Security management, l'evoluzione della sicurezza – Di N. Clementi

Security management, l'evoluzione della sicurezza – Di N. Clementi

02/05/2015


«La sicurezza deve essere sempre un passo avanti rispetto alla criminalità»: ne parliamo con il dott. Vincenzo Circosta, titolare di Homeland Securnet Srl



Il Novecento è stato definito «il secolo breve» per via delle grandi guerre, delle rivoluzioni e della bomba atomica, ma è stato anche il secolo della ricostruzione e dell’affermazione del cosiddetto «American Dream», nel quale ogni uomo e ogni donna avevano non solo il diritto di sentirsi al sicuro ma anche il dovere di difendere se stessi, la famiglia e la Nazione.

Il Terzo Millennio si è invece aperto con un attacco in diretta mondiale alla patria della libertà. Con l’11 settembre 2001 è ufficialmente iniziata un’epoca di insicurezza a ogni livello: privato, personale e pubblico. Pochi anni dopo, nel 2008, crolla la borsa americana e in meno di dieci anni la democrazia più potente del mondo si è vista ferita nel suo cuore civile ed economico.
Chi poteva dirsi più al sicuro?
Non meglio identificati terroristi mediorientali sembravano vagare come ombre minacciose in ogni angolo del mondo libero. Lettere all’antrace, bombe sui treni e kamikaze non sono più scene da telegiornale provenienti da qualche polveroso paese arabo.
I terroristi sono tra noi e anche i sanguinosi eventi degli ultimi mesi (vedi Charlie Hebdo in Francia e la sparatoria al Museo Bardo in Tunisia) confermano questa inquietante minaccia.
In tempi come questi, la percezione della sicurezza personale si modifica rapidamente, in tutti i sondaggi donne e giovani si sentono poco sicuri ad uscire di casa da soli e di notte, le famiglie temono maggiormente i furti e aumentano esponenzialmente le vendite di sistemi d’allarme.

In questo contesto si inserisce anche la figura del Security Manager e le società di vigilanza privata. Non si tratta più di soli ex poliziotti o militari che decidono di mettere al servizio dei privati cittadini le proprie conoscenze in fatto di sicurezza, ma di autorevoli professionisti della sicurezza anticrimine.
Queste persone risultano anche una risorsa utile per la pubblica amministrazione: recentemente le autorità provinciali sono state invitate ad esaminare l'esistenza e l'adeguatezza dei sistemi passivi di sicurezza, come impianti di allarme e videosorveglianza, nonché la formazione del personale incaricato.
Nel mirino dei terroristi, secondo i servizi segreti, ci sarebbero anche le redazioni dei giornali, sedi di culto, monumenti, acquedotti, centrali elettriche, depositi carburanti, industrie strategiche e luoghi frequentati dal pubblico, come musei, centri commerciali e stazioni.
I controlli da parte delle forze dell'ordine sono stati intensificati, ma in alcuni casi il numero di uomini non è sufficiente. Pertanto ognuno di noi dovrà fare la propria parte consolidando quel percorso ormai irreversibile di partnership tra pubblico e privato, che consente di fare solida "rete" per il raggiungimento di un maggior senso di sicurezza.

Per approfondire questi aspetti, estremamente attuali, abbiamo incontrato il dottor Vincenzo Circosta, stimato Manager con esperienza trentennale nel campo della sicurezza privata.
Egli ha infatti operato presso i più importanti gruppi del settore nel nostro Paese, quali la sicurezza armata e non, le investigazioni private, le scienze tecnologiche applicate alla sicurezza. In qualità di titolare della Homeland Securnet srl, unendosi ad un team di manager professionisti sia in ambito civile che militare, offre a istituzioni e privati un servizio di sicurezza a 360°.



Chi è il dott. Vincenzo Circosta
Professionista della Security Aziendale – c/o Centro Interdipartimentale di Sudi sulla Pubblica Amministrazione - Università degli Studi di Roma Tor Vergata - Facoltà di Giurisprudenza - Iscrizione n.1117 - rif.to SH41 CEPAS vigente, conforme ai requisiti formativi richiesti per il profilo professionale di Security Manager ai sensi della UNI 10459 del 1995 adempiendo a quanto previsto dall’Allegato “B” del D.M. n. 269 del 01.12.10.
Specifica esperienza nelle attività di:
Crisis Manager: specialista nella gestioni di situazioni critiche e complesse.
Projet Manager: responsabile della gestione operativa e responsabile unico della valutazione, pianificazione, realizzazione e controllo di rilevanti progetti di sicurezza.
Investigatore Privato Titolare di istituto, in possesso dei requisiti professionali e capacità tecnica - di cui all’art. 4 del D.M. 269 del 01/12/2010 - e concessionario di licenza di Polizia.
Autorizzato ad esercitare, in ambito nazionale, l’attività ex Art.134 Tulps di investigazione privata prevista dall’art.5, comma 1, lettera “a” del citato D.M. nr. 269/2010, per le attività d'indagine in ambito privato, aziendale, commerciale, assicurativo.

È, in particolare, investigatore autorizzato all’attività d'indagine difensiva, volta all'individuazione di elementi probatori da far valere nell'ambito del processo penale, ai sensi dell'articolo 222 delle norme di coordinamento del codice di procedura penale e dall'articolo 327-bis del medesimo Codice.
Esperto in Scienze Criminologiche e Investigative: Alta Formazione in Scienze Criminologiche e Metodologie di indagine c/o Campus Universitario CIELS di Padova - Scuola Superiore degli Studi Criminologici e Investigativi. Ha svolto studi interdisciplinari negli ambiti della criminologia, della sicurezza e dell’investigazioni, attraverso i quali ha perfezionato l’uso degli strumenti di analisi e ha sviluppato capacità utili ad affrontare problemi complessi legati alla progettazione di politiche di sicurezza nelle diverse strutture pubbliche e private; quali pianificazioni di attività, in aree anche eterogenee, al fine di organizzare l’utilizzo di tecnologie per la sicurezza e per istituire reti di sostegno a tutela delle vittime del crimine.

Esperto in Sicurezza Marittima: ha conseguito le abilitazioni di Port Facility Security Officer e Company Security Officer, concludendo la formazione per Ufficiale di Sicurezza della Nave Ship Security Officer, formazioni conformi a quanto indicato nella Parte B, del International Ship and Port Facility Security Code ed al Programma Nazionale di Sicurezza Marittima contro eventuali azioni illecite intenzionali del Comitato Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti Marittimi e dei Porti (C.I.S.M.) del Ministero dei Trasporti.
Docente a contratto di Security presso Università telematica Unitelma Sapienza Roma – Corso di Perfezionamento Teorico-Pratico: «Investigazioni Private, Pubbliche, Informazioni Commerciali e della Sicurezza Privata – Security», ad indirizzo di diritto e procedura penale, di diritto e procedura civile, di criminologia, di sociologia e psicologia forense, di privacy, di computer forensics e security riferito alle competenze tecnico specialistiche anche di risk analisis, audit, crisis management, business continuity A.A. 2013/2014.

RSPP - Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione: Professionista esperto in sicurezza, in protezione e prevenzione designato dai datori di lavoro per gestire e coordinare le attività del servizio di prevenzione e protezione dai rischi (SPP) - art. 2 comma 1 lettera l del d.lgs. 81/2008 e successive modifiche ed integrazioni-.
Formazione abilitante realizzata presso Agenzia del Lavoro – Provincia Autonoma di Trento, conformemente a quanto previsto dal Decreto Legislativo 81/08 – art. 32, commi 2 e 4 e agli indirizzi e requisiti minimi dei corsi individuati in sede di Conferenza permanente per i rapporti con lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.


Dott. Circosta, in quali ambiti opera un security manager?
«Il Professionista della security aziendale è la persona in possesso dei requisiti e dell’esperienza per assicurare la sicurezza. Quest’ultima è intesa come lo studio, lo sviluppo e l’attuazione delle strategie, delle politiche e dei piani operativi volti a prevenire, fronteggiare e superare eventi in prevalenza di natura dolosa e/o colposa che possono danneggiare le risorse materiali, immateriali, organizzative e umane di cui l’azienda dispone o di cui necessita per un’adeguata capacità concorrenziale nel breve, medio e lungo termine.»
«Il Professionista della Security (Security Manager) rientra tra le attività professionali non regolamentate (Legge 14.01.2013 n. 4 , G.U. 26.01.2013) che sono oggi disciplinate dalla UNI (Ente Italiano di Normazione), nello specifico, la UNI 10459/2015. La norma, allineata allo schema di quelle sulle professioni non regolamentate che l’UNI ha definito nell’Aprile 2011, definisce i requisiti relativi all’attività professionale coinvolta nel processo di security, ossia la persona le cui conoscenze, abilità e competenze sono tali da garantire la gestione complessiva del processo.»

Ma la specializzazione sempre più verticalizzata della criminalità viene presa in considerazione dalle organizzazioni private della sicurezza?
«Nel caso del Professionista della Security vanno presi in considerazione fattori di natura sia economico-competitiva sia socio-politica determinano dinamismi e complessità sempre crescenti, alimentati dal convergere e dall'intrecciarsi di fenomeni come l'instabilità sociale.
«I mutamenti politici ed economici, il rapido e incessante sviluppo tecnologico, i continui processi di ristrutturazione, la progressiva dematerializzazione delle attività dell’Organizzazione, la crescente apertura geografica alla competitività, l'intensificarsi dei rapporti internazionali e il continuo proliferare di norme e leggi a livello locale, nazionale ed internazionale.
«La conseguenza è il costante moltiplicarsi dei fronti verso cui le organizzazioni sono costrette a impegnarsi al fine di conservare la competitività e di mantenere integra nel tempo la capacità di ottenere soddisfacenti risultati economici.»
«In particolare si è acquisita la consapevolezza che, indipendentemente dall'ambito di attività, l'equilibrio gestionale può essere alterato, se non addirittura definitivamente compromesso, da una serie di eventi di diversa natura.
«Ogni tipo di Organizzazione è costantemente esposta a minacce di natura dolosa, colposa o accidentale; ciò in relazione ai processi produttivi, alle azioni dei dipendenti, ai rapporti con l'esterno e, più in generale, all'essere parte di un mondo globalizzato caratterizzato dall'incertezza e dalla conflittualità.
«Accanto, quindi, all'efficace gestione delle variabili competitive tradizionali di un’azienda, le organizzazioni hanno come obiettivo la tutela del patrimonio tangibile e intangibile, inteso nel significato più ampio del termine e quindi anche, e non in modo secondario, delle persone, che con questa interagiscono, che si pone alla base dei processi di creazione del valore, assicurando così il mantenimento della capacità reddituale nel tempo.
«Questa attività si realizza anche attraverso il ricorso alle tecniche di gestione per la qualità e il contributo che esse possono dare sia alla riduzione dei costi, sia alla qualità stessa di prodotti e servizi.»

Quali sono gli ambiti principali di chi opera nella sicurezza aziendale?
«I principali compiti del professionista della security aziendale possono essere esposti in una tabella, sempre in evoluzione. Me li lasci elencare meglio qui di seguito.»
• Definizione delle politiche di Security aziendale;
• Adattamento/attuazione delle politiche nell’ambito delle singole funzioni;
• Definizione e verifica di un corretto utilizzo delle procedure e delle norme di security all’interno dell’impresa;
• Valutazione delle dinamiche ambientali, di natura criminosa, che possono avere ricaduta sull’impresa;
• Studio costante delle nuove tecnologie che possono introdurre nuovi rischi e potenziali crisi;
• Analisi dei rischi;
• Rilevazione sistematica degli incidenti e successivo studio delle cause e delle modalità di evenienza, ad esempio mediante analisi statistica dei casi storici;
• Studio e attuazione di procedure e di supporti tecnici e impiantistici e delle relative ricadute anche procedurali con correlate valutazioni costi/benefici o altre tecniche discriminanti appropriate;
• Gestione della situazione di emergenza;
• Pianificazione dei dispositivi di emergenza;
• Attività investigativa, nei limiti consentiti dalla legge;
• Mantenimento dei contatti con le Forze dell’Ordine al fine di coordinare la prevenzione e la risoluzione dei casi di specie:
• Collaborazione, in ambito specialistico, con le istituzioni;
• Gestione delle tematiche afferenti la tutela del segreto di Stato;
• Definizione di programmi di sensibilizzazione e formazione ai dipendenti sui temi di Security:
• Definizione di programmi di formazione ed addestramento del personale della Security aziendale;
• Gestione delle tematiche afferenti la tutela dei dati.

