Tar: baristi non possono fare i "vigilanti"
Il tribunale amministrativo mette fine alla querelle su un punto del Regolamento sulla movida: gli esercenti non sono responsabili del comportamento dei clienti fuori dai locali
11 febbraio 2015
Il Tar di Parma ha messo la parola fine alla querelle che nel corso del 2014 ha visto contrapposti diversi esercenti dei locali della cosiddetta movida e il Comune di Parma, che a colpi di ordinanze e regolamenti ha cercato di limitare la vita notturna imponendo rigidi orari di chiusura, norme sulla vendita di alcolici e sugli stazionamenti della clientela fuori dai locali.
Proprio su quest'ultimo punto si è consumata la battaglia davanti al tribunale amministrativo, con un ricorso presentato dai titolari di cinque esercizi di via D'Azeglio. Lo scorso dicembre i baristi sono giunti a un accordo con l'Amministrazione e hanno sottoscritto il Regolamento per la Convivenza tra le funzioni residenziali e le attività di pubblico esercizio, che ha consentito un ampliamento degli orari.
L'unico punto su cui i ricorrenti hanno chiesto che il Tar si esprimesse nel merito era la richiesta, da parte del Comune, che i baristi fossero responsabili della permanenza e del comportamento dei clienti nella sede stradale in prossimità dei bar. Nell'arco di dieci metri dai locali, i baristi avrebbero dovuto personalmente
(o con propri vigilantes) impedire assembramenti e comportamenti di disturbo. Una responsabilità che può essere solo di pubblici ufficiali, lamentavano i ricorrenti.
Il Tar ha dato loro ragione, riconoscendo "la palese irragionevolezza di una attribuzione ai gestori di poteri propri della pubblica autorità e, in quanto tali, non delegabili a privati". Il provvedimento, comunque, era già stato oggetto di una sospensione cautelare. (m.c.p.) http://parma.repubblica.it/cronaca/20 ... re_i_vigilanti-107063816/
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