del Tar di Napoli sul ricorso presentato dall'azienda per riottenere la certificazione antimafia è stata rinviata al 23 giugno.
La vicenda è iniziata lo scorso 7 aprile con la notifica da parte della Prefettura di Napoli della revoca dell'interdittiva antimafia all'istituto di vigilanza. L'effetto immediato è stato il blocco delle attività e il conseguente licenziamento dei 400 addetti.
L'international Security Service lavorava, tra gli altri, per la Regione Campania, per la Circumvesuviana e per le Asl. I suoi appalti sono adesso passati ai concorrenti che, con un protocollo d'intesa con il prefetto, si erano impegnati ad assumere i lavoratori dell'International, cosa finora non accaduta.
Felice Gaglione, sindacalista della Sngg, lamenta la situazione di forte disagio anche psicologico in cui si trovano molti lavoratori, rimasti senza lavoro da un giorno all'altro. "Non entro nel merito della misura del Prefetto - afferma Gaglione - ma è chiaro che i lavoratori stanno pagando un prezzo altissimo per presunte colpe che non li riguardano".
Dell'istituto di vigilanza, si era occupato qualche anno fa Frabrizio Gatti dell'Espresso in un articolo dal titolo "Camorra security". Gatti puntava il dito contro i rapporti dei fratelli Buglione, ai tempi titolari dell'azienda, con presunti camorristi. Nel frattempo i vertici dell'International però sono totalmente cambiati.
Romolo Napolitano
[9.6.2010 - 12.10]
www.unisob.na.it
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Inviato da kio73 il 9/6/2010 23:20:13 (108 letture) |
Contratto Vigilanza Privata
La trattativa per il rinnovo del contratto di vigilanza privata si presenta problematica
Roma - Secondo il Segretario Nazionale Fisascat Dell'Orefice, il negoziato è da riportare ai temi concreti del rinnovo contrattuale
Nel corso dell'ultimo incontro di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale della vigilanza privata la Fisascat Cisl ha registrato un atteggiamento dilatorio e di chiusura delle parti datoriali del settore che non ha permesso avanzamenti rispetto alla necessità di entrare nel merito delle richieste di parte sindacale e di restituire un equilibrio al negoziato che interessa oltre 50.000 lavoratori. In particolare le distanze hanno riguardato la normativa sull'orario di lavoro e sulla flessibilità oraria, materie, per i sindacati, da demandare a livello territoriale dove si ravvisi la necessità di avviare un confronto in tal senso. Resta invece sospesa la questione della regolamentazione contrattuale dei servizi di vigilanza non armata, per la Fisascat argomento da ricondurre possibilmente alla unicità del contratto nazionale del settore. "La posizione delle associazioni datoriali relativamente alla destrutturazione della normativa contrattuale sull'orario di lavoro nasce da un principio non condivisibile - ha commentato il segretario nazionale della Fisascat Vincenzo Dell'Orefice a margine dell’incontro - La competitività degli istituti di vigilanza e del settore per la Fisascat si realizza con una maggiore e migliore qualità della vita e del lavoro delle guardie particolari giurate”. Le associazioni datoriali abbandonino l'atteggiamento di chiusura e tornino a misurarsi sul merito delle questioni" ha aggiunto il segretario generale della Fisascat Pierangelo Raineri "E' giunto il momento di riprendere seriamente il confronto su un contratto nazionale di lavoro scaduto da oltre 17 mesi e riportare il negoziato ad una sintesi unica per gli operatori della vigilanza armata e della vigilanza non armata come avviene nel resto dell'Unione Europea". Per superare la fase di blocco negoziale e per raggiungere i livelli di chiarezza auspicati, le federazioni sindacali hanno avanzato la richiesta di svolgere il prossimo incontro di trattativa in presenza dei segretari generali della Fisascat Cisl, della Filcams Cgil e della Uiltucs Uil in data da definire.
di Redazione
www.riviera24.it
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Inviato da kio73 il 9/6/2010 23:16:09 (37 letture) |
Uno bianca, Occhipinti chiede scusa "Cercare perdono è linfa vitale per me" Marino Occhipinti, membro della banda della Uno bianca, ha deciso di chiedere scusa ai bolognesi. "Ogni tentativo, ogni gesto, ogni occasione per chiedere scusa per quel che ho fatto è linfa vitale per il mio stato d'animo", ha dichiarato Occhipinti condannato all'ergastolo. L'uomo avendo scontato già 16 anni potrebbe già chiedere la semilibertà. La banda della Uno bianca, tra l'87 e il '94 provocò 24 morti e un centinaio di feriti.
Occhipinti affida il suo pentimento alle pagine de Il Resto del Carlino: "Chiedo scusa a Bologna per il dolore che ho causato, ci sono tragedie che non si possono in alcun modo cancellare". L'ex poliziotto, 45 anni, è stato riconosicuto colpevole dell'omicidio, nel 1988, della guardia giurata Carlo Beccari davanti alla Coop di Casalecchio, in provincia di Bologna.
"Anche se ora posso definirmi sereno - ha proseguito Occhipinti - ci sono delle cose, dei fatti, delle tragedie che non si possono e non si devono in alcun modo cancellare, minimizzare, attenuare e che, ad ogni respiro, pesano come macigni nel cuore". Occhipinti parla anche dell'aiuto della fede: "E' Dio l'unico che può farci raggiungere la serenità di cui abbiamo bisogno".
Occhipinti il 2 aprile aveva usufruito di un permesso di uscita dal carcere di Padova, dove è detenuto, per partecipare assieme ad altri detenuti ad una Via Crucis organizzata da Comunione e Liberazione a Sarmeola di Rubano, nel Padovano; durante la processione, per un breve tratto, aveva anche sorretto la croce. La decisione del tribunale di sorveglianza della città veneta di concedergli il permesso era stata però fortemente criticata dall'Associazione delle vittime della Uno bianca.
www.tgcom.mediaset.it
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Inviato da Marco Fusco il 9/6/2010 20:47:36 (55 letture) |
Comunicato agli Enti locali la nuova nomina sindacale
Misano Adriatico (Rimini), 09/06/2010 (informazione.it - comunicati stampa) Il Segretario Nazionale del Sindacato Guardie Giurate Marco Fusco e il Segretario Provinciale Nino Lauretti, hanno reso noto in data odierrna il conferimento dell’incarico di Vice Segretario Provinciale di Frosinone al Signor Angelo Lombardi, dipendente dell’istituto di vigilanza privata “Controlpol Servizi di Sicurezza Srl” di Frosinone. Già qualche giorno fa, a seguito di un numero considerevole di nuovi iscritti all’organizzazione sindacale S.N.G.G., si era fatta strada l’idea di nominare nel minor tempo possibile un vice referente provinciale; e così è stato fatto. Da oggi, quindi, il Vice segretario provinciale di Frosinone sarà la guardia particolare giurata Angelo Lombardi, che precedentemente ha avuto esperienza sindacale con altra sigla, lo stesso coadiuverà Il Segretario Provinciale Nino Lauretti nelll’attività sindacale S.N.G.G. in provincia di Frosinone. Il Segretario Nazionale e Provinciale augurano buon lavoro al neo nominato.
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La sicursiv-Accessori per Operatori della Sicurezza
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