Dovere imparare a conoscere il business del soggetto per cui svolgete il servizio?
«Le funzioni del professionista della security aziendale devono tenere sempre presente l’orientamento agli aspetti economici, l’attenzione alla missione aziendale e la piena consapevolezza delle tematiche relative all’etica degli affari e professionale.»



Cos’è che vi chiedono esattamente? Che ruoli dovete riuscire a ricoprire?
«Oggi, a differenza di un tempo, sono richieste conoscenze in materie molto specifiche. Mi lasci ancora elencarle schematicamente.»
• Legislazione afferente la security, la safety e la privacy;
• Legislazione del lavoro;
• Gestione del personale;
• Tecnologie utilizzate per la security;
• Analisi e gestione dei rischi;
• Sicurezza di reti e strutture informatiche;
• Tecniche investigative;
• Tecniche di audit;
• Principi e strumenti per la gestione della qualità;
• Elementi di pianificazione economica.»

Nello scenario italiano è diffusa tale figura? Ci sono paesi in Europa che sono di riferimento?
«Nel nord dell’Europa e negli Stati Uniti d’America il ruolo e l’importanza nella strategia aziendale del Professionista della Security Aziendale sono riconosciuti e impiegati da molto tempo. Nel nostro Paese il mercato sembra aver compreso la valenza di una figura fondamentale per garantire la sicurezza e dunque la continuità operativa dell’azienda.
«Pertanto si tratta di una professione in fase di crescita. Per questo motivo sono nati vari corsi di studio legati a tale figura, erogati sia da Università che da società specializzate, riconosciute e accreditate al Ministero dell’Interno.
«Il professionista della sicurezza può operare sia come consulente, libero professionista, o far parte di una società specializzata che si occupa, tra le attività, di garantire questo tipo di servizio, come, precisamente, la Homeland Securnet S.r.l.»

Quali sono le aziende pubbliche e private più interessate a queste figure?
«L'attività del Security Manager, in generale, è ancora poco utilizzata all'interno delle aziende, che la considerano un costo e non un investimento. Il trend sta tuttavia cambiando.
«Il Security manager è la figura di riferimento per l'organizzazione, la gestione e l'assunzione di responsabilità della sicurezza di un qualunque ente, sia pubblico che privato. In questa professione si deve essere in grado di presidiare rischi e minacce a tutto campo in relazione agli scenari sempre in evoluzione in campo tecnico, informatico, economico, finanziario, ecc., dato che oggi giorno ci troviamo in un contesto sempre più globalizzato ed interconnesso con le realtà più disparate.
«Il Security Manager deve possedere, quindi, una buona padronanza del business, delle tecniche per garantire la sicurezza fisica, la privacy e la governance. Deve essere quindi un soggetto di riferimento in grado di operare nell'azienda in modo trasversale, fornendo rilevanti attività di supporto e di comunicazione verso i terzi. Importantissima per quest'ultima, la capacità di gestire un partenariato pubblico-privato a tutto campo.

Un concetto di sicurezza piuttosto sofisticato…
«Il concetto contemporaneo di sicurezza che chiama in causa il Security Manager abbraccia un contesto molto ampio, che va dalla sicurezza fisica dell'infrastruttura al controllo della protezione delle strategie produttive dell'impresa, alla sicurezza delle infrastrutture critiche, alla sicurezza nazionale, alla sicurezza informatica, alla sicurezza sul lavoro, alla fedeltà dei dipendenti, della rete di informazione-comunicazione, dell'introito merci, del trasporto protetto e sicuro dei prodotti, della privacy, etc.»

Quali sono le linee guida e i concetti principali per la realizzazione di un sistema di sicurezza studiato per un Ente Pubblico? E quale per un'azienda privata?
«La consulenza professionale prevede un’accurata analisi e successiva valutazione dei rischi e dei pericoli di origine criminosa, effettuate all'interno di ogni contesto, azienda, enti pubblici, privati, ecc. mediante sopralluogo in sito.
«Particolare attenzione viene rivolta ai rischi collegati a furti, aggressioni/rapine, illeciti accessi, minacce provenienti dall’esterno, tentati incendi dolosi, azioni dimostrative e ad atti vandalici commessi dalla criminalità comune (ovvero mirati ad azioni di manifestanti, nel corso di scioperi e/o tumulti socio-politici, oppure collegati alle minacce terroristiche pervenute da parte di estremisti di matrice politico-religiosa).
«A seguito della suddetta analisi, vengono forniti i necessari suggerimenti migliorativi riguardanti le misure messe in atto o da attuare, finalizzate a ridurre la probabilità dell’accadimento dell’evento criminoso e, ove ciò non bastasse, a mitigare il danno.
«Il concetto, diventato obbligo normativo ex art. 17, 28 e 29 del D.lgs. 81/2008 e s.m.i., di valutare tutti i rischi e quindi anche di quelli di origine criminosa, rende il Datore di Lavoro il vero soggetto responsabile, considerando anche i fattori soggettivi e personali come elementi necessari per integrare la valutazione. Pertanto egli deve potersi avvalere di specialisti in grado di consentirgli di ottemperare alle disposizioni legislative senza che si creino pericolose situazioni di incertezza.
«In considerazione del fatto che non è realistica una descrizione e quantificazione di tutti i rischi possibili, si può scegliere una scala di valori quantitativi relativi alla minaccia e all’effetto. Con questi valori è possibile tracciare un ordine di grandezza del pericolo, compilando le matrici del rischio per tutte le componenti delle attività esaminate valutando, con i risultati ottenuti, l’entità del rischio stesso.»

Come fa la Homeland Securnet a offrire un servizio di sicurezza a 360°? Vuole spiegarci la mission della sua azienda?
«Homeland Securnet S.r.l. è una società di consulenza che nasce con l’idea di offrire a istituzioni e privati un servizio di Sicurezza a 360°. La società assicura prestazioni di primo livello grazie alla personalizzazione del servizio e alla presenza di personale altamente qualificato; inoltre si avvale di contatti a livello internazionale al fine di garantire il migliore risultato per i propri clienti.
«Mi lasci riassumere la nostra Mission con il seguente schema.»



«Il concetto circolare si concreta nella struttura organizzativa e operativa in grado di svolgere attività di:
• Security Management, Risk Management (Risk assessment);
• Investigazioni;
• Business Continuity, Disaster Recovery;
• Sicurezza Marittima, Aeroportuale e Ferroviaria;
• Tecnologie Applicate alla Sicurezza;
• Infomation Technology Security;
• Security Network (progettazione, coordinamento e controllo di tutti i servizi nel campo della Security sull'intero territorio nazionale);
• Formazione Operativa e Avanzata.

Che tipo di professionisti vi servono?
«Noi ci avvaliamo di uno staff di professionisti di comprovata esperienza e abilità, sia in ambito civile che penale, tra i quali gli investigatori privati, ex appartenenti alla Forze di Polizia, già in servizio nelle sezioni di Polizia Giudiziaria presso le Procure della Repubblica, normalmente impegnati nell'attività investigativa senza limiti di materia, ai quali vengono affidate le indagini più delicate; stimati esperti criminologi, psicologi, biologi forensi, esperti in criminal profiling, analisi comportamentale, criminalistica forense, analisi scena del crimine e balistica, studiosi delle sette religiose. Information Security Technology e Security Manager, con specifiche competenze in tema di Business Continuity e delle contenute procedure di Crisis Management e Disaster Recovery
«In particolare la Homeland Securnet offre servizi di formazione professionale qualificata e avanzata sulle tematiche di maggiore attualità ed interesse specialistico, rivolti al personale, di ogni grado, operante nell'ambito della Security.
«Si avvale della collaborazione di docenti esperti nelle materie di settore della security e safety; di istruttori certificati e formatori della sicurezza aeroportuale, portuale e ferroviaria; di esperti in armi ed esplosivi, in apparecchiature radioscopiche e rilevatori di esplosivi, in falso documentale e in tecniche operative e di ordine pubblico; nonché di psicologi specializzati nelle materie afferenti all'ambito della security.»

Dovete avere particolari autorizzazioni per operare a questi livelli?
«Homeland Securnet è necessariamente in possesso di autorizzazione ex art. 115 T.U.L.P.S. - Servizio Polizia Amministrativa Provinciale Trento, 04 marzo 2014 - che svolge attività di progettazione, organizzazione, coordinamento e verifica di tutti i servizi riguardanti il settore della security sull'intero territorio nazionale.
«Opera come General Contractor garantendo soluzioni di sicurezza per ogni tipologia di utente, per mezzo di primarie aziende e professionisti qualificati, opportunamente selezionati secondo rigorosi standard qualitativi e un rigido percorso di pre-qualificazione.»

È così delicato il servizio che svolgete?
«Beh, provi a pensare che la società ricerca e individua, per conto terzi, aziende per lo svolgimento di servizi nel campo della vigilanza armata, portierato reception, delle investigazioni private, delle informazioni commerciali, delle analisi criminologiche e della sicurezza in ogni ambito;
«Incarica aziende in grado di svolgere servizi di progettazione, fornitura, manutenzione ordinaria e non di impianti antintrusione, videosorveglianza, controllo accessi, antincendio e quant'altro inerente alla sicurezza in ogni ambito.
«D’altronde, l’autorizzazione ex art. 115 T.U.L.P.S, serve proprio per dare al cliente la possibilità di operare con un unico interlocutore qualificato in grado di assicurare mediante la propria struttura organizzativa, composta da un esperto team di manager della security, un elevato standard di qualità del servizio, assicurando una tempestiva risposta per ogni mutata esigenza, con assoluta trasparenza contrattuale.
«Homeland Securnet è in grado di assistere lo staff dedicato al management della security, offrendo, in particolare, la specifica esperienza nella ricerca di ottimizzazioni strutturali ed economiche.»

http://www.ladigetto.it/permalink/43455.html

METODO PER LA SICUREZZA A LIVELLO COMUNALE...

