18 luglio 2013
Bankitalia: effetto crisi, +6% furti con -10% economia Ricerca su dati Bankitalia. Per Coldiretti 3 mld furti in supermarket
Qualcuno potrebbe parlare di furti di necessità . Ma la descrizione più appropriata è forse quella
fatta da George Orwell nel suo â€Senza un soldo a Parigi a Londraâ€: una persona messa ai margini della società dalla povertà è â€sempre pronta a commettere un reato se sembra una
facile opportunità .
E’ una correlazione, quella tra crisi e furti, che dai libri del grande narratore trova ora conferma anche in una complessa analisi stilata da due economisti della Banca d’Italia e pubblicata sui working papers dell’istituto: una riduzione del 10% dell’attività economica a livello locale – hanno calcolato i due esperti di Via Nazionale – produce un aumento del 6% dei furti e del 10% delle estorsioni.
Il dato non è però frutto di suggestioni letterarie ma di un’analisi concreta che ha fotografato la difficile realtà italiana nel 2008 e nel 2009, cioè nei primi due anni di crisi, quelli nei quali i rovesci finanziari si sono trasferiti come un macigno sull’economia reale e sull’occupazione. E ai quali la
Coldiretti aggiunge ulteriori informazioni: nel 2011 i furti sugli scaffali dei supermercati avrebbero superato i 3 miliardi, prendendo di mira i prodotti per la barba, accessori per l’abbigliamento, formaggi, giacche e cappotti, carne e profumi.
Gli esperti di Bankitalia Guido de Blasio e Carlo Menon hanno effettuato uno studio rigoroso. Hanno incrociato i dati del Cerved sui bilanci delle imprese nelle diverse realtà locali con le parallele â€notizie di reato†stilate dalla polizia all’autorità giudiziaria. Ne è uscita una dettagliata mappa territoriale che ha dato consistenza e numeri al legame tra crisi economica e criminalità ed ha alimentato il un filone di analisi economica inaugurata da Gary Beker che già nel 1968 scriveva: â€l’assottigliarsi delle opportunità per un mercato del lavoro legale – aveva scritto allora l’economista inglese – fa diventare più attraente la possibilità di commettere un reatoâ€. Ora ci sono i dati.
Il lavoro evidenzia l’ â€impatto significativo†della crisi sulle tipologie di reato che non richiedono specifiche abilità , come appunto i furti, suggerendo come una certa quantità di azioni criminali â€improvvisate†possano essere dettate direttamente dalle difficoltà economiche dei singoli. Forte
impatto anche sulle estorsioni, anche se bisogna soppesare il fatto che ce ne sono solo 4 ogni 1.000 furti. Di converso, si rileva un impatto â€negativo†su altre categorie â€in cui
appaiono necessarie maggiori competenze criminaliâ€, quali le rapine. Ed ancora, non risulta nessuna relazione fra la crisi ed i reati a carattere non strettamente economico, come stupri,
omicidi o altri crimini violenti.
La ricerca contiene anche molte altre indicazioni. Gli effetti della crisi sono più evidenti sull’aumento dei furti nelle zone nelle quali la forza lavoro è più giovane o dove c’è una prevalenza di piccole imprese. Diminuisce invece dove è più forte la criminalità organizzata. In Campania, Calabria, Puglia e Sicilia il legame fra la riduzione dell’attività economica e l’intensificarsi dei reati ha un’evidenza ancora minore, ad indicare come il â€monopolio†del crimine detenuto
dalle organizzazioni mafiose renda molto più difficile â€improvvisare†un’azione illegale, rispetto alle zone dove invece â€il controllo del territorio è meno capillareâ€.
Gli economisti tirano anche delle conclusioni. Ovviamente economiche. Nell’affrontare i nodi della crisi – segnalano – bisognerà allungare la lista dei problemi sociali da affrontare
e mettere in conto anche i costi sociali e collettivi che derivano sull’economia locale anche dalla crescita del numero dei reati (ANSA). http://www.assiv.it/2013/07/bankitali ... mld-furti-in-supermarket/
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