ULTIMAMENTE SONO STATO IN UN COMUNE NELL'HINTERLAND MILANESE, BASIGLIO, TRA L'ALTRO FONTE IL SOLE 24 ORE è IL 2°COMUNE PIù RICCO DI ITALIA, (IL 1° è PORTOFINO), QUELLO CHE MI è SUBITO BALZATO ALL'OCCHIO è STATA LA TOTALE ASSENZA DI BIVACCHI, CLOCHARD, ROM... LA RISPOSTA è STATA PRESTO DATA IN AIUTO DELLE FORZE DELL'ORDINE DELLO STATO C'ERANO AUTO DI UNA VIGILANZA PRIVATA IN CONTINUO PATTUGLIAMENTO... NON SAREBBE IL CASO PER CREARE PIù OCCUPAZIONE MA SOPRATTUTTO PIù SICUREZZA FARLO D'APPERTUTTO? UN COMUNE COME IL MIO SAN DONATO MILANESE (33000 ABITANTI) SE CI AUTO TASSASSIMO DI 2€ PROCAPITE QUANTE PATTUGLIE POTREMMO AVERE??? IO PERSONALMENTE SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE SAREI CONTENTO DI PAGARE UNA TASSA...
http://www.beppegrillo.it/listecivich ... a-a-livello-comunale.html

No Expo, guerriglia a Milano fra black bloc e polizia: devastazione e scontri

'No Expo', guerriglia a Milano: bombe carta, molotov e barricate. Auto e negozi in fiamme
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Il corteo è partito in tranquillità, poi qualche vetrina spaccata ed imbrattata. In corso Magenta è scoppiato il caos, quando hanno peso il sopravvento i black bloc. La polizia ha fermato e portato in Questura alcuni manifestanti. Undici feriti tra le forze dell'ordine
FOTO - Il corteo No Expo / Le prime tensioni / Vetrine imbrattate / Tensioni con la polizia / Auto e negozi in fiamme / Devastazioni in città



No Expo, guerriglia a Milano fra black bloc e polizia: devastazione e scontri










Milano, 1 maggio 2015 - E' partito alle 15 da piazza XXIV Maggio a Milano il corteo della tradizionale 'May Day', che quest'anno protesta contro l'Expo. Dopo un inizio tranquillo, è iniziata una vera guerriglia urbana tra manifestanti e forze dell'ordine: negozi, banche, auto in fiamme, vetrine infrante, gente e turisti in fuga terrorizzati, scontri con la polizia, alcuni agenti feriti. È così sfociata in terrore e devastazioni nel cuore della città la giornata inaugurale di Expo, l'evento universale che ha aperto a Milano. Al corteo del No Expo Mayday Parade organizzato nel pomeriggio, hanno preso il sopravvento i Black bloc e le fasce più violente e la manifestazione è ben presto degenerata. La situazione è ancora tesa e si temono nuove derive anche in vista del concerto inaugurale di stasera per Expo alla Scala. Da un oprimo bilancio del 118, sette carabinieri e quattro poliziotti sono riamsti feriti. Si tratta di persone curate sul posto, per oggetti lanciati contro le forze dell'ordine. Non risultano, invece, feriti tra i manifestanti.

SCALA BLINDATA - Piazza della Scala e le vie limitrofe sono già blindate a due ore dall'inizio della 'Turandot'. Nel cuore di Milano, chiuse al traffico via Verdi, parte di via Manzoni e corso Matteotti, decine di camionette di polizia e carabinieri presidiano il teatro, dove stasera, alle 20, arriveranno i rappresentanti di istituzioni e mondo economico per assistere all'inaugurazione della stagione 'speciale' per Expo. Dopo gli scontri del pomeriggio, il timore e' che la protesta si possa riversare davanti al Piermarini, dove e' atteso anche il premier Matteo Renzi. Un simile schieramento non si era mai visto neppure in occasione delle tradizionalmente 'movimentate' prime del 7 dicembre. Decine di agenti in tenuta anti-sommossa controllano l'accesso alla piazza, bloccando anche chi e' in possesso del biglietto, e la polizia locale ha deviato il traffico a diverse centinaia di metri dalla piazza.

BOMBE CARTE E MOLOTOV - In corso Magenta è scoppiato il caos. Manifestanti incappucciati hanno cominciato a divellere cassonetti, fioriere, pali stradali. Poi hanno lanciato bombe carta, prima contro vetture parcheggiate alcune delle quali hanno preso fuoco, poi nei negozi e nei box dai quali si sono alzate alte colonne di fumo. Proprio qui il corteo si è così spezzato a metà, la prima parte ha proseguito verso zona Pagano, un'altra è rimasta bloccata in via Carducci. Il fumo dei lacrimogeni, lanciati copiosamente dalle forze dell'ordine, ha invaso tutta la zona rendendo l'aria irrespirabile. A fuoco automobili e negozi e la filiale della Bnl in piazza Virgilio (FOTO). I black bloc hanno preso di mira le auto di lusso: Bmw Mercedes e Audi sono gli obiettivi preferiti dei contestatori mentre i vigili sono in azione per spegnere le fiamme. Petardi e bombe carta sono esplose tra via Boccaccio e piazza Virgilio. La polizia in tenuta antisommossa ha cercato di isolare la coda del corteo senza riuscirci. Gli antagonisti sono arretrati in via Vincenzo Monti e dopo aver lanciato fumogeni e razzetti anche all'altezza degli appartamenti delle case ai primi piani, si sono dispersi nelle vie circostanti. Alcune centinaia di anarchici e antagonisti ormai identificabili come black bloc hanno proseguito il loro corteo in zona Pagano e sulla loro strada hanno distrutto quasi tutto ciò che incontravano inseguiti da polizia e carabinieri che li allontanavano dal centro a colpi di lacrimogeni. Via Pallavicino e via Guido d'Arezzo sono state ridotte un campo di battaglia, con macerie, vestiti e caschi lasciati, bastoni, maschere anti gas e fumogeni abbandonati dai manifestanti che si sono cambiati i vestiti evidentemente per evitare di essere identificati. Una zona totalmente sconvolta.

I PRIMI SCONTRI 'NO EXPO'-POLIZIA - In piazza Resistenza partigiana si sono registrati i primi momenti di tensione: i manifestanti, vestiti di nero con il volto coperto, hanno lanciato alcuni petardi oltre le reti di protezione che bloccavano la via, dietro le quali era schierata la polizia. Gli agenti in tenuta anti sommossa hanno risposto azionando gli idranti. Alcuni antagonisti hanno rotto un marciapiede in via De Amicis, muniti di martelli, per armarsi di sanpietrini che hanno poi lanciato contro alcune vetrine danneggiandole (FOTO). Poi è stato il turno di via Carducci, presa d'assalto dai black bloc che, con maschere antigas e incappucciati, hanno lanciando fumogeni e pietre contro polizia, edifici e auto. Colpita anche la sede dell'Enel. Lancio di pietre e bottiglie in corso Magenta contro gli agenti disposti in un cordone. Le forze dell'ordine hanno risposto con un lancio di lacrimogeni disperdendo il blocco che intanto sta spaccando vetrine con mazze simili a quelle sequestrate nei giorni scorsi.

FERMI ED IDENTIFICAZIONI - La polizia ha bloccato e identificato alcune persone in via Giotto, in prossimità con piazza Buonarroti e le ha portate in Questura. Un giovane è stato caricato su una volante. Insulti e sputi contro gli agenti della polizia che hanno fermato in strada una ragazza che ha partecipato al corteo No Expo. La giovane è stata fermata per il reato di "resistenza e lancio di oggetti", come ha spiegato uno degli agenti dialogando con altri manifestanti che hanno assistito alla scena. I manifestanti hanno chiesto a piu' riprese ai poliziotti di togliere le manette alla giovane perche' non aveva fatto niente. Accanto a lei ci sono anche gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Traini, che fanno parte del 'legal team'. Gli agenti hanno provato a spiegare ai partecipanti al corteo che la ragazza era stata giustamente fermata, suscitando cosi' l'ira di alcuni giovani.

STRISCIONI DI PROTESTA E IMBRATTAMENTI - Sfilano così, verso via Mario Pagano, alcune migliaia di persone (FOTO), tra le quali una ventina di bande e formazioni musicali di tutta Europa che protestano contro l'Expo e festeggiano i 30 anni della formazione milanese della Banda degli Ottoni. Presenti anche diversi gruppi di antagonisti e anarchici provenienti da tutta Europa. Ma anche una pettorina con la scritta "Legal Team Europa" e un numero di telefono che i manifestanti "potranno chiamare in caso di bisogno". Tra gli avvocati in piazza, di cui alcuni difendono già degli antagonisti, spiegano che la squadra europea di legali serve a garantire "il libero diritto di esercizio di manifestare". Dopo un inizio tranquillo, gli animi si sono scaldati e la tensione è salita, fino a scontri veri e proprio tra manifestanti e polizia. La testa del corteo è guidata da una banda che suona 'Bella ciao' e da un gruppo di clown che ironizzano sul tema dell'esposizione e sulle polemiche che l'hanno interessata. Molte famiglie con bambini stanno sfilando nella parte iniziale accompagnati dalla musica della 'Banda degli ottoni a scoppio', che si è posizionata subito dietro lo striscione di apertura. Il gruppo NoTav e gli antagonisti si trovano invece al centro del corteo e un gruppo di loro ha già iniziato a lasciare la propria firma sulle facciate dei palazzi e sulle vetrine delle banche incontrate sul percorso. Accesi alcuni fumogeni all'ingresso di via De Amicis. Molti gli striscioni e le bandiere contro Expo e contro il governo Renzi. "Expo 2015: l'Italia da bere", recita un cartello sul quale è raffigurato Renzi che beve da un fiaschetto di vino. Pronto a sfilare anche un carro allegorico con raffigurata una fabbrica, allestito dagli operai della Rimaflow, azienda che ha ripreso a produrre dopo che gli operai che lavoravano l'hanno rilevata.

LE REAZIONI, SDEGNO E MILANESI IN STRADA A PULIRE - "Isolare, individuare, punire senza se e senza ma i delinquenti che stanno devastando Milano", ha detto il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Seguito dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni: "Pieno sostegno alle forze dell'ordine che stanno fronteggiando a Milano la guerriglia urbana scatenata da imbecilli violenti che devono finire in galera". E ancora il laeder della Lega Nord Matteo Salvini: "Mi auguro che quelli che vengono arrestati per le violenze e le devastazioni a Milano paghino di tasca loro i danni. Vedere i danni che questi stanno facendo mi fa rabbia, mi auguro che i balordi passino qualche settimana in galera". Hanno già iniziato a ripulire e sistemare da soli, diversi titolari e dipendenti di bar e negozi danneggiati dall'azione dei black bloc. In zona Cadorna, in particolare, sui marciapiedi - con guanti e scope - stanno raccogliendo vetri e spazzatura, riposizionando i cestini dei rifiuti.

CHIUSE FERMATE METROPOLITANA - Sono tre le fermate della metropolitana milanese chiuse a causa degli incidenti in seguito alla manifestazione dei No Expo. Il presidente dell'Atm, l'Azienda Trasporti, Bruno Rota, ha sottolineato che sono chiuse le fermate di Wagner, Pagano e Conciliazione. Ci sarebbe anche l'ipotesi di una chiusura della fermata di Cadorna. Sono diverse anche le linee di superficie, di bus e tram, che sono state fermate o deviate, in alcuni casi anche disalimentate.

SICUREZZA, STRADE CHIUSE - Il corteo non sfila come ogni anno per le vie del centro. Per ragioni di sicurezza, infatti, è stato deviato in via De Amicis, via Carducci e passando per piazzale Cadorna terminerà in via Pagano, dove si ricongiungerà con la manifestazione indetta dai sindacati di base Cub contro Expo. Il timore è che centinaia di manifestanti stranieri che sono giunti a Milano tra ieri e la scorsa notte diano vita a violenze e danneggiamenti nel centro della città. Per questo motivo lungo tutto il percorso ma anche in alcune zone strategiche il dispiegamento di forze dell'ordine è imponente. Tutte le vie che intersecano il percorso del corteo e conducono verso le zone centrali sono state transennate dalle forze dell'ordine e, in quelle più larghe, sono state anche anche posizionate cancellate mobili. In attesa del passaggio del corteo alcuni bar che erano aperti stanno abbassando le serrande. Dietro le grate d'acciaio i nuovi grossi blindati in dotazione alla polizia compresi quelli che montano gli idranti. Dietro i blindati decine di poliziotti in assetto antisommossa sono pronti ad intervenire con già indosso le maschere antigas e i dispositivi per sparare i lacrimogeni. È probabilmente la prima volta che una struttura del genere viene montata a Milano in caso di manifestazioni. Passando davanti alle grate alcuni manifestanti hanno tirato degli oggetti e altri hanno lasciato delle scritte sulle vetrine della vicina filiale di Intesa San Paolo.

IN RETE RABBIA CONTRO I BLACK BLOC - C'è tanta rabbia contro i black bloc e tanta delusione per la piega presa dal corteo tra la gente comune, che si sfoga su Twitter commentando gli scontri alla May Day di Milano. "Rispetto chi protesta e manifesta. Non chi prende a martellate le città incappucciato. Delinquenti" commenta un utente. E ancora: "Manifestare per il lavoro distruggendo il lavoro di altri, bruciando le auto di chi non c'entra nulla #MayDay", "I giovani democratici #noexpo2015 stanno democraticamente sfasciando tutto", "Quello che sta succedendo a Milano non è protesta è pura inciviltà! Fate schifo", "Mi sfugge il nesso con il diritto di manifestare".
http://www.ilgiorno.it/milano/expo-20 ... teo-primo-maggio-1.907427

expo-addetti-alla-sicurezza-denunciano-siamo-allo-sbaraglio

29 aprile a Roma: sit-in lavoratori IVP Centralpol/Sevitalia

29 aprile a Roma: sit-in lavoratori IVP Centralpol/Sevitalia

29 aprile 2015 15:48


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Autore:
Ado Antonellini

Tags:
29 aprile a Roma: sit-in lavoratori IVP Centralpol/Sevitalia

29 aprile a Roma: sit-in lavoratori IVP Centralpol/Sevitalia

L’Ugl Sicurezza Civile si riunisce in un sit-in di protesta contro il mancato reintegro, ordinato dal Tribunale di Roma, di circa 13 lavoratori, licenziati illegittimamente dall’Istituto di Vigilanza privata Centralpol/Sevitalia. La protesta si è svolta con la partecipazione di tutto il Direttivo romano il quale ha partecipato in segno di solidarietà verso i colleghi licenziati davanti alla sede dell’istituto di vigilanza a Roma.
Durante il sit-in il segretario territoriale Gianni Festa è stato ricevuto dalla proprietà, le due parti si sono accordate nel rivedersi alla DTL il 5 maggio per ridiscutere del destino dei 13 lavoratori licenziati.
Si è voluta attirare l’attenzione non solo sull’atteggiamento inaccettabile di Centralpol/Sevitalia, ma anche più in generale sugli effetti perversi che i cambi di appalto generano nel nostro settore della vigilanza privata, contro i quali chiediamo misure a tutela dei livelli occupazionali.
Roma, 29 aprile 2015
http://www.uglguardiegiurate.net/29-a ... -ivp-centralpolsevitalia/

Sicurezza, il prefetto cambia le regole; Presto un’intesa con le guardie giurate

Sicurezza, il prefetto cambia le regole
Presto un’intesa con le guardie giurate
Il prefetto Sodano: «Stiamo rimodulando i servizi.
Ma attenzione, questa città non è il Far West»
L’INTERVISTA

Sicurezza, il prefetto cambia le regole
Presto un’intesa con le guardie giurate



BOLOGNA - «Si tratta di fatti gravi perché commessi ai danni di persone indifese, spesso deboli, che vanno prevenuti, se possibile, e contrastati, ma il centro storico non è il Far West: dobbiamo mantenere la lucidità senza sottovalutazioni ma nemmeno sensazionalismi, altrimenti corriamo il rischio di scoprirci su altri fronti», avverte il prefetto Ennio Mario Sodano.
Colpisce il fatto che si tratti di episodi in serie, spesso violenti e per assicurarsi bottini in molti casi esigui.
«Il tema della sicurezza del centro c’è ed è da sempre all’attenzione delle forze dell’ordine. Si tratta di reati gravi per chi li subisce, fanno indignare e destano preoccupazione, ma dobbiamo avere il sangue freddo di valutare i fatti per quelli che sono, cioè singoli episodi, ravvicinati, che danno la percezione di un allarme. Ma, dati alla mano, non c’è un’emergenza sicurezza. Scippi e borseggi non sono cresciuti, diversamente dai furti in appartamento che sono una piaga nazionale. Questo non vuol dire che ce ne stiamo con le mani in mano».
Quali contromisure avete in mente?
«Stiamo lavorando a una rimodulazione dei servizi e al passaggio da un sistema con molte divise in strada ma poco mobili a un altro più dinamico con un utilizzo maggiore di personale in borghese e in movimento. Stiamo pensando a una revisione del protocollo col Comune, a un utilizzo diverso dei vigili e all’installazione di telecamere in grado di identificare targhe e volti anche a distanza. Presto stipuleremo un protocollo con gli istituti di vigilanza, si chiama mille occhi sulla città, ci avvarremo della loro collaborazione».
In che modo e con quali regole d’ingaggio?
«Hanno personale addestrato che si muove sul territorio per presidiare beni e attività ma se li inseriamo in un circuito di collaborazione possono aiutarci a riconoscere segnali e anomalie. Ovviamente lavorerebbero a stretto contatto con le forze dell’ordine e con regole più che chiare. C’è da lavorare e chiediamo aiuto anche ai cittadini».


In che modo?
«Non devono scoraggiarsi o cedere allo sconforto ma continuare a denunciare e a segnalare qualunque fatto, anche modesto. Devono essere parte attiva».
I cittadini chiedono un maggiore contrasto a questi reati.
«I numeri dicono che arresti e denunce sono cresciuti. Si può sempre fare meglio e stiamo lavorando in questo senso. C’è poi il tema delle sanzioni che riguarda il Paese nel complesso, il sistema giustizia è parte della filiera della sicurezza. Si parla di inasprimento delle pene ma dovremmo discutere di effettività: se riuscissimo a far pagare sanzioni immediate l’effetto deterrente sarebbe maggiore. Il brigantaggio di strada non va sottovalutato ma non dobbiamo cedere alla tentazione di spostare risorse sull’onda del momento, perché rischiamo di sguarnire altre zone. Abbiamo tanti fronti da seguire, non ultimo quello dell’emergenza profughi che ci impegna molto».
Recentemente lei ha detto che salvate vite nell’indifferenza. Cosa intendeva?
«La fatica quotidiana delle forze dell’ordine, di comuni, prefetture e volontari non fa notizia. Siamo pronti a emozionarci davanti alle drammatiche immagini dei naufragi, poi dimentichiamo in fretta presi dal nostro quotidiano. Di quei sopravvissuti invece c’è qualcuno che se ne sta occupando».

23 aprile 2015 Sicurezza, il prefetto cambia le regolePresto un?intesa con le guardie giurate
http://corrieredibologna.corriere.it/ ... urate-2301298062589.shtml

Ondata di ladri, super lavoro per carabinieri e guardie giurate

Ondata di ladri, super lavoro per carabinieri e guardie giurate



CRONACA
PIACENZA
PROVINCIA


23 aprile 2015



Non si ferma l’ondata di furti, molti fortunatamente solo tentati, che colpisce ormai quotidianamente Piacenza e la provincia. Ieri pomeriggio due episodi.

Verso le 14.30 due individui hanno tentato di nascondere nelle tasche degli abiti alcuni accessori per telefonini, all’interno di un centro commerciale cittadino. Notati dal personale Ivri di sorveglianza sono stati fermati oltre la barriera delle casse; hanno quindi ammesso il furto con destrezza.

Circa due ore prima, verso la mezza, le guardie giurate e i carabinieri di Fiorenzuola sono intervenuti a Cerreto Landi nel comune di Carpaneto a seguito della segnalazione di allarme di una abitazione, ricevuta dalla centrale operativa. Giunti sul posto hanno potuto riscontrare la tentata intrusione da parte di ignoti.

Nella notte carabinieri di Fiorenzuola e agenti Ivri sono di nuovo intervenuti per un tentativo di furto in un magazzino commerciale di Alseno. Un cancello sul retro aperto e una porta del magazzino forzata erano i chiari segni di una tentata intrusione.
http://www.liberta.it/2015/04/23/onda ... inieri-e-guardie-giurate/

Tribunale Milano, i vigilantes: alcuni avvocati entrano armati

Tribunale Milano, i vigilantes: alcuni avvocati entrano armati




Milano, 23 apr. (askanews) - Le regole parlano chiaro: fatta eccezione per agenti e funzionari delle forze dell'ordine attualmente in servizio, è assolutamente vietato introdurre pistole e altre armi da fuoco nel Palazzo di Giustizia di Milano. Neppure se si è in possesso di regolare porto d'armi rilasciato dalle autorità competenti. Eppure nell'edificio che il 9 aprile scorso è stato teatro della sparatoria che ha portato alla morte di 3 persone e al ferimento di altre 2, le pistole continuano a entrare indisturbate. "Il problema - spiega una guardia giurata - è che abbiamo le mani legate: con il regolamento attualmente in vigore, non possiamo far nulla per impedirlo".

L'allerta sicurezza scattata in seguito alla "strage" compiuta a colpi di pistola da Claudio Giardiello si è tradotta in un sostanziale rafforzamento dei controlli. Per molti, ma non per tutti. Perché, anche dopo la sparatoria del 9 aprile, ci sono alcuni che continuano a beneficiare di ingressi riservati. Non solo i tradizionali "addetti ai lavori" della giustizia (giudici, magistrati, personale amministrativo, poliziotti, carabinieri e finanzieri), ma anche categorie di professionisti come avvocati, notai e commercialisti. A loro, basta mostrare ai vigilantes il proprio tesserino professionale, allegando un documento di identità (novità, quest'ultima, introdotta dopo il 9 aprile) per entrare nel Palazzo di Giustizia senza nessun controllo. Tutti gli altri, il cosiddetto "pubblico" (dizione che comprende tutti gli utenti della giustizia) devono necessariamente passare sotto il metal detector, spesso al termine di lunghe code che si formano soprattutto nelle ore di punta, e farsi controllare borse, zaini, indumenti ai raggi X.

L'ultimo, emblematico episodio risale a ieri: un notaio, con regolare porto d'armi, si è presentato nell'ufficio delle guardie giurate, ha mostrato la sua pistola chiedendo come dovesse comportarsi. Gli è stato detto che il regolamento non è cambiato: nel Palazzo di Giustizia non si può entrare con una pistola e questa è una regola che vale anche per chi ha il porto d'armi.

E' un aneddoto che la dice lunga: il rischio di altri casi Giardiello c'è ed è concreto. E' vero che dopo il 9 aprile c'è stato un aumento della vigilanza, ma tutto si è risolto nel classico esempio italiano di due pesi e due misure. Perché, come spiega ancora il vigilantes, "chi entra dagli accessi riservati non deve sottostare a nessun tipo di controllo e può farlo con un'arma. Conosco almeno 4 o 5 avvocati che entrano regolarmente con le proprie pistole. E noi non possiamo fare niente".

Quello di ieri non è certo l'unico caso di questo genere: nei mesi scorsi due persone, un poliziotto in pensione e un investigatore privato, sono state intercettati dai vigilantes mentre stavano entrando in Tribunale armati di pistola.
http://www.firstonline.info/a/2015/04 ... f4-4c48-899a-ba6d0091edc0

Pensioni ultimi atti, riforma Fisco, Anticipo TFR,quota 96,riforma pubblica amministrazione,amnistia: novità martedì Governo Renzi


Pensioni ultimi atti, riforma Fisco, Anticipo TFR,quota 96,riforma pubblica amministrazione,amnistia: novità martedì Governo Renzi






Dal primo maggio busta arancione, sì a uscita anticipata con pensioni più legge, riforma del Fisco pronta a settembre e al via possibilità di richiedere l’anticipo del Tfr in busta paga: novità e ultime notizie






Vediamo le novità e ultime notizie ad oggi martedì 21 aprile del governo Renzi su riforma pensioni, ma non solo.
Dal primo maggio busta arancione, sì a uscita anticipata con pensioni più legge, riforma del Fisco pronta a settembre e al via possibilità di richiedere l’anticipo del Tfr in busta paga e convenienza. Tutto tace, invece, ancora sul caso dei quota 96 e si attendono risposte alle misure di indulto e amnistia.





Pensioni: Non solo busta arancione a partire dal prossimo mese di maggio per permettere a tutti i lavoratori di conoscere la propria posizione pensionistica ma anche quando potranno andare in pensione e quanto percepiranno, ma anche l'annuncio che le pensioni verranno pagate per tutti ogni primo giorno del mese, e non più in date diverse, e maggiore flessibilità in uscita con pensioni più leggere, ricalcolo contributivo e reddito minimo per gli over 55. Chiare le intenzioni di intervento sulle pensioni del presidente dell'Inps Boeri. Ma il governo non ci sta, lo invita a riferire in Parlamento delle novità, e alcuni partiti non approvano ricalcolo contributivo e pensione anticipate con penalizzazioni. E mentre il dibattito in tal senso continua, dal primo maggio tutti i contribuenti potranno simulare quanto percepiranno di pensione. Nella prima fase, si potrà accedere al sito www.inps.it e cliccare sul link ‘La mia pensione’ solo per coloro già in possesso del pin Inps, circa 5,5 milioni di lavoratori. A maggio, si partirà con i possessori di pin che hanno meno di 40 anni, a giugno con gli under 50 e a luglio con gli altri, ed entro la fine dell’anno l’Inps dovrebbe rendere possibile la simulazione a quasi 18 milioni di lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti e parasubordinati. Nel 2016 la possibilità sarà allargata prima ai lavoratori domestici e a quelli agricoli e poi ai dipendenti pubblici, ed entro la fine del 2016 sarà accessibile da tutta la platea degli iscritti all’Inps, circa 23 milioni e mezzo di lavoratori.

Riforma Pubblica Amministrazione: “Siamo orientati a non presentare modifiche del Governo. Sono molto soddisfatta del testo uscito dalla Commissione Affari Costituzionali” ha dichiarato in settimana il ministro Madia sulla riforma della P.A., definita “una riforma per il paese, per i cittadini e le imprese, e non solo per i dipendenti pubblici”. Diverse le novità riservate ai dirigenti pubblici, dalla possibilità che quelli privi di incarico decadano dal ruolo unico dopo un determinato periodo, fino a diventare licenziabili, al nuovo sistema di valutazione del loro operato. La Madia ha spiegato “Prima di presentare il disegno di legge in Consiglio dei Ministri avevamo davanti due strade legittime: uno era il modello dello spoil system, l’altro quello di una dirigenza autonoma dalla politica che entra nell’amministrazione per concorso. Abbiamo scelto di confermare il secondo modello. Si può essere valutati.” E infatti sarà introdotta la valutazione nello stesso percorso di carriera. Novità in arrivo anche per i concorsi pubblici, che si svolgeranno su una logica di fabbisogno e, ha precisato la Madia, “non basta fare un concorso iniziale ma servono percorsi di valutazione durante la carriera di chi lavora nella pubblica amministrazione”.

Riforma Fisco: Il premier Renzi ha annunciato cche la nuova riforma del fisco sarà pronta entro settembre e tra le novità previste anche possibili segnalazioni al Fisco di chi non paga i biglietti per il trasporto pubblico. La misura della bozza del disegno di legge prevede che chi non paga il biglietto dell’autobus rischia di essere segnalato al Fisco. E le guardie giurate potrebbero sostituire i controllori.

Anticipo Tfr: Partita da questo mese di aprile la possibilità di chiedere il Tfr in busta paga. Come stabilito dalla Legge di Stabilità, possono accedere al trattamento lavoratori con rapporto in essere di almeno sei mesi. Al via dal prossimo mese di aprile, bisognerà aggiungere ulteriori 50 giorni se l’azienda ha un numero inferiore a 50 addetti o ha presentato richiesta per accedere a finanziamenti bancari per esaudire la richiesta del lavoratore. La prestazione della domanda per l’accesso al Tfr in busta paga, che comporterà qualche decina di euro in più al mese, sarà valida fino al 30 giugno 2018, e una volta effettuato l’accesso a questa novità non si potrà tornare indietro. Non possono, invece, chiedere il Tfr in busta paga i lavoratori del settore agricolo, i dipendenti domestici e di quei settori in cui i contratti collettivi prevedano la ricezione del Tfr regolare.

Isee: Il ministro del Lavoro Poletti qualche giorno fa ha confermato l'intenzione del governo di ricorrere al Consiglio di Stato, dopo le recenti sentenze del Tar del Lazio che hanno dato ragione ad alcune associazioni di disabili, stabilendo che i contributi ricevuti ai fini assistenziali, fra cui pensioni di invalidità ed indennità di accompagnamento, non devono essere calcolati nel reddito totale. Non sarà sospeso però sospeso il nuovo Isee perché, ha spiegato Poletti, “interrompere questo percorso creerebbe più danni, che vantaggi, e consideriamo sia necessario continuare ad applicare l'Isee, e a fare un monitoraggio”. Intanto, l’Inps ha dato il via alla banca dati delle prestazioni sociali agevolate collegate all'Isee, grazie a cui le amministrazioni possono inserire, verificare e cancellare i dati riguardanti le prestazioni erogate e i relativi beneficiari.

Indulto e amnistia: I Radicali continuano a spingere perchè vengano approvate le misure di indulto e amnistia per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, il senatore Falanga di Forza Italia continua a chiedere una calendarizzazione della discussione delle misure di clemenza, ma il governo non sembra intenzionato ad agire in tal senso. Del resto, sono ormai mesi che i quattro ddl sono fermi in Commissione Giustizia ed è chiaro che il ministro della Giustizia Orlando non approvi tale misure, continuando a ribadire che il numero dei detenuti è già diminuito, dichiarazione in netto contrasto con i numeri reali che, invece, attestano un nuovo aumento dei carcerati nelle strutture penitenziarie italiane nel mese di febbraio.

Quota 96: Il piano della Buona Scuola non contiene alcuna misura in favore dei quota 96 della scuola e al momento non sono previste soluzioni per i 4mila lavoratori della scuola bloccati ancora a lavoro dalla riforma pensioni Fornero, da ormai tre anni, nonostante il raggiungimento dei requisiti pensionistici necessari. E in questi ultimi giorni non è arrivata alcuna novità sulla questione. Tutto, dunque, ancora fermo e in attesa di risposte.
http://www.businessonline.it/news/324 ... a-oggi-governo-renzi.html

Mezzi pubblici: telecamere e più potere alle guardie giurate

Pubblicato sabato 18 aprile 2015

Mezzi pubblici: telecamere e più potere alle guardie giurate


Guardie giurate con facoltà di controllare titoli di viaggio e documenti dei passeggeri. Questa la proposta riguardante il trasporto pubblico lombardo della Lega Nord, approvata in consiglio regionale come emendamento della Legge numero 6 del 2012, che già prevedeva questa possibilità.

Presente nella legge anche l'installazione di telecamere su tram, autobus e vagoni della metropolitana immatricolati dal 2010 e l’obbligo per le aziende dei trasporti locali di istituire corsi di formazione per il personale addetto ai controlli, per essere in grado di gestire situazioni di emergenza. Le videocamere dovrebbero essere installate immediatamente sui nuovi mezzi di trasporto, mentre quelli già in adozione dovrebbero essere adeguati entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della norma. Il costo dell'operazione non dovrebbe gravare su Regione Lombardia o sulle amministrazioni locali.

«L’obiettivo – ha commentato Fabio Rolfi, vicecapogruppo del Carroccio al Pirellone – è quello di garantire maggiore sicurezza agli utenti e combattere con maggiore decisione il triste fenomeno dell’evasione tariffaria, che penalizza fortemente i bilanci delle aziende di trasporto. Occorre contrastare con più forza il fenomeno del’abusivismo, che è più diffuso di quanto si pensi. E’ necessario poi mettersi nei panni degli operatori del settore, autisti e controllori, che spesso, come riportato dalla cronaca, sono vittime di aggressione da parte di “portoghesi” e altri malintenzionati».

D'accordo sulla necessità di garantire la sicurezza degli addetti ai trasporti anche Maria Teresa Baldini, consigliera regionale Fuxia People ed ex Lega Nord, che però sottolinea come non si debba creare confusione: «Esiste già una figura preposta autorizzata a identificare i passeggeri ed è quella dell’agente di polizia ferroviaria. La Polfer, come tutti i corpi di pubblica sicurezza – continua Baldini – con i tagli di Renzi si sta fortemente depotenziando. Regione Lombardia, per conseguire risultati rapidi e meno farraginosi del modificare leggi nazionali per creare nuove strutture in merito alla sicurezza sui convogli, dovrebbe quindi aver la forza di rivolgersi al Governo per chiedere di potenziare la polizia ferroviaria per garantire la presenza dei suoi agenti sui treni».
(Chiara Lazzati)
http://www.legnanonews.com/news/2/475 ... tere_alle_guardie_giurate

Sospeso il poliziotto dei post su Diaz e Giuliani



Sospeso il poliziotto dei post su Diaz e Giuliani

Punito Fabio Tortosa. Rimosso anche il capo del Reparto mobile di Cagliari: mise “mi piace” al commento choc pubblicato sul social. Alfano: «Abbiamo fatto il giusto e presto»








































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16/04/2015










Fabio Tortosa sospeso dal servizio; Antonio Adornato, il dirigente del reparto mobile di Cagliari che aveva messo un “like” al post sul massacro della Diaz pubblicato su Facebook dal poliziotto, sollevato dall’incarico e trasferito: sono le prime mosse dell’azione disciplinare avviata dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza, che aveva promesso accertamenti rapidi e provvedimenti «adeguati nella severità alla gravità di quanto emerso».



SONDAGGIO




Così, dopo aver inviato una lettera a Repubblica per garantire che «non ci sarà mai più un’altra Diaz», il capo della Polizia Alessandro Pansa ha annunciato i primi provvedimenti presi nei confronti dei due poliziotti. «Abbiamo fatto il giusto e lo abbiamo fatto presto», ha commentato il ministro dell’Interno Angelino Alfano.





Il capo del Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha maturata la decisione in questi due giorni. E poco importa che abbia scatenato le critiche di destra e Lega e, soprattutto, i malumori di quella parte minoritaria all’interno della Polizia che la pensa come Tortosa. Quella stessa parte che si scatenò contro il capo della Polizia quando diede del «cretino» al poliziotto che calpestò un manifestante caduto in terra durante una manifestazione a Roma.



Caso Tortosa, Pansa: “Non è colpa della Polizia”



Ma non poteva fare altrimenti, Pansa: le parole dell’ex appartenente al VII nucleo hanno provocato un danno d’immagine non indifferente alla Polizia, che da tempo ha avviato un percorso per cambiare radicalmente le tecniche e soprattutto la mentalità di chi è impiegato in ordine pubblico. Ed era necessario dare anche un segnale a tutti quei poliziotti che, ogni giorno, rischiano la vita garantendo la libertà dei cittadini e che si sono sentiti traditi dalle parole di Tortosa. Tra una decina di giorni, inoltre, si aprirà l’Expo e a Milano sono annunciate manifestazioni tutt’altro che tranquille: arrivarci senza un segnale forte nei confronti dell’agente avrebbe reso sicuramente più difficile la gestione della piazza.



Anche per questi motivi Pansa è andato oltre i provvedimenti, usando parole nette per tracciare un solco tra la polizia di oggi e quella che, 14 anni fa, fece l’irruzione a Genova. «Non è pensabile che ogni situazione che accada oggi possa essere ricondotta ogni volta al problema della Diaz - sono state le sue parole - Oggi i reparti mobili, la Polizia, sono un’altra cosa. Sono diversi: abbiamo altri modelli comportamentali e altre tecniche operative, siamo tutori e difensori della legalità e della democrazia». Dunque la verità è una sola ed è che «la polizia è paladina della legalità. Se c’è qualcuno che sbaglia, sbaglia lui. E verrà sanzionato». Parole che non sono piaciute affatto alla destra, che parla di misure «vergognose» e «ingiuste» e alla Lega, con Salvini che ha accusato Pansa di «aver sbagliato mestiere»: «mi ha stupito un capo della Polizia che parla dei suoi uomini come fossero macellai - ha detto il leader del Carroccio - e processare un `mi piace´ su Facebook è da quarto mondo». Dal Pd è arrivato invece un plauso a quanto deciso dal Dipartimento: «Serviva dare una risposta ad ogni ambiguità», ha commentato Emanuele Fiano.



IL BUONGIORNO - Mio Diaza (di M.Gramellini)



E Tortosa? Il protagonista di tutta la vicenda non è rimasto in silenzio, anche se con Pansa si è detto d’accordo su una cosa: «anche io mi auguro che non ci sia più una Diaz». «Mi sento una vittima sacrificale - ha aggiunto - Io e tanti come me siamo entrati alla Diaz obbedendo ad un ordine legittimo e non abbiamo commesso alcun atto contrario alle norme e all’etica di ogni uomo». La vicenda non è ancora finita, anche perché Tortosa ha annunciato ricorso. «Penso di ricorrere per vie legali. Mi tutelerò se la sanzione dovesse essere incongrua a quelle che sono le mie eventuali negligenze. Ho scritto un post interpretato in maniera distorta e me ne assumo le responsabilità, ma intendevo altro». Con lui il suo sindacato, la Consap, che chiede che «non venga fatto di un capro espiatorio una vittima designata». Tortosa infatti, ha detto il segretario Stefano Spagnoli, «ha ricevuto minacce di morte» e per questo «va valutata immediatamente l’opportunità di assegnare una scorta a lui e alla sua famiglia».
http://www.lastampa.it/2015/04/16/ita ... UHwJzuq2YBlZM/pagina.html

Strage a tribunale Milano: ANSA intervista il Segretario Nazionale UGL Sicurezza Civile

Strage a tribunale Milano: ANSA intervista il Segretario Nazionale UGL Sicurezza Civile

http://www.uglguardiegiurate.net/stra ... ale-ugl-sicurezza-civile/

IX Premio Corpo Guardie di Città : grande successo ed importante raccolta fondi per borse di studio



11/04/2015- 11/04/2015



IX Premio Corpo Guardie di Città : grande successo ed importante raccolta fondi per borse di studio









EVENTO BENEFICO organizzato in occasione della Corsa IPPICA NAZIONALE Premio Corpo Guardie di Città, TRIS – QUARTE’ – QUINTE’

L’ ultima corsa della giornata conclusiva della stagione ippica pisana dell’Ippodromo di San Rossore è stata definita dal Direttore Generale di Alfea Spa Dott. Emiliano Piccioni < una delle corse riuscite meglio quest’anno a San Rossore che si può fregiare anche della dizione “CORSA TRIS QUARTE’ QUINTE’ ” >. E’ stata una bellissima ed entusiasmante Corsa che , voluta fortemente dal Direttore Generale di Alfea Spa Dott. Emiliano Piccioni , con un grande impegno anche del suo staff , ha visto al via tanti cavalli , ben 14 , ed un premio di € 11.000,00.

Anche quest’anno, come nelle scorse otto edizioni, in occasione della Corsa Nazionale Tris Quartè Quintè PREMIO CORPO GUARDIE DI CITTA’, che sancisce la chiusura della stagione Ippica Pisana, è stato organizzato il consueto evento, a scopo benefico, volto a sostenere la Missione Salesiana Cidade Dom Bosco attraverso la ONLUS La Città dei Bambini di Padre Ernesto Saksida e le associazioni AVIS ed ADMO per contribuire all’aumento dei donatori di sangue e di midollo osseo.

LA CORSA TRIS, " - PREMIO CORPO GUARDIE DI CITTA' - " , giunta alla sua nona edizione, come ogni anno viene sostenuta da importanti e famosi pisani come il Maestro Andrea Bocelli, il Maestro Andrea Buscemi , l’ex calciatore ora direttore generale area sport della A.S. Lucchese Libertas ed opinionista Mediaset Giovanni Galli , l’attore pisano Roberto Farnesi, il camaleontico artista pisano Paolo Conticini e quest’anno anche dall’ ALAP ( Associazione Laureati Ateneo Pisano ) che ha contribuito all’organizzazione mettendo anche a disposizione il gruppo degli attori in vernacolo che hanno allietato i partecipanti con divertenti sonetti.

L’Istituto di Vigilanza Privata Corpo Guardie di Città per l’occasione, dando continuità ad una tradizione quasi decennale, ha organizzato un cocktail nel giardino del Ristorante dell’Ippodromo, posto al centro della pista, a cui hanno partecipato molte autorità civili e militari, manager ed imprenditori delle principali realtà del territorio, illustri liberi professionisti, volti noti delle istituzioni locali e personaggi di spicco del mondo sportivo locale e nazionale che hanno onorato l'ultima giornata di corse al galoppo dell'Ippodromo Pisano di San Rossore e sostenuto l’ iniziativa benefica collegata all’evento.

E’ stata una giornata particolare perché oltre a sancire la fine della stagione Ippica Pisana ha sostenuta la campagna AVIS e ADMO per incrementare anche il numero degli iscritti al “Gruppo Donatori Sangue AVIS -Corpo Guardie di Città” e perché è stata organizzata, attraverso la vendita dei biglietti della “ LOTTERIA DEGLI SPONSOR ”, una raccolta fondi per l'Associazione Onlus La Città dei Bambini di Padre Ernesto Saksida volta a sostenere la Missione Salesiana Cidade Dom Bosco.

Insieme a tutti i partecipanti è stato possibile ricavare ben € 1.500,00 dando continuità al progetto di sostegno dei piccoli bisognosi delle favelas di Corumbà (Brasile) che Regione Toscana, Comune di Pisa e Provincia di Pisa con l’ Istituzione Centro Nord Sud hanno cofinanziato per favorire l'istruzione e il nutrimento di tanti bambini malnutriti, malati ed orfani.

Il Maestro Andrea Buscemi ha presentato la manifestazione, ha diretto l’estrazione dei premi e presentato il progetto solidale leggendo la lettera di Laura Anselmi Presidente della Onlus La Città dei Bambini di Padre Ernesto Saksida e nipote del fondatore di CIDADE DOM BOSCO Padre Ernesto Saksida in cui veniva illustrato il progetto “ BORSE STUDIO UNIVERSITARIE ” a cui è stata devoluta la somma ricavata dalla vendita dei biglietti della lotteria di beneficenza


Durante l’evento è stata registrata una puntata speciale ed inedita di PROFESSIONE SICUREZZA, nell’occasione condotta dal giornalista Pierluigi Cioli, e sono state consegnate le targhe ricordo agli sponsor e alle personalità presenti da parte di Mariano Bizzarri Ollandini Amministratore Unico del Corpo Guardie di Città , in particolare sono state consegnate targhe personalizzate :
- al Questore di Pisa uscente Gianfranco BARNABEI (da lunedì 20 aprile prenderà servizio alla Questura di Padova ) come ringraziamento per il lavoro svolto per la Provincia di Pisa
- al Dirigente della Squadra Mobile di Lucca Vice Questore Virgilio RUSSO che , promosso Funzionario, andrà ad esercitare il suo nuovo prestigioso incarico alla Questura di Ancona
- al Direttore Gen. Alfea spa Dott. Emiliano PICCIONI e al PRESIDENTE ALFEA spa Dott. Cosimo BRACCI TORSI come forma di riconoscenza per il lavoro svolto da tutto lo staff della società per organizzare questa importante Corsa Nazionale Tris Quartè Quintè
- a Leonardo BARGAGNA che dal mese di Aprile ha ricevuto, dalla “ Toscana Aeroporti S.p.A.” ( la Società Risultante dalla Fusione delle società di gestione degli aeroporti di Pisa e Firenze ) , un nuovo prestigioso incarico Manageriale che lo vede impegnato in entrambi gli scali toscani
- al Salvatore Sanzo Assessore allo Sport del Comune di Pisa e Presidente del CONI regionale per l’impegno profuso a sostegno di tutte le attività sportive del nostro territorio
- al Vice-Sindaco di Pisa Ing. Paolo GHEZZI in segno di ringraziamento per la preziosa collaborazione riservata all’evento dalle Associazioni di cui è Presidente ALAP, AVIS ed ADMO
- al Security Manager Alessandro Bargagna per aver realizzato anche quest’anno un bellissimo evento

La manifestazione, accompagnata per tutta la sua durata da un ricco e variegato buffet, si è conclusa con la degustazione dei prodotti di pasticceria luxury mignon e finger food offerti e realizzati da CIOCCOROCOLATO di Candida Cillo e dal taglio della meravigliosa torta istituzionale, che celebra i 15 anni della fondazione del Corpo Guardie di Città, donata da Antonio Campanale ( AURORA CATERING - www.auroracatering.it -)
http://www.corpoguardiedicitta.it/news.aspx?idprod=2745

Esame Expo per le guardie giurate

Esame Expo per le guardie giurate
Roberto GalulloCronologia articolo12 aprile 2015
In questo articoloArgomenti: Assiv | All | Inps | Confindustria | Matteo Balestrero | Lombardia | Giuseppe Sala | Fiere
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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2015 alle ore 08:13.

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L'ultima occasione per fare squadra l'hanno avuta il 12 novembre 2014 a Milano, la città che a breve aprirà al mondo i battenti di Expo 2015, il polo espositivo mondiale nel quale 750 di loro saranno chiamati a collaborare per la sicurezza, come ha annunciato due giorni fa il commissario unico Giuseppe Sala. Saranno loro, le guardie giurate, a vigilare, al fianco delle Forze dell'ordine e di circa 600 militari. Domani, lunedì 13 aprile, si apriranno le buste per aggiudicare il servizio di vigilanza e sicurezza nel lotto III di Expo, l'ultimo che rimane da assegnare dopo che il 30 gennaio la cordata guidata da All System, con altre cinque tra società e consorzi, ha vinto la gara per i lotti I e II, assicurandosi oltre 19 milioni ai quali vanno aggiunti 50mila euro dei cosiddetti oneri per la sicurezza da interferenza.

Il 12 novembre (fino al 14) la Fiera di Milano ospitava “Sicurezza”, la manifestazione internazionale dedicata al mondo della security e le guardie giurate e le aziende di vigilanza si incontrarono, contarono e raccontarono, svolgendo il filo della narrazione anche attraverso la crisi che le colpisce. Il comparto della vigilanza, che secondo gli ultimi dati disponibili conta 1.206 aziende e fattura 2,4 miliardi, proprio da Expo potrebbe ricevere una boccata di ossigeno e una vetrina in parte appannata dalle falle che sembrano emergere dopo i tragici fatti che hanno sconvolto il Tribunale di Milano e alcune pecche che, nel corso degli anni, si sono susseguite nei luoghi nei quali dove le guardie giurate sono chiamate a prestare servizio (in primis le sedi delle Istituzioni che, sempre più spesso, ricorrono a loro).

Il profilo del vigilante è presto disegnato: uomo, 35-40 anni, del sud. Secondo i dati che Assiv, l'Associazione di vigilanza e servizi fiduciari aderente a Confindustria, ha presentato a novembre 2014 attraverso i dati Inps dei dipendenti con almeno una giornata retribuita nel 2013, le guardie giurate sono 59.289, oltre il 93% delle quali di sesso maschile (una cifra ancora più aggiornata messa a disposizione da Assiv sul proprio sito indica il totale in 66.076 unità).

La classe di età più numerosa è compresa fra 35 e 44 anni, nella quale si contano 19.737 unità (33,3%). Seguono gli ultracinquantenni, che rappresentano il 26% del totale, mentre le classi 25-34 anni e 45-50 anni sono entrambe allineate su una quota intorno al 18,5%. I vigilantes sotto i 24 anni, infine, sono meno del 4%.

Quanto all'area di origine, il 51% degli uomini proviene dal sud, il 23% dal nord e il 21% dal centro, mentre circa il 5% è nato o proviene da uno stato estero. Anche fra le vigilantes la maggior parte proviene dalle regioni meridionali ma con percentuali più equilibrate fra le tre aree del Paese: dal sud proviene il 37,8, dal nord il 35%, dal centro il 19% e il resto da Stati esteri.

La regione con il più alto numero di vigilantes è il Lazio, con 10.705 unità, seguito da Lombardia con 9.674 e Campania con 6.079. Al quarto posto la Puglia con 4.651, seguita dal Veneto con 3.793 guardie e, praticamente con un numero pari, da Emilia Romagna con 3.748 e Sicilia con 3.742. Piemonte con 3.642 e Toscana con 3.630 chiudono la classifica delle regioni con i numeri più elevati. In coda alla classifica, invece, ci sono il Trentino a quota 276, il Molise a 167 e la Valle d'Aosta con sole 86 guardie giurate.

Le donne sono 3.947, il 6,6% del totale. La maggior parte, il 37,5%, si concentra nella fascia 35-44 anni, seguita dal 28% di colleghe più giovani (25-34 anni), ma ci sono anche 297 guardie giurate sotto i 24 anni (circa il 7%), 576 fra 45 e 50 anni (circa il 15%) e 473 ultracinquantenni (circa il 12%).

La crisi morde anche questo settore ma, come ha ricordato appena quattro giorni fa Matteo Balestrero, presidente dell'Assiv, in un'intervista pubblicata sul sito Internet dell'Associazione, «il problema della vigilanza privata è semmai l'incapacità o l'impossibilità di vendere i servizi a condizioni tariffarie giustamente remunerative. Non per motivi di politiche industriali sbagliate ma semplicemente come risultato dei comportamenti illegali di diversi soggetti che sono stati tollerati e che hanno falsato il mercato. Per questo l'Assiv si è battuta per avere norme certe e controlli uniformi da parte di organismi indipendenti, come previsto dai provvedimenti sulla certificazione emanati dal Capo della Polizia».

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http://www.ilsole24ore.com/art/impres ... 81317.shtml?uuid=AByNUHOD

I danni dei turni sul lavoro:

I danni dei turni sul lavoro:

12 aprile 2015 08:06


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Autore:
Ado Antonellini

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I danni dei turni sul lavoro:

I danni dei turni sul lavoro:
Nei turni di notte il cervello invecchia più in fretta.
Chi per più di dieci anni ha lavorato di notte ha una capacità mentale paragonabile a quella di un individuo più vecchio di sei anni e mezzo. Ma il processo è reversibile.
Il cervello di una persona impegnata in turni notturni o comunque in orari anomali, quindi sottoposta a un’alterazione del naturale ritmo sonno/veglia, invecchia più velocemente. E’ questa la conclusione alla quale è giunta una ricerca franco-gallese che sottolinea però che con l’arresto dell’attività notturna si può assistere a un netto miglioramento della salute cerebrale.
Invecchiamento precoce.
I ricercatori hanno sottoposto tremila volontari a test di memoria, di velocità di pensiero e di abilità cognitiva. I risultati, pubblicati sul giornale Occupational and Environmental Medicine, dimostrano che chi per più di dieci anni ha svolto una professione notturna ha una capacità mentale paragonabile a quella di un individuo più vecchio di sei anni e mezzo. La buona notizia è che quando una persona cessa di lavorare di notte, il suo cervello riprende progressivamente ad allinearsi all’età biologica, benché questo richieda cinque anni di tempo. La scoperta di questa capacità rigenerativa del cervello potrebbe avere importanti conseguenze nella cura della demenza, condizione nota per danneggiare il sonno di chi ne soffre.
I danni del sonno perduto
La ricerca dei due atenei è soltanto l’ultima a investigare gli effetti nocivi della mancanza di sonno. Precedenti studi, infatti, avevano sottolineato i gravi rischi per la salute legati ai turni in generale e in particolare a quelli notturni. Uno dei più ampi, pubblicato nel 2012 e condotto da un team canadese-norvegese su più di due milioni di persone, ha rilevato che tra i lavoratori che seguono i turni si registra una crescita del 23 per cento dei rischi di infarto, un aumento del 24 per cento di eventi coronarici e un 5 per cento in più di incidenza di ictus rispetto ai lavoratori normali. Ancora peggio la situazione di chi i turni li fa di notte e si ritrova a fronteggiare un rischio di patologie cardiovascolari aumentato del 41 per cento. Uno studio della University of Pennsylvania portato avanti su cavie da laboratorio ha evidenziato la morte del 25 per cento delle cellule di alcune aree cerebrali a seguito di una prolungata mancanza di sonno. Infine nel 2007 l’International Agency for Research on Cancer definì il lavoro notturno come un possibile agente cancerogeno.
Controlli frequenti
Nell’impossibilità di eliminare la turnazione lavorativa l’unica risposta possibile appare essere una maggiore sensibilizzazione dei lavoratori che dovrebbero sottoporsi a frequenti controlli medici e prestare maggiore attenzione a eventuali sintomi patologici.

Per questo motivo come UGL -Guardie Giurate- ci sentiamo in obbligo per la tutela della categoria, di attivare delle azioni per il riconoscimento della categoria disagiata e poter chiedere politicamente l’anticipo sull’età pensionabile. E’ importante il peso della nostra azione e delle vostre adesioni, perchè da soli non si va da nessuna parte…..
GF
http://www.uglguardiegiurate.net/i-danni-dei-turni-sul-lavoro/

TRIBUNALE DI MILANO, FEDERSICUREZZA: NELLA CATENA DELLE RESPONSABILITA’, VIGILANZA PRIVATA ANELLO DEBOLE

TRIBUNALE DI MILANO, FEDERSICUREZZA: NELLA CATENA DELLE RESPONSABILITA’, VIGILANZA PRIVATA ANELLO DEBOLE


Data 10/04/2015
“Come sempre accade è l’anello debole della catena a pagare il conto di responsabilità non di sua competenza”, commenta Luigi Gabriele, Presidente di FederSicurezza, Federazione del settore vigilanza e sicurezza privata, in ordine ai drammatici fatti di Milano.

“Ci teniamo a chiarire, sia per i non addetti ai lavoro che per i ‘distratti’ che non ritengano prendersi la briga di informarsi correttamente sulle circostanze del caso, che la responsabilità dei servizi di sicurezza esterna del Palazzo di Giustizia, o meglio l’organizzazione degli stessi, non è purtroppo competenza di coloro ai quali gli stessi vengono affidati, bensì del proprietario dell’immobile, che nel formulare il bando di gara individua anche i criteri di prestazione del servizio. Chi ha operato – spiega Gabriele – lo ha fatto quindi secondo disposizioni da altri – e dall’alto – ricevute. Siano quindi gli altri a spiegare perché hanno ritenuto che il famigerato varco di via Manara non richiedesse l’ausilio del controllo accessi con metal detector, accontentandosi della mera esibizione di un tesserino plastificato, la cui contraffazione, se oggi è un gioco da ragazzi, risulta al contempo estremamente difficile da percepire, a colpo d’occhio e nella confusione di una coda di persone. E gli stessi altri, sempre dall’alto, ci delucidino una volta per tutte sul perché, a suo tempo, hanno deciso di desensibilizzare l’obiettivo Tribunale, inducendo le Associazioni di rappresentazione datoriale del settore, tutte allineate sul punto – la nostra associata Univ come le altre, senza primi della classe – a evidenziare al padrone di casa (il Comune di Milano), l’incongruità della scelta, nella formulazione del bando di gara, di ridurre il numero delle guardie giurate armate e di introdurre, in sostituzione – a mero fine di contenimento dei costi…perché la sicurezza è un optional –, personale definibile di ‘portierato’.

E’ infine estremamente spiacevole dover constatare, in un momento così drammatico, la sterile ricerca di primogeniture positive e l’adozione del classico atteggiamento di scaricabarile all’italiana, per non parlare del consueto sciacallaggio da parte dei media”, conclude Gabriele.

http://www.federsicurezza.it/

Tribunale di Milano: Maria Cristina Urbano, nel settore c’è problema di gare al massimo ribasso


10 aprile 2015

Tribunale di Milano: Maria Cristina Urbano, nel settore c’è problema di gare al massimo ribasso


«L’azienda che ha l’appalto della vigilanza privata al Tribunale di Milano è la All System, una grande e seria azienda che opera nel nord Italia, fondamentalmente Milano e Torino, molto quotata sul mercato». A dirlo all’Adnkronos Maria Cristina Urbano, vicepresidente dell’Assiv, l’Associazione Italiana Vigilanza e Servizi Fiduciari.

«La sicurezza privata nei Tribunali funziona tramite appalto – spiega Urbano – che viene bandito dal proprietario dell’immobile, di solito sono i Comuni. Fanno queste gare di appalto e spesso vanno al massimo ribasso. C’è una massima attenzione al prezzo di aggiudicazione e questo non facilita non dico la qualità ma la quantità delle persone che servirebbero. C’è un forte bisogno di risparmiare che coinvolge anche questo settore».

«A livello generale il problema degli appalti è molto sentito dal nostro settore. Si vanno a fare degli appalti di un servizio critico a tariffe molto basse. Non solo – accusa la vicepresidente dell’Assiv – In vari tribunali gli appalti vengono fatti per vigilanza armata e anche non armata, ossia portierato. E questo abbassa il livello di sicurezza del servizio. Nel testo unico di sicurezza vi è una specifica indicazione sulla vigilanza ai tribunali è riservata alle guardie particolari giurate ma non c’è la parola esclusiva. Per questo molti tribunali amministrativi si sono pronunciati in base alla non necessità dell’esclusività. Insomma nell’ultimo periodo ci sono sempre meno guardie giurate particolari e sempre più portieri».
http://www.assiv.it/2015/04/tribunale ... -gare-al-massimo-ribasso/

Le nuove regole della vigilanza privata, SNEWONLINE intervista il Presidente dell’ASSIV, Matteo Balestrero


9 aprile 2015

Le nuove regole della vigilanza privata, SNEWONLINE intervista il Presidente dell’ASSIV, Matteo Balestrero


S News incontra Matteo Balestrero, Presidente ASSIV, a seguito dei riusciti e partecipati Seminari Tecnici sulla Certificazione di Conformità, organizzati da ASSIV su Roma e Milano.

A seguito di un percorso normativo iniziato nel 2008, nelle scorse settimane è stato diramato il disciplinare del Capo della Polizia ex art. 6 del D.M. n. 115/2014 che dispone in materia di organismi di certificazione indipendenti e di certificazione di conformità degli istituti di vigilanza privata. Si completa così il sistema delle nuove regole della Vigilanza Privata.
Direi di sì. Dopo la riforma del Regolamento di esecuzione del T.u.l.p.s. nel 2008, noi abbiamo sposato in pieno l’impostazione data al settore con il decreto ministeriale n. 269 del 2010, convinti che fosse assolutamente necessaria una qualificazione degli istituti di vigilanza. Il DM 115 colma in maniera significativa la carenza sull’applicazione delle norme del DM 269. Il decreto infatti individua soggetti terzi ai quali affidare la valutazione delle imprese di vigilanza, e quindi il rilascio della certificazione di conformità delle stesse imprese e dei loro servizi alle norme di legge. I certificatori dovranno operare secondo linee guida uguali su tutto il territorio nazionale imposte da Accredia, l’Ente nazionale che attesta le competenze degli organismi di certificazione.


Nella foto : parte del pubblico presente in sala all’assemblea annuale ASSIV, novembre 2014

Il Disciplinare del Capo della Polizia è un provvedimento da voi atteso che aggiunge un ulteriore passo in direzione della qualificazione del settore. Quali sono i dettagli di questo provvedimento?
Il Disciplinare detta le regole cui devono attenersi gli organismi di certificazione accreditati per procedere nelle verifiche ispettive presso gli IVP, e anche le modalità di certificazione degli Istituti stessi. A questo riguardo stabilisce che gli organismi di certificazione procedono secondo gli schemi allegati al disciplinare, utilizzando le check-list in cui sono indicate nel dettaglio le voci da esaminare nel corso dell’audit.
Il Disciplinare risponde ai dubbi che erano sorti in merito alle modalità di svolgimento degli audit. E’ stato chiarito che la frequenza delle verifiche, le materie sottoposte a verifica a seconda dei livelli dimensionali, delle classi funzionali, degli ambiti territoriali, saranno omogenei su tutto il territorio nazionale e non potranno quindi andare ad alterare la giusta competizione fra i singoli istituti di vigilanza; istituti che devono poter operare in un quadro di regole certe, con controlli chiari, schedulati e uguali per tutti.

Sono previste delle sanzioni per chi non sarà trovato in regola con i requisiti di cui alle check list nel corso dell’audit. C’è dunque da essere preoccupati quando si riceverà la visita dei certificatori?
Ripeto quanto dissi nel corso dell’ultima assemblea nel novembre 2014: meglio avere paura che prenderle. Essere preoccupati è un buon deterrente contro le irregolarità, un incentivo a conformare la propria azienda, le strutture, i servizi, gli uomini, alle norme dettate dal Ministero. Noi abbiamo sostenuto fin dall’inizio la necessità che il settore continuasse ad operare sotto il controllo della Pubblica Amministrazione. Siamo sempre convinti che i controlli sulla conformità delle aziende alle norme siano anche garanzia della qualità del lavoro e dei servizi forniti ai clienti.

Il mercato in cui operano gli istituti di vigilanza ha sofferto la crisi come altri settori dei servizi e del mondo produttivo?
La vigilanza privata non fa eccezione, quindi non sta meglio di altri comparti produttivi che in questi anni hanno subito la crisi, che nel nostro paese è stata anche più dura e più lunga rispetto agli altri grandi paesi europei. Ma nel nostro caso a mancare non è la domanda, che è rimasta sostanzialmente stabile e per alcuni servizi è addirittura cresciuta.
Il problema della vigilanza privata è semmai l’incapacità, o l’impossibilità, di vendere i servizi a condizioni tariffarie giustamente remunerative. Non per motivi di politiche industriali sbagliate, ma semplicemente come risultato dei comportamenti illegali di diversi soggetti che sono stati tollerati e che hanno falsato il mercato.
Per questo l’Assiv si è battuta per avere norme certe e controlli uniformi da parte di organismi indipendenti, come previsto dai provvedimenti sulla certificazione emanati dal Capo della Polizia.

A cura di Monica Bertolo
•Intervista al Presidente dell’ASSIV Matteo Balestrero in formato PDF
http://www.assiv.it/2015/04/le-nuove- ... lassiv-matteo-balestrero/

Tribunale: il ruolo di All System e Securpolice



Tribunale: il ruolo di All System e Securpolice


Milano, un uomo spara al Palazzo di Giustizia: 3 morti. Aveva un tesserino falso. Dovevano sorvegliare due società private: All System e Securpolice. Foto.


di Giovanna Faggionato

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09 Aprile 2015










































































































(© Gabriele Lippi) Il Palazzo di Giustizia di Milano.

Felicia Russo, che al tribunale di Milano lavora, continua a ripetere due parole: «Siamo sconcertati».
Raggiunta al telefono dopo aver passato una mattina nel suo ufficio, mentre Claudio Giardiello sparava e uccideva tre persone, la responsabile Giustizia della Funzione pubblica della Cgil non riesce a darsi pace (foto).
«COM'È POSSIBILE?». «Da domani vogliamo porre la questione ai responsabili sicurezza della corte di Appello e della procura e vedremo quali iniziative prendere: all'ingresso ci sono le guardie giurate», ripete, «come è possibile?».
È possibile se il tesserino falso con cui il killer si è presentato in tribunale non è stato controllato, come ha dichiarato il capo della procura milanese Edmondo Bruti Liberati.
Ma se lo si chiede al maresciallo Contini, responsabile delle guardie presso il palazzo di giustizia, risponde trafelato che sta già riferendo i fatti a polizia e carabinieri e che le domande possono essere rivolte alla sua società.
ALLSYSTEM E SECURPOLICE. Il suo datore di lavoro è la Allsystem Spa, una delle due società, secondo quanto dichiarato dal segretario nazionale Ugl sicurezza civile Enrico Doddi, che gestiscono la sorveglianza esterna del palazzo di giustizia e che è anche la capogruppo della rete temporanea di imprese che si occuperanno della vigilanza di Expo. L'altra è la Securpolice un «istituto di vigilanza privata, agenzia investigativa, provider di servizi di portierato, consulente per la sicurezza informatica e altro ancora», come è scritto sul sito della società.
SEI VARCHI SU SETTE. Citata come responsabile della sicurezza del tribunale di Milano, la Allsystem ha emesso un comunicato per spiegare che «per quanto si è potuto constatare fino a questo momento attraverso lo sviluppo delle immagini degli accessi che è ancora in corso, la persona imputata dei fatti ha avuto accesso dal varco di Via Manara (varco “Manara”), ingresso riservato ai soli avvocati e magistrati, che non è presidiato e in carico alla Allsystem, ma di responsabilità di altra società». Quindi la Securpolice.

Le guardie giurate della Allsystem controllano sei varchi su sette


Il logo della società di sorveglianza che si occupa del servizio di sicurezza esterno del tribunale di Milano.

La Allsytem è un'azienda privata di sorveglianza fondata nel 1988, una «delle più grosse del settore», dicono dall'Assiv, l'associazione italiana vigilanza e servizi fiduciari a cui la Allsystem è affiliata.
INGRESSI PRESIDIATI DA METAL DETECTOR. È operativa soprattutto nel Nord-Ovest e conta otto centrali operative, dodici filiali commerciali e un organico di 2.300 dipendenti. I servizi presentati sul suo sito comprendono la vigilanza, il trasporto valori, alla vendita, noleggio e il monitoraggio di sistemi integrati di sorveglianza.
Alla sede milanese, in via delle Forze Armate, però, nessuno è disponibile a parlare: «Riunioni in corso», dicono al centralino. Secondo il sindacalista dell'Ugl Doddi, la Allsystem si occupa dei «controlli affidati a guardie giurate, cioè a personale armato, che opera negli ingressi presidiati con metal detector».
Nel comunicato della società è spiegato che «dei 7 varchi complessivi di accesso al Tribunale, Allsystem ne presidia 6». Tutti, dunque tranne quello di via Manara.

La Securpolice: vigilanza con personale non armato

A guardare il suo sito la Securpolice offre un'ampia gamma di servizi: dalla sorveglianza privata - pattugliamento, presidio armato, sicurezza satellitare e monitoraggio delle armi - alle investigazioni private, fino alle indagini di mercato, alla brand reputation e alle bonifiche ambientali. E ancora servizi di sicurezza informatica, professional driver, gestione eventi, reception, portierato, gestione infrastrutture e parcheggi.
IL RICORSO DELL'ASSIV CONTRO LA GARA. Al tribunale di Milano, ha spiegato Doddi, Securpolice lavora «con personale non armato, che svolge vigilanza all'ingresso non presidiato da metal detector. Una scelta, quella di impiegare personale non armato, che è stata fatta, non solo a Milano, dai comuni che hanno appaltato il servizio e che in questo modo hanno potuto contenere le spese, fare spending review».
Maria Cristina Urbano, la vice presidente dell'associazione, Assiv, a cui la All System è affiliata, ricorda che nel 2011, ai tempi dell'appalto per la sorveglianza esterna del tribunale di Milano ci fu una «querelle» proprio su questo punto: l'Assiv fece ricorso contro il bando di gara perché si prevedevano anche servizi di «portierato» svolti da personale non armato. «Noi», spiega, «pensavamo che dovessero essere tutte guardie private giurate».

Le procedure decise dal bando di gara del Comune


Milano: agenti della polizia davanti al tribunale.

Nel settore della vigilanza privata, prosegue la numero due dell'Assiv, «le procedure dei controlli, gli strumenti usati, se vengono fatte perquisizioni a campione o se vengono controllati tutti, dipendono sempre dalla stazione appaltante».
Mentre il servizio di sicurezza interno dei palazzi di giustizia è affidato normalmente ai carabinieri ed è disposto sulla base di provvedimenti che competono al procuratore generale presso la corte d'Appello, il servizio di vigilanza esterno è infatti di competenza dei Comuni, spesso proprietari degli immobili, che lo dispongono d'intesa con le prefetture. E possono appunto anche appaltarlo a privati.
NESSUNA NORMA GENERALE. «Per altri servizi come porti, aeroporti e missioni anti-pirateria», aggiunge la numero due di Assiv, «ci sono protocolli internazionali e norme specifiche di ingaggio che dettano procedure e tipologia di formazione che devono avere i contractor in servizio. Nei luoghi 'domestici' come i tribunali invece il livello di sicurezza viene deciso di volta in volta nei bandi di gara di chi appalta». E conclude: «In sostanza, il servizio viene deciso dal cliente».
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando di fronte alla strage del tribunale promette di cambiare le regole, ma intanto questo è lo stato delle cose.
LE PROCEDURE DECISE NELL'APPALTO. Per capire che procedure le 'guardie' armate e non armate erano formalmente tenute a seguire nel caso del Palazzo di Giustizia di Corso Vittoria, insomma, bisogna controllare il bando di gara. Il comune di Milano contattato da Lettera43.it finora non ha fornito risposte in merito alla gara vinta per il servizio di sorveglianza esterno del tribunale. Ma la procura di Brescia ha già avviato un'inchiesta. E le indagini dovranno accertare anche quali indicazioni c'erano per l'ingresso riservato a magistrati, avvocati e cronisti: quello utilizzato dal killer.

Questo pezzo è stato modificato alle ore 20.41
http://www.lettera43.it/cronaca/tribu ... curpolice_43675166079.htm

Trapani, conflitto a fuoco tra rapinatori e guardie giurate durante un tentativo di rapina

Inviato da desk1 il 28 Marzo, 2015 - 13:24









Conflitto a fuoco durante una rapina avvenuta a Rilievo, una frazione di Trapani. L'episodio è accaduto la scorsa notte nelle zone di Rilievo e Locogrande sulla Via Marcanzotta. Durante un controllo di sorveglianza privata, gli agenti notavano due uomini vestiti con "due tute blu con dei rifrangenti simili a quelli indossati dagli operai dell'Enel, ma indossavano dei passamontagna". Alla vista degli uomini in divisa dell'Europool, i due malviventi scappavano a bordo dell'auto e dopo aver estratto una pistola "faceva fuoco esplodendo diversi colpi di arma di fuoco che colpivano l'auto di servizio e lo stesso faro acceso". Sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Trapani.
http://www.nuovosud.it/23403-cronaca- ... rate-durante-un-tentativo